Avete presente i criceti che girano vorticosamente sulla ruota nella loro gabbietta? Ecco, così mi sentivo io stanotte nel mio letto, dopo la disfatta di Champions; ed ora mi ritrovo con occhi rossi e stanchi, faticosamente proiettata verso l’ennesima giornata di corse e impegni, tra lavoro, figli, marito, casa e... post Juve-Porto da gestire in qualche modo.
Che dire?

  • Era già tutto previsto ... 
  • Si stava meglio quando si stava peggio...
  • Chi lascia la strada vecchia per la nuova ....

Ahhh quanti aforismi potrei ancora citare per descrivere i fatti di casa Juve! 
Tranquilli, non parlerò del passato, non servirebbe a nulla se non ad acuire la mia amarezza; mi chiedo però cosa siamo ora e soprattutto cosa vogliamo diventare? Assistere ad una partita della mia squadra ormai (oltre che un puro atto di fede e di pazienza) è un faticosissimo esercizio interpretativo di concetti calcistici confusi e male assortiti: un desolante ibrido, un fragile assemblaggio tattico di forze tecniche disomogenee, una continua instabile (e, ahimè, destabilizzante) improvvisazione; se qualcuno ha davvero creduto per un attimo che la strada imboccata fosse quella giusta e che al momento  bisogna avere pazienza, “dare tempo” per sviluppare “il progetto”, beh, forse farebbe meglio a cambiare spacciatore! Perché in realtà dietro questo scempio non c’è alcuna programmazione, ma solo un pericolosissimo e disarmante gioco d'azzardo, cominciato paradossalmente con l’acquisto del giocatore più forte del mondo, che però è risultato stare alla Juve come Superman sbarcato sul pianeta Crypto, come Achille colpito al tallone, come Rocco Siffredi ospite di un convento francescano!
Dov’è la Juve moderna, propositiva, padrona del campo, la Juve OFFENSIVA... ecco, sì, offensiva ci sta, ma nel senso che questa squadra sta offendendo la sua prestigiosa storia, calpestando il proprio DNA.

Lascio a chi di dovere le analisi dettagliate dei perché e dei per come; sono solo una tifosa delusa ed arrabbiata, il cui unico diritto è quello di vivere e condividere le proprie emozioni.
Spero però che qualcuno nelle prestigiose stanze dei bottoni della Continassa si scuota dallo stato catatonico in cui da troppo tempo sembra versare, eliminando quella patina di intangibilità, arroganza e onnipotenza che hanno indotto erroneamente a credere che alla Juventus gloria e vittorie spettino di diritto.
Chi sbaglia paga; si dice così, no? 
E allora, è giunta l’ora che si mettano in fila!