In esito al singolare verdetto del 19 aprile del Collegio di Garanzia del Coni, che ha rinviato alla CAF il giudizio sulla penalizzazione da infliggere alla Juventus ed in attesa di leggere le motivazioni, ci sembra comunque opportuno soffermare l’attenzione sul curioso (almeno per lo scrivente) dispositivo, ovvero: (a) il rigetto dei ricorsi di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene; (b) l’accoglimento dei ricorsi di Vellano, Nedved e degli altri componenti del CdA Juventus, che rassegnarono le dimissioni il 28 novembre 2022, fatta eccezione per i citati Agnelli ed Arrivabene; (c) il rinvio alla CAF “perché, in diversa composizione, rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus F.C. S.p.A.”

Il rigetto dei ricorsi presentati da Agnelli, Paratici, Cherubini ed Arrivabene sembra far presumere che la responsabilità da parte di costoro non sia stata posta in discussione, fermo restando che il Collegio non poteva entrare nel merito ma solo argomentare sotto il profilo del diritto.

Le curiosità riguardano però la responsabilità di Agnelli e di Arrivabene, amministratori esecutivi, rispetto agli altri amministratori, i cui ricorsi sono stati, invece, accolti. Inoltre, questa duplice ed opposta decisione deve essere letta con riferimento al dispositivo del rinvio nella parte in cui recita che il rinvio alla CAF dovrà rinnovare la propria valutazione, in particolare in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori….e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus F.C. S.p.A.”

Sulla base della lettura del dispositivo del rinvio, si desume, a giudizio dello scrivente, quanto segue:

  • occorre provare e motivare il nesso di causalità degli atti dei singoli amministratori (e quindi non di Paratici e Cherubini, in quanto non sono mai stati amministratori), ovvero di Agnelli ed Arrivabene (singolare la posizione di Arrivabene che, all’epoca dei fatti oggetto di giudizio, non era in carica, ma questa è un’altra storia) rispetto alle conseguenze afflittive nei confronti della Juventus;
  • diversamente da quanto accaduto in sede di CAF, il CdGdC ha però accolto il ricorso degli altri amministratori (non esecutivi) e tale circostanza non è di poco momento, in quanto potrebbe, in teoria, permettere di scindere in modo molto netto il profilo di responsabilità dei singoli rispetto alla Società e qui sono proprio curioso di leggere quali saranno le motivazioni dell’accoglimento dei ricorsi;
  • l’illecito contestato alla Juventus, per essere configurato come tale, deve essere “consumato”, ovvero si deve concretare in un atto certo e cioè l’approvazione del progetto di bilancio (in quanto atto pubblico che reca le operazioni fittizie). Ebbene il progetto di bilancio è stato approvato dalla maggioranza del Consiglio di Amministrazione che, così operando, avrebbe integrato la fattispecie di illecito. Ora, la circostanza che il CDGdC abbia accolto il ricorso di tutti gli amministratori non esecutivi, risulta - in prima battuta e con il limite di non conoscere, ad oggi, le motivazioni della sentenza del CDGdC – quantomeno singolare
  • infine, come noto, le indagini del Procuratore Federale e la sentenza della CAF si fondavano sul carteggio trasmesso dalla Procura della Repubblica di Torino. Ammesso e non concesso che l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica possa reggere in sede di processo, occorre ricordare che la responsabilità penale è personale (infatti la sola richiesta di rinvio a giudizio ha comportato, come prassi in fattispecie simili, le dimissioni dell’intero Consiglio di Amministrazione, per “smarcare” la Società dalle responsabilità individuali e per consentire una difesa meno condizionata).
  • Esiste nondimeno, in diritto, la cd responsabilità amministrativa dell’ente, nell’ipotesi in cui vengano commessi reati (tra i quali le false comunicazioni sociali) dal personale aziendale a favore o nell’interesse della Società. Tale responsabilità viene però meno ove la Società provi di aver posto in essere un sistema di controlli (Modello Organizzativo) atto a impedire (almeno sulla carta) che possano verificarsi tali condotte illecite. A sensazione, penso che in sede di rinvio, la difesa della Juventus proverà a fare leva su tali principi, sempre al fine di smarcare la responsabilità della Società da quella degli amministratori esecutivi e di Paratici e Cherubini.

Auspicando di non aver stroncato l’attenzione del coraggioso lettore, mi vengono in mente i seguenti aspetti, che fanno da corollario

Campionato falsato

A me non sembra affatto normale che, in corso di stagione sportiva, possano essere, prima, comminati punti di penalizzazione, che stravolgono la classifica e, poi, riassegnati ma sub judice in attesa di una nuova pronuncia, che potrebbe confermare, ridurre o, addirittura, cancellare la penalizzazione. Le conseguenze, in corso di torneo, incidono in modo decisivo, non solo sulla squadra penalizzata ma sulle altre che, in presenza o in mancanza di penalizzazione, si trovano a gestire gli impegni di campionato. Ma non sarebbe più semplice e corretto che la Società sconti l’eventuale penalizzazione nella stagione successiva, con ciò includendo anche il concetto di afflittività della sanzione? Infatti, se penalizzo ad inizio campionato, sono sicuro che la sanzione sia afflittiva.

Giustizia Sportiva sommaria

La Giustizia Sportiva si è mossa, sulla base degli atti messi a disposizione dalla Procura della Repubblica di Torino. Si tratta quindi di atti, del tutto istruttori rispetto ad un eventuale giudicato. Ebbene, ciononostante, la Giustizia Sportiva fonda i propri giudicati, arrivando a formulare la certa non attendibilità dei bilanci!!!. Ma stiamo scherzando? E cosa accadrà laddove il Giudice Ordinario, per qualsiasi motivo, dovesse mandare esente da responsabilità la Juventus F.C. S.p.A.? A differenza di Calciopoli, dove la Juventus fondò i propri ricorsi amministrativi - con richieste mostruose di risarcimento danni - su fattispecie non semplici da dimostrare (disparità di trattamento sui fatti del 2006, in particolare con una squadra di Milano..), ora, nell’ipotesi di assoluzione in sede di giudizio ordinario, la richiesta di risarcimento sarebbe fondata su fatti inequivocabili

La nuova figura di illecitto commesso con...se stesso

La circostanza che, in sede di giustizia sportiva, siano andate esenti da responsabilità tutte le altre Società che avevano operato con la Juventus gli scambi con i valori alterati è francamente incomprensibile. Se una Società (la Juventus) decide di creare un sistema, dove gonfiare il valore di un calciatore diventa la regola seguita per creare plusvalenze fittizie, qualcuno mi dovrà spiegare come si sia reso possibile tale sistema se non con il supporto delle altre Società, che, a loro volta, registravano tali valori alterati sui rispettivi bilanci. Il sistema viene creato con una pluralità di operazioni singole artefatte ma, anche se presa singolarmente, l’operazione è comunque artefatta ed esiste, comunque, il concorso di responsabilità nel fatto illecito.

Le indagini in corso da parte delle altre Procure della Repubblica

Allo stato risulta che altre Procure della Repubblica siano al lavoro sulle cd plusvalenze fittizie e mi riferisco in particolare alla Procura di Napoli (l’affare Osimeh), a quella di Roma (informazioni di garanzia e perquisizioni per la Roma) e a quella di Tivoli (allo studio operazioni tra Lazio e Salernitana, relative al periodo in cui le due società avevano Lotito come unico proprietario). Forse, in esito all’intervento delle Procure, ci saranno indagini anche da parte della Giustizia Sportiva. Ma chi può dirlo? Non stiamo mica parlando della Juventus

La riedizione di Calciopoli

Il tutto lascia presagire una riedizione di Calciopoli, dove la Juventus fu riconosciuta quale unica responsabile e pesantemente sanzionata, mentre le altre furono raggiunte da pene non particolarmente afflittive e una addirittura premiata. E se pensiamo al clamore, che ha suscitato Report, in ordine alla lettura complessiva dei fatti del 2006, ci sarebbe da indignarsi, ma è preferibile il sorriso e la memoria.

Calciopoli e gli sviluppi successivi hanno insegnato a noi juventini almeno una cosa, che dovremmo sempre tenere a mente: all'opinione pubblica non interessa ciò che è - ovvero (relazione Palazzi 2011) che la squadra premiata con uno scudetto per lealtà sportiva sarebbe stata da sottoporre a processo sportivo per gli stessi capi di imputazione della Juventus - ma importa ciò che appare, ovvero che solo la Juventus deve pagare, ieri, oggi e, se del caso, anche domani