L’intervista ad Allegri post Juventus/Sassuolo ha scatenato una marea di polemiche da parte della solita maggioranza degli interisti e non mi riferisco ai fenomeni, che gravitano sui vari social, con questi ultimi che danno voce a chiunque ma anche a coloro, che si professano (o ahimè sono) giornalisti, ovviamente di fede interista.

E’ veramente incredibile!
Basterebbe riascoltare l’intervista per comprendere che la frase relativa all’Inter che scappa (Ladri) e alla Juve che insegue (Guardie) è stata pronunciata in un contesto dialettico del tutto normale. D’altra parte, chi di noi non ha giocato, dalla notte dei tempi, a “Guardie e Ladri”. Per i ragazzini che sono cresciuti “in mezzo alla strada” si trattava di un passatempo classico e, quindi, è stato del tutto evidente che la congiunzione “Guardie e Ladri” sia entrata nel lessico comune.

I tifosi interisti sono invece riusciti a montare un’assurda polemica, alimentata da opinionisti e giornalisti della stessa fede (evidentemente per ingraziarsi i relativi favori).
Qualche esempio?
Sul principale quotidiano nazionale si è letto Sono in molti a chiedersi se il «guardie e ladri» è un’immagine casuale, la scelta di un modo di dire senza pensare e senza doppi fini, o se in realtà sia una punzecchiatura velata, magari persino inconscia, dopo le polemiche dell’ultima settimana riguardo sempre al gol del raddoppio di Frattesi contro il Verona”.

Sui canali social interisti, compaiono illuminati interventi di noti giornalisti fedeli al biscione, molto attivi sui social «Parole di Allegri? La risposta di Inzaghi mi è parsa quella di uno che sa come deve comportarsi. Se avesse risposto con nervosismo avrebbe fatto il gioco di chi vuole il suo male. La risposta pacata dimostra che sa come muoversi in una situazione come questa».

"Da attore consumato nel ruolo (Allegri ndr), e probabilmente imbeccato da qualcun altro, è stato troppo lampante come fosse ansioso del colpo da inferire all’Inter, una uscita bella che preparata. Ci si potrebbe quasi credere all’ingenuità di Allegri. Ma anche no. Se non fosse che è la stessa persona che tre settimane fa andava a fare davanti ai microfoni il difensore civile degli arbitri, salvo aver appena passato 45 minuti nello spogliatoio dell’arbitro a inveire fino al punto da venir sanzionato. Salvo dimenticarsi che è la stessa persona che l’anno scorso faceva il gentleman con l’Inter al microfono, salvo aver appena berciato nel tunnel con gli avversari, gridando un prosaico fate schifo e augurandosi che nemmeno sesti sarebbero dovuti arrivare. Giustamente Allegri le tenta tutte per vincere, lo fa da marzo dell’anno scorso quando cominciò ad annebbiare la mente di Lukaku via messaggini. Inzaghi dovrà tenere alta la tensione e rianimare l'orgoglio dei suoi, in risposta alla mancanza di rispetto ricevuta dagli avversari".

Sono solo tre esempi ma credo chiariscano bene il livello tanto ridicolo quanto patetico che è possibile raggiungere pur di accreditarsi dinanzi all’opinione pubblica di riferimento (tifosi interisti in genere) da parte dei cd addetti ai lavori, che si fregiano pure di essere interlocutori professionisti privilegiati.
Sono addirittura portato a pensare che ove Allegri, alla domanda dell’intervistatore sulle parole di Marotta circa la lepre (Inter) ed il cacciatore (Juventus), avesse replicato che, alla fine, il cacciatore impallina la lepre, il mondo interista sarebbe insorto, accusando Allegri di essere un bieco uccisore di animali, da denunciare all’ENPA, nonché di fomentare l’odio assassino nei confronti dell’Inter…

Anche se so che, per principio, difficilmente qualche tifoso interista seguirà il mio consiglio, mi permetto comunque, a puro titolo educativo e divulgativo, di suggerire a costoro la visione del film “Guardie e Ladri” del 1951. Trattasi di un autentico capolavoro del Neorealismo Italiano, con la regia di Monicelli e Steno, magistralmente interpretato da Aldo Fabrizi (la Guardia) e il Principe Antonio De Curtis, in arte Totò (Il Ladro).
La visione di questo film consentirebbe anche ai più ottusi di comprendere come la congiunzione “Guardie e Ladri” affonda le radici nella tradizione del Costume Italiano e sintetizza semplicemente qual è il ruolo, nella vita, della guardia e del ladro, ovvero di chi insegue e chi scappa, rappresentando quindi una metafora dell’esistenza.

Ove, come probabile, nessun interista seguisse il consiglio, sintetizzo di seguito la trama del film, con qualche licenza in grassetto…

- Ferdinando Esposito (Totò alias Bastoni) è un piccolo truffatore che cerca di mantenere la famiglia (alias la squadra) con i suoi espedienti. Con il suo complice Amilcare (alias Nasca) imbroglia un turista statunitense (alias Fabbri) che, durante una distribuzione di alcuni pacchi-dono alla quale prende parte anche Esposito, lo riconosce e lo denuncia.

Comincia così un lungo inseguimento da parte del Brigadiere Lorenzo Bottoni (Fabrizi alias Allegri), che in un primo tempo riesce a catturarlo ma, imbrogliato poi da Esposito, se lo lascia scappare. Sospeso dal servizio l'agente Bottoni rischia di perdere il posto se non riuscirà ad acciuffare il ladro entro tre mesi (alias giugno 2024). Vestito di abiti borghesi e tenuto nascosto l'accaduto alla propria famiglia, si mette alla ricerca di Esposito, trova la sua casa e ne conosce i familiari (alias Marotta) e fa in modo che suo figlio (alias Yildiz) faccia amicizia col figlio del ladro (alias Chalanoglu) cercando di guadagnare la loro fiducia con favori e offerte di viveri. Di Esposito (che nel frattempo auspica che il reato venga prescritto..), tuttavia, nessuna traccia.
A poco a poco le due famiglie fanno amicizia tanto da organizzare un pranzo durante il quale si incontreranno le due famiglie con certamente la presenza di Esposito, ancora ignaro del fatto che il padre della famiglia Bottoni sia il brigadiere che gli sta dando la caccia.

Al momento dell'incontro fra la "guardia" e il "ladro", che avviene fuori di casa e lontano dagli occhi delle famiglie già riunite per il pranzo, Esposito rimprovera il brigadiere per avere carpito la buona fede dei suoi familiari mentre Bottoni gli confida il suo dramma lavorativo. Una sorta di umana complicità nasce tra i due, uniti da una esistenza grama. Si capovolgono così i ruoli ed è lo stesso Esposito a decidere di farsi condurre in prigione, nonostante Bottoni ne sia ormai riluttante; in quel momento il brigadiere promette che provvederà anche alla famiglia di Esposito. Entrati in casa e tenuta nascosta la verità alle proprie famiglie, convinte che i padri di famiglia siano entrati in affari, i due lasciano il pranzo conviviale facendo credere che Esposito parta per un lungo viaggio di lavoro e che Bottoni lo accompagni alla stazione -.

Come avrete forse notato, le evidenziazioni in grassetto terminano prima della nascita dell’amicizia tra la “Guardia” e il “Ladro”. Infatti, rispetto alla fantasia cinematografica, nella realtà sarebbe impossibile per qualsiasi tifoso bianconero anche solo ipotizzare che possa nascere un minimo di simpatia nei confronti di un certo tipo di tifoso interista…

L’Inter è la squadra italiana indiscutibilmente più forte, con un centrocampo ed un centroavanti al top in Europa. Ha il miglior attacco e la miglior difesa e pratica il calcio di chi sa di essere il più forte, perché quando decide di spingere chiude le partite. Eppure ha paura della Juventus? Una squadra, priva di Pogba e composta da tanti giovani e giovanissimi, che sa perfettamente di essere nettamente più debole della rivale neroazzurra.
A parere mio, il motivo delle polemiche interiste nasce dal fatto che l’Inter ha la necessità di crearsi un nemico credibile per rendere meno scontata la conquista dello scudetto.

In questo modo, però, gli interisti riescono sempre e comunque a rendersi patetici… sarà forse nel loro DNA, nonostante si siano sottoposti alla cura dei bianconeri Antonio Conte e Giuseppe Marotta.