Ok, va bene, lo scherzo è bello quando dura poco: spirito malefico che ti sei impossessato del nostro presidente, adesso vai a fare un giro dalle parti della Madunina, lì dove i misfatti calcistici sono pane quotidiano. Dai, torna da dove sei venuto!

Ma io dico: avevamo una società che dopo il disastro di calciopoli e i suoi postumi era riuscita a costruire un prototipo presto divenuto una macchina pressoché perfetta in Italia e quasi in Europa; e poi? E poi giochi la partita della vita a Madrid nella primavera del 2018 e sebbene non superi il turno di Champions, un certo Cristiano Ronaldo rimane folgorato e chiamato a corte il fido procuratore, proclama: “Habemus mea nova squadra!”. Detto fatto: il Re chiama, la Regina (sigh) risponde, mettendo sul piatto i risparmi di un decennio per acquistare il cartellino e soddisfare le richieste di ingaggio del Pluri-Pallone d’oro, il Mister Champions, l’Highlander, il Mitico, l’Esimio, il Formidabile: tanto ci rifaremo con gli interessi! Eppure l’allora direttore generale aveva storto il naso e recalcitrato, ammonendo i giovani virgulti della dirigenza dei molteplici rischi legati a quell’operazione.
Risultato? Marotta è mentalmente vecchio, non ha l’intraprendenza manageriale che serve alla Juve dell’avvenire, servono nuovi approcci  per fare il salto definitivo... (sì il salto mortale!): via, via, non ci serve più! E lo stesso accade qualche mese dopo con Massimiliano Allegri, reo di aver vissuto sulla propria pelle e denunciato alle alte sfere i limiti di una rosa ormai logora e male assortita. Eh no! Sei tu che non sai farci giocare bene, caro Acciuga, perché “Questa squadra è difficilmente migliorabile!”. Via, via, non ci servi più! In quell’occasione il presidente vacilla, sente che cambiare guida tecnica potrebbe essere un errore, ma a lui non piacciono gli “yes man” (cit. conferenza del 18/5/19) e così decide di dare fiducia ai suoi delfini. Tranquillo Andrea, ci pensiamo noi! Ti portiamo Maurizio Sarri, il vate del “bel giuoco”, il portabandiera dello spettacolo garantito; lui dimostrerà che avevamo ragione noi e che con Cr7 non ce ne sarà più per nessuno, sbancheremo! Sì, come no? Per sbancare effettivamente abbiamo sbancato, ma i  conti societari e gli scaffali del Malox, tanto ne abbiamo dovuto ingurgitare la scorsa stagione noi tifosi.

Così, in una calda sera d’agosto, ancora increduli per l’eliminazione dagli ottavi di Champions, ecco che il presidente Agnelli sembra tornato saldo in sella al suo destriero e ripresosi lo scettro lasciato in mano ai suoi vassalli un anno prima, decreta senza esitazione la fine dell’avventura sarriana alla guida della Juventus, preannunciando “l’inizio di una nuova era”. Chi sarà il prossimo leader? A chi sarà affidata la panchina per un nuovo travolgente inizio? Guardiola? Pochettino? Di nuovo Allegri? Eh no, amici, troppo facile così: il nuovo allenatore della Juventus sarà ANDREA PIRLO! No Pres., evidentemente non ha capito la domanda: chi allenerà la prima squadra, non l’Under 23. “ANDREA PIRLO, IL MAESTRO!”

Sul resto non mi dilungo, lascio ai veri intenditori le disquisizioni tecnico-tattiche; personalmente fino ad oggi ho visto un giovane volenteroso, elegante e composto (e questa è comunque una buona notizia), che studia approfonditamente gli avversari, proponendo di volta in volta formazioni diverse e moduli variabili, salvo arenarsi costantemente di fronte al primo episodio non lineare della partita: un gol subito in avvio, una espulsione, una decisione arbitrale sfavorevole, un cambio azzeccato dell'allenatore avversario, situazioni che solo l’esperienza accumulata negli anni può aiutare a gestire idoneamente.
La Juventus, che si trova in bilico tra il vecchio e il nuovo, tra un ciclo che si sta chiudendo ed uno che dovrebbe partire senza soluzione di continuità, DEVE trovare la chiave: quindi, caro spirito che ti aggiri dalle parti della Continassa, per favore, raccogli le tue spore malefiche e rivolgile altrove, perché noi SIAMO LA JUVE!

Buone feste a tutti!