La tripletta contro il Cagliari di Cristiano Ronaldo, con tanto di gesto polemico verso le telecamere e rifiuto a presentarsi davanti ai microfoni a fine partita, mi fa sorgere spontanea una domanda: "Ma qualcuno gli ha spiegato che i 31 milioni di euro netti all'anno non gli sono stati concessi per vincere la classifica di capocannoniere del campionato italiano?". Sgombro immediatamente il campo dagli equivoci: non mi accodo alla pletora di tifosi che hanno attribuito al fenomeno portoghese la responsabilità della ultima cocente eliminazione dalla Champions né di coloro che lo discutono in senso assoluto; al netto della antipatia che da sempre provo verso il personaggio, considero CR7 UN calciatore immenso, capace di massimizzare le grandi doti fisiche e le buone doti tecniche ricevute da madre natura grazie ad una professionalità fuori dal comune; ma, appunto Cristiano Ronaldo è UNO, mentre a calcio si gioca (e si vince o si perde) in UNDICI.

Ho sostenuto in tempi non sospetti (ricevendo non pochi improperi), che l'operazione Ronaldo è stata l'inizio della fine del glorioso ciclo della Juventus dell'ultimo decennio; un abnorme sforzo finanziario fine a se stesso (tra l'altro foriero di un necessario aumento di capitale di 300 mln di euro e dell'emissione di un prestito obbligazionario di 200 -  tutte poste che impattano pesantemente sullo stato patrimoniale della società, quotata in borsa); perché se decidi di darti una dimensione veramente ultra-nazionale per provare a raggiungere le vette che contano, non puoi acquistare il giocatore più forte del pianeta senza dotarti delle infrastrutture necessarie a farlo rendere per quanto vale. Checché se ne dica, Ronaldo non ha mai vinto da solo; da solo ha finalizzato il lavoro dei compagni, e lo ha fatto in modo talmente vigoroso e continuo da meritare il podio del migliore. Ma ogni trofeo sollevato, ogni pallone d'oro vinto, ogni record sgretolato, non sono altro che la punta dell'iceberg costituito da giocatori fantastici messi al suo servizio, senza i quali oggi CR7 sarebbe semplicemente Ronaldo, ottimo giocatore con una buona carriera alle spalle.
Sarebbe stato necessario rifondare la squadra per valorizzare quell'acquisto, ma quando il direttore generale e l'allora tecnico lo fecero notare, furono defenestrati senza esitazione, uno perché ormai "di antiche vedute", l'altro perché incapace di far rendere la squadra come dovuto, nonostante il gioiello a disposizione.
Quello che è successo in questi tre anni è storia nota (tristemente per noi juventini, da sbellicarsi dalle risate per gli avversari): si è vinto molto meno di prima, si è giocato molto peggio di prima, ci si è indebitati molto più di prima!
Lui ha continuato a fare gol su gol, ma questo è servito solo ad arricchire il suo già pingue curriculum, senza nulla aggiungere in termini pratici all'albo della Juventus FC. Eliminati malamente dalla Champions, abbiamo vinto due campionati, cosa che del resto accadeva già da sette anni consecutivi con giocatori del calibro di Matri, Padoin, Lemina, Hernandez... Attualmente siamo distanti 10 punti dalla vetta, il che ha dell'incredibile, perché se è vero che la rosa non è minimamente adatta a competere con le grandi d'Europa, altrettanto innegabile è che rispetto al livello delle squadre italiane è ancora sensibilmente la migliore, o comunque non inferiore a quella della capolista...
Ma questa è un'altra storia...

Concludo dicendo: "Caro Cristiano, non prendertela se qualcuno tra i giornalisti ha peccato di lesa maestà dopo lo scempio di martedì in Champions, o se qualche tifoso ha osato mettere in dubbio le tue qualità taumaturgiche; tu sei e rimani un grande campione, ma la tua tripletta al Cagliari in questo momento ha solo il sapore di una caccia al piccione per chi è vegetariano!"