Sono juventino da tre generazioni e nutro nei confronti della mia squadra un amore viscerale, da sempre.
Mio padre (cuore bianconero nonostante le origini campane) mi portava, quando ero ancora poco più che un bambino, nella mitica Curva “Filadelfia” dell’altrettanto mitico Stadio Comunale di Torino. Poco più grande sono stato tesserato Juventus, in quanto selezionato nell’ambito del N.A.G.C. (Nucleo Addestramento Giovani Calciatori) della società bianconera. Cessata la mia “carriera” calcistica per un grave infortunio al ginocchio (intervenuto peraltro già in un’epoca in cui avevo compreso i miei limiti nella pratica dell’attività pedatoria), ho continuato a seguire la Juventus, ovunque, anche dal vivo, con la partecipazione a trasferte, che avevano i connotati dei “viaggi della speranza”…
Nonostante una fede bianconera incrollabile, ho sempre cercato di mantenere nei confronti delle altre squadre una certa serenità di giudizio (a parte una, con decorrenza dal 2006), riconoscendone i meriti. Nel corso della mia vita, ho visto – rimanendo entro i confini nazionali - diverse squadre letteralmente stellari. Su tutte il Milan degli Olandesi ed il Napoli di Maradona.
Tali compagini (in particolare il Milan berlusconiano) erano però sempre caratterizzate dalla presenza di calciatori, universalmente riconosciuti di un’altra categoria. Senza citare il più grande, ovvero Maradona, basti ricordare, tra gli altri, Van Basten, Gullit, Rijkaard, Baresi, Maldini, Careca, Giordano.
Per contro, non ho mai percepito lo stesso rispetto nei confronti della mia squadra da parte degli avversari, includendo in tale sostantivo “giornalisti”, opinionisti, tifosi. Anzi, ci sono giornalisti, o pseudo tali, che hanno costruito la loro immagine (si fa per dire) sull’antijuventinità, finendo per essere delle macchiette, che trovano spazio sui social o su quotidiani di terza categoria. Uno di questi pseudo giornalisti, che si picca da anni di essere tra l’altro un grande “moviolista”, mi ha addirittura bloccato sui social, ricoprendomi peraltro di offese del tutto gratuite a livello personale, solo perché gli avevo mandato un tweet critico su una sua, a parere mio, astrusa interpretazione di un fallo di gioco (e la Juve non c’entrava).

Ma veniamo al punto.
Nell’autunno dello scorso anno, mi sono recato a Napoli e ho avuto modo di “apprezzare” l’atavica antijuventinità che alberga nella splendida città partenopea (addirittura un poliziotto, che presidiava l’ingresso dell’albergo, che ospitava unitamente allo scrivente anche i componenti di una squadra europea che avrebbe dovuto affrontare il Napoli) mi ha chiesto da quale città provenissi. Appresi i miei Natali torinesi, il poliziotto mi ha apostrofato: “Sarai mica della Juve?”. Tenuto conto della professione e della massiccia corporatura del soggetto (peraltro in assetto anti sommossa), ho preferito non rispondere ma limitarmi ad un sorriso.
Nei vari locali di ristoro frequentati, era del tutto normale rinvenire una sciarpa o una bandiera del Calcio Napoli e ciò mi consentiva di intrattenermi con i gestori per alcune battute sul campionato in corso. Anche in questo caso, non mancavano le fulminanti battute sulla Juventus, da quella di un cameriere a Napoli “Quest’anno siete messi proprio male!”…buon profeta! a quella di un ristoratore di un locale sotto le falde del Vesuvio che, prima di farci accedere al locale, ha voluto sapere se ci fossero juventini, perché in caso affermativo, costoro non avrebbero potuto fare il loro ingresso al ristorante.

Ovviamente, per un calciofilo come il sottoscritto, non poteva mancare il doveroso omaggio al più grande calciatore, che io abbia mai visto giocare dal vivo, ovvero Maradona. Di conseguenza, durante la visita ai Quartieri Spagnoli, ho obbligato i compagni di viaggio a recarsi presso Largo Maradona per la foto di rito sotto il Murales del Pibe de Oro (sarò pure juventino ma per un amante del calcio, Maradona non è stato solo l’avversario più temuto ma l’espressione più autentica del gioco del pallone: Maradona è stato il Calcio).
Infine, sempre durante una visita nel centro storico e precisamente in Piazza del Gesù Nuovo, mi sono imbattuto, di domenica mattina, con un singolare personaggio, completamente vestito di biancazzurro dalla testa ai piedi e ricoperto di slogan anti juventini. In particolare, sulla maglia e su una sciarpa era riportato il classico “JUVE MXXXA”. Il soggetto in questione invitava i passanti a fare una foto insieme, affinchè i turisti potessero conservare tra i loro ricordi, anche un’immagine dell’odio sportivo nei confronti della Juventus, che, ovviamente, non accomuna solo i tifosi del Napoli ma i tifosi non bianconeri di tutta Italia.

Grandi uomini di marketing questi fenomenali napoletani!
Potevo rinunciare ad un ricordo simile! Assolutamente no, per cui mi sono fatto ritrarre sorridente con il pittoresco personaggio e l’ho anche fotografato da varie angolazioni. Al termine del reportage, ho dovuto ovviamente lasciare allo stesso un obolo, sussurrandogli però: “Guarda che io sono della Juve!”. C’è rimasto veramente male, perché mi ha guardato con un’espressione mista tra perplessità ed imbarazzo...

Esaurita la parentesi sul folklore antijuventino partenopeo e tentando di essere più “serio”, giunti a questo punto della stagione, mi sembra doveroso rendere omaggio alla squadra del Napoli, con particolare riferimento alla dirigenza, segnatamente il Presidente (che, onestamente, non brilla comunque per simpatia) e il Direttore Sportivo (con la relativa filiera di osservatori).
Partiamo da De Laurentiis e dalla sua straordinaria capacità gestionale. ADL è uno che non guarda in faccia nessuno, che non si fa incantare dalle sirene, ma che riesce sempre ad allestire una squadra di assoluto livello (senza considerare il capolavoro della stagione in corso), mantenendo nel contempo una sana gestione bilancistica. Il Presidente e i suoi sono riusciti a portare a Napoli, nel corso degli anni, calciatori di livello assoluto quali Cavani, Lavezzi, Higuain, riuscendo a cederli a cifre incredibili ma rimpiazzandoli sempre con giocatori di ottimo livello. Analogamente, ADL ha scelto sempre allenatori “cum grano salis”. Ha iniziato con Benitez, che ha inaugurato il calcio spettacolare, proseguendo con Sarri e ora con Spalletti. E’ vero che prima, almeno parzialmente, con Mazzarri e poi con Ancelotti, il Napoli non ha disputato stagioni epiche, ma si è sempre mantenuto su uno standard di assoluto livello.
Veniamo al Direttore Sportivo Giuntoli (e alla sua filiera di osservatori). A partire dagli esordi con il Napoli (2015) ha attuato, su mandato di ADL, una politica di gestione perfetta (pescare talenti semi sconosciuti, valorizzarli e cederli), che ha comportato l’acquisizione di calciatori apparentemente di c.d. “seconda fascia” rivelatisi vere sorprese in senso positivo: fra tutti Allan, Di Lorenzo, Milik, Zelinsky, Fabian Ruiz, Anguissa, Rrhamani, Lobotka.
Ma il capolavoro assoluto posto in essere dalla pregiata coppia ADL/Giuntoli si è compiuto con l’attuale stagione 2022/2023. ADL non rinnova il contratto a calciatori, ritenuti simbolo dai tifosi, quali Insigne e Mertens e cede ad un ottimo prezzo calciatori, quali Koulibaly e Fabian Ruiz, pescando nel contempo a prezzo di saldo due pedine fondamentali quali Kvaratskhelia e Kim e “riserve” di lusso quali Simeone e Raspadori. Nel frattempo, Osimeh, dopo il primo anno, ha completato la sua crescita e Spalletti ha compreso quali siano i giocatori funzionali al suo modo di intendere il calcio

Ed ecco a Voi il Napoli da “mille e una notte” di questa stagione.
Veder giocare il Napoli di quest’anno è un’autentica goduria per gli occhi (a parte la morte nel cuore per lo scrivente dopo aver subito il 5-1 al “Maradona”). Sembra una sinfonia perfetta. Difesa alta, centrocampo tecnico e dinamico, attacco formidabile.
In campionato, il Napoli ha stravinto il titolo già a gennaio mentre in Europa ha inanellato una serie di partite spettacolari e, alla vigilia dei quarti di finale di Champions, ritengo che il Napoli – al netto di possibili infortuni di calciatori chiave…e via con gli scongiuri - se la possa tranquillamente giocare con le altre due squadre che, a parere mio, sono le più forti del lotto, ovvero Manchester City e Bayern Monaco. Tutte le altre, ivi incluso il Real Madrid, sono alla portata dei biancoazzurri.

A prescindere, comunque, da come finirà la stagione europea, il Napoli avrà compiuto, per la sua storia, con la conquista dello scudetto, una stagione straordinaria, direi memorabile, per cui, fossi in un tifoso del Napoli, rimarrei sereno e tranquillo ove, il prossimo anno, dovessero essere ceduti a peso d’oro, come molto probabile, Osimeh (calciatore devastante, che fa reparto da solo) e Kvaratskhelia (georgiano, rapido di testa e di piede nonchè dalla tecnica sopraffina, con movenze, che ricordano un mito granata: Gigi Meroni).

Sono assolutamente convinto che i due volponi, ADL e Giuntoli, abbiano già pianificato e programmato le operazioni per allestire, anche per il prossimo anno, un’annata di primario livello e con le casse (sempre) piene.