“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura (per)chè la diritta via era smarrita” Occorre ricorrere ai famosi versi dell’inferno dantesco, per narrare le vicende della Superlega, scioltasi come neve al sole in sole 48 ore dall’annuncio della sua creazione.

Ora, mi immagino il “nostro” Andrea Agnelli, nei panni del Sommo Poeta (ardua interpretazione, lo ammetto), che – alla soglia dei 46 anni, ovvero “nel mezzo del cammin” della sua vita si trova sprofondato negli inferi della Superlega (la “selva oscura”), in quanto la “diritta via” , rappresentata dalla Uefa, era stata “smarrita”.
Si è già scritto, visto ed ascoltato di tutto in merito ma, in questa sede e sulla base della citata premessa, vorrei offrire una chiave di lettura diversa in ordine ai lati (questi sì, assolutamente oscuri) di tutta la vicenda. Sono una serie di riflessioni, che nascono dall’esperienza acquisita in diversi anni di (più o meno) onorata carriera in ambito professionale e che ovviamente prescindono dall’appartenenza alla fede calcistica.

Nella vicenda della Superlega, ci sono aspetti, assolutamente distonici e comunque misteriosi e quindi, per questi motivi, francamente inspiegabili.
In primo luogo, mi sembra del tutto anomalo (per non dire fantascientifico) che le proprietà di dodici delle squadre calcistiche più importanti d’Europa (di cui almeno tre quotate: Manchester Utd, Arsenal e Juventus) unitamente alle proprietà di PSG e Bayern Monaco (sicuramente coinvolte, almeno in una prima fase, nel progetto) trattino tra loro per mesi la nascita di una competizione così importante senza che negli ambienti finanziari e calcistici non se ne sapesse nulla! E’ letteralmente impossibile.
All’iniziativa erano presenti i principali fondi internazionali di private equity; banche d’affari, studi legali, consulenti, etc. e, nelle scorse settimane, non sono usciti rumors o anomali andamenti dei titoli delle società a listino??? Francamente, si fa insider trading con molto, ma molto meno…. L’unica spiegazione che riesco a darmi è che tutti (ma proprio tutti, ivi inclusi i promotori) sapessero sin dall’inizio che sarebbe stato solo un bluff.
La prova è stata quel comunicato bislacco diffuso nella nottata di domenica, ovvero il nulla mischiato con il niente, cui non è seguito uno straccio di spiegazione. In situazioni simili, ovvero la diffusione di un comunicato, che annuncia un’operazione straordinaria, che nel caso specifico si traduceva nella nascita della competizione sportiva più importante al Mondo, non segue una conferenza stampa, in cui vengono illustrati i dettagli dell’iniziativa, la compatibilità (quantomeno tentata) del progetto con le Istituzioni del Calcio; la salvaguardia del merito sportivo unitamente al ranking??? Suvvia, non scherziamo! Non esiste!

A distanza di poche ore dall’annuncio, è partito un fuoco di fila di dichiarazioni censorie da parte di capi del governo (!!!???), e dei Vertici delle istituzioni calcistiche europee e mondiali (UEFA e FIFA). Come noto, secondo i noti principi della Fisica, “ad ogni azione corrisponde una reazione” ma, nel caso della politica, non ho mai assistito ad una reazione così immediata, perché l’azione va sempre prima metabolizzata. In questo caso no. Erano tutti pronti a demolire, abbattere nel nome dei sacri principi dello sport!

Assolutamente ridicolo! Se l’Europa dei Governi avesse risposto alla pandemia con la stessa immediatezza, coesione e fermezza, a quest’ora saremmo tutti allegramente per le strade e il Covid resterebbe solo un ricordo.

Tale strana ed inopinata immediatezza, non autorizza a pensare che in realtà già tutti sapessero da tempo dello scisma in atto e dell’imminente diffusione del comunicato riguardante la creazione della fantomatica Super lega? E che, in sostanza, si attendesse solo l’annuncio per scatenare la contraerea?
Un altro indizio del bluff scaturisce dal fatto che l’iniziativa (per usare un termine eufemistico) sia finita, ancor prima, appunto, di iniziare. Pensate seriamente che se l’operazione fosse stata reale, tutti gli attori coinvolti non avrebbero valutato (e gestito) con largo anticipo le reazioni del mondo politico (includendo le istituzioni calcistiche)??? Andate a leggervi i nomi dei fondi di Private Equity che detengono le proprietà di alcune squadre e comprenderete di quali potenze economiche stiamo trattando. Si tratta di fondi speculativi, che riescono a fare soldi in tutte le circostanze possibili ed immaginabili (non ultimi i conflitti mondiali). I fondi in questione sono i principali detentori dei titoli e delle obbligazioni, non solo di enti privati ma anche di Stati. I Vertici hanno rapporti costanti con i Capi di Stato, che sanno di dover fare i conti con costoro, al fine di attrarre capitali. E ancora, ma pensate seriamente che la principale Banca d’Affari del Mondo, ovvero JP Morgan, avesse effettivamente garantito il fiume incredibile di denaro di cui si è letto, senza acquisire accordi vincolanti da parte dei promotori della Superlega? Non scherziamo, per favore. Se così fosse, pensate che le sei società inglesi si sarebbero sfilate nel giro di poche ore dall’annuncio? Sembrava che non aspettassero altro…

Analizzando infine la vicenda, sotto l’aspetto “domestico”, appaiono incredibili le frasi proferite dal Presidente dell’UEFA, Ceferin contro Agnelli. Si tratta di due figure, che si pongono su un piano sostanzialmente differente. Il primo è un mero funzionario UEFA, un politico del Calcio, insediatosi alla presidenza, non certo per meriti quanto per azione di lobbies (non è il primo e non sarà certamente l’ultimo: funziona così in quei contesti, come in altri). Il secondo è il rappresentante di una famiglia di imprenditori, a capo di un Gruppo, che opera a livello mondiale.
E’ proprio per questi motivi che l’attacco personale di Ceferin ad Agnelli è senza precedenti, nel senso che, in determinati ambienti, è inimmaginabile che un mero funzionario spenda pubblicamente parole così forti nei confronti di un imprenditore, appartenente per di più ad una dinastia familiare, che è ancora a capo o socio di rilevanza (Exor) di una galassia di imprese di rilevanza mondiale.
Non si è mai vista né sentita una cosa del genere.
In una situazione “normale”, Ceferin si sarebbe limitato a censurare il comportamento di Agnelli, senza ulteriori commenti sulla persona, del tutto gratuiti e fuori luogo, tra l’altro espressi da un funzionario che non brilla certo per etica comportamentale (è riuscito a farsi aumentare il compenso di Euro 500.000 in piena pandemia..). D’altra parte, la circostanza che Agnelli fosse nell’Esecutivo dell’UEFA nonché Presidente dell’ECA e, contemporaneamente, “ordisse” la trama della Superlega con il “compagno di merende”, Florentino Perez sono fatti, che certificano un clamoroso conflitto di interessi e, quindi, l’inidoneità da parte del rampollo di Casa Agnelli ad aver rivestito i citati ruoli.
Se il Signor Nessuno, Ceferin si è sentito tradito sul piano personale (e aveva ben donde di esserlo) doveva rivolgere il suo risentimento ad Agnelli in forma privata (minacciandolo eventualmente di disconoscere la circostanza che lo stesso fosse anche il padrino di una delle figlie del patron torinese...).
E’ decisamente strano che, invece, tutto ciò sia stato reso pubblico a livello mediatico globale.

In sostanza, con le parole spese, Ceferin ha reso il Presidente della Juventus letteralmente impresentabile, non solo a livello di istituzioni calcistiche ma sotto qualsiasi altro profilo. Provate semplicemente ad immaginare, dopo quanto ascoltato da Ceferin, quali credenziali possano ora essere utilizzate da Andrea Agnelli per legittimarsi quale partner affidabile a livello imprenditoriale, in qualsiasi altro settore?

Per questi motivi, mi riesce onestamente difficile immaginare come l’attuale Presidente della Juventus possa continuare a rivestire tale ruolo, per cui riterrei che, prossimamente (non a caldo, perché non rientra nelle tradizioni della famiglia e perché reagire subito significherebbe rimarcare lo smacco subito), ci saranno avvicendamenti significativi al vertice della società bianconera.
Se ciò avverrà, sarà inevitabile tornare con la mente alle vicende del 2006, quando la Triade (Moggi, Giraudo e Bettega) fu estromessa dall’organigramma della Juventus per le vicende di Calciopoli. Anche all’epoca, accaddero fatti “strani” quali quelli intervenuti nel corso del processo sportivo. In tale sede, l’avvocato che rappresentava la Juventus (e quindi la famiglia Agnelli…) ammise, senza contraddittorio, le responsabilità e chiese la retrocessione della Società. Solo successivamente, Moggi fece emergere l’esistenza di intercettazioni, che determinavano il coinvolgimento di altre squadre e quindi di un Sistema, tanto deprecabile quanto condiviso, per la serie “Il più sano ha la lebbra”.
Altra “stranezza” del 2006 furono i commenti riguardanti un certo fastidio della famiglia (lato dinastia Gianni) in merito allo strapotere della Triade (messa al comando da Umberto Agnelli) nella società bianconera (nonostante bilanci in attivo, finali di Champions e scudetti, il tutto a fronte di una squadra stellare, formata da calciatori italiani e francesi che si disputarono la finale dei Mondiali nello stesso anno).

Calciopoli fu l’opportunità giusta per dare il colpo di spugna alla vecchia gestione
Ebbene, per certi versi, la vicenda della Superlega (delegittimazione del Vertice della Società) ricorda quella di Calciopoli, perché, ora come allora, gli eventi sono tali che l’eventuale cambio del bastone di comando nella Juventus sarebbe da considerarsi quasi inevitabile, direi fisiologico.