Scrivo poco in questo periodo, semplicemente perché non ho nulla di diverso da esprimere rispetto al solito ed è vero che repetita juvant, ma qui piuttosto siamo di fronte da un desolante Juve repetitat (passatemi il neologismo latinizzato, sul tema non mi è rimasto molto altro...) che non lascia scampo e svuota di ogni energia creativa chi, come me, ha denunciato l'incombere della implosione in tempi non sospetti, quando i tamburi bianconeri invocavano con veemenza il cambiamento di mentalità, sacrificando sull'altare della vanità e dell'autocontemplazione la solidità, la concretezza, la nostra natura di squadra spietata e vincente. Ma non bastava, eh no, non bastava più disarmare gli avversari in Italia annientandoli con colpi secchi e micidiali, né spaventare le grandi d'Europa, assestandosi stabilmente tra le prime, in attesa di limare i dettagli per completare l'opera ed essere magari eletta da lì a poco anche regina del vecchio continente.

Sarebbe stato sufficiente proseguire nel percorso di programmazione delineato da una dirigenza sinergica e omogenea, che aveva saputo sopperire al possibile uragano dell'inatteso dopo Conte con una repentina scelta del successore, tanto apparentemente impopolare quanto bem presto rivelatasi perfettamente calzante rispetto alle esigenze della squadra. Eravamo granitici, coesi, concreti, FORTI! Ma non bastava, chissà perché non bastava e così, partendo dall'operazione Cristiano Ronaldo, come Michael Jackson la Juventus si è ostinata a voler cambiare pelle, con il che scarnificando la propria secolare conformazione e rimanendo fatalmente priva di identità.
Prendete i due gol subiti ieri sera a San Siro; il primo con i tre difensori centrali in linea davanti all'area piccola e il resto dell'area di rigore vuota come le strade del centro di Milano in zona rossa, consentendo a Vidal di arrivare, saltare, impattare e segnare, manco stesse facendo una esercitazione 11 contro 0... Ancora più eloquente il raddoppio, maturato in contropiede da un lancio di 35 metri su Barella che si invola, con il Giorgione nazionale arrancante, che allarga sconfortato le braccia in corsa mentre tenta vanamente di arginare l'avanzata del piccoletto sardo, che però, rapido e preciso, non lascia scampo.
Le telecamere si soffermano su Pirlo, che con la sua folta chioma castana meshata di ciocche ramate assiste immobile allo stillicidio della propria squadra e in conferenza poco dopo dirà: "Abbiamo sbagliato atteggiamento, abbiamo avuto paura dei loro attacchi e siamo stati troppo passivi". PAURA? La Juventus, che vince campionati da 9 anni consecutivi? La Juventus, spauracchio di qualsiasi avversaria perché mai sazia di combattere e imporre la propria forza? La Juventus, capace di soffrire e colpire, subire e risolvere? Tutto si può capire e giustificare: le difficoltà economiche e ambientali dettate dalla pandemia, la necessità di assestamento di un nuovo impianto tecnico e tattico, la superiorità dell'avversario; ma la resa incondizionata per PAURA, no, questo non è concepibile.

Al contrario del suo predecessore (al quale - me per prima - onestamente mai nulla è stato perdonato né alcuna attenuante concessa) l'insediamento di Andrea Pirlo, pur nella sorpresa generale, si è consumato in un diffuso clima di buonismo, conquistato di diritto dalla aura del suo trascorso di immenso giocatore; per questo spiace vederlo così impotente e spaurito e ancora oggi le critiche nei suoi confronti sono quasi sempre smorzate, sfumate, levigate,  Ma benedetto figliolo, dico io (e non da ora...), perché in sede di presentazione anche tu hai fatto proclami di innovazione e progresso, manco fossimo in campagna elettorale? Perché ti sei fatto trascinare nel tranello del concetto di  predestinato, perché ti sei calato senza riserve nel ruolo di Maestro, titolo attribuito ad honorem dall'opinione pubblica, quella stessa che ovviamente adesso ti sta aspettando al varco? Non sarebbe stato più intellettualmente onesto - o comunque, fidati, certamente più opportuno - assumere un profilio basso, dichiarare un tanto banale quanto inappuntabile intento di lavorare per ottenere il massimo dalla rosa a disposzione, senza dissertazioni teoriche e astratte di come la tua squadra avrebbe dominato il gioco, annichilendo le squadre avversarie con possesso, riconquista, ampiezza, aggressione degli spazi.... tutte belle parole, certo, ma di fronte alla Commissione esaminatrice di Coverciano e non a giornalisti ed opinionisti assetati del nostro sangue?!?
E per carità, non mi si dica che il ragazzo ha bisogno di tempo, perché questo è un concetto incompatibile con la nostra storia e la nostra natura; la Juventus è stata creata per vincere, la Juventus non è mai stata farfalla variopinta, ma piuttosto drago a tre teste, la Juventus è un cobra che ipnotizza, morde e annienta alla velocità della luce. Questa è sempre stata la Juventus e questa avrebbe dovuto continuare ad essere!
Non mi dilungo sulla dirigenza, chi ha avuto la bontà di leggere qualche articolo precedente conosce la mia opinione al riguardo; siamo in mano ad una pericolosissima banda di guappi lasciati a piede libero, che continuano ad andare in giro a far danni. Agnelli da ormai un anno non siede più in tribuna accanto a loro, ma onestamente io credevo che quando due anni fa il nostro Patron disse "Chi sbaglia paga" avesse in mente qualcosa di più che punirli mettendoli faccia al muro!

Vi saluto amici, passo e chiudo, non ho voglia di proseguire in questo mesto monolgo. Spero solo, prima o poi, di poter scrivere cantando di partite pugnacee, di testosterone che trasuda dalle nostre stilizzatissime maglie a strisce, di battaglie vinte o perse ma combattute, di bellissime conquiste bianconere, quelle che da ormai troppo tempo non mi scaldano più il cuore.