Quanto mi manca il fragore dello stadio, quell'intreccio di voci eterogenee e distoniche  provenienti dai vari settori, che però, durante l'inno trasmesso dagli altoparlani, per incanto divengono sinfonia, convogliando in un unico assordante urlo di battaglia, con la convinzione che quella energia emanata a pieni polmoni da uomini, donne, anziani, bambini, si trasponga per osmosi nei muscoli e nel cuore dei nostri beniamini! 

"THE CHAMPION!" ruggivamo fino ad un anno fa appiccicati gli uni agli altri, con gli occhi rivolti al cielo, temporaneamente avvolti in un'aura di invincibilità.

Poi è arrivata la pandemia, che con inaudita prepotenza si è impossessata del nostro tempo e dei nostri spazi, distanziandoci, mascherandoci e così smorzando emozioni e progetti, costringendoci al vuoto intorno, foriero di prostrante solitudine, svilente silenzio.
Ciascuno di noi si è dovuto resettare mentalmente, riorganizzando le priorità, cercando di capitalizzare le proprie risorse, mantenendo con grande difficoltà equilibrio e ottimismo, ma senza fermarsi, né rinunciare a credere che presto tutto questo finirà e si torenerà ad essere liberi di creare, produrre, comunicare, CONDIVIDERE.

E certo a non potersi fermare è il mastodontico carrozzone del calcio, con il suo incalcolabile indotto economico, sì che in tale contesto la citazione "The Show must go on" non viene accostata ai Queen, ma è utilizzata come vero e proprio incipit, di precetto monster da cui ripartire, con le molteplici difficoltà legate alla necessità di ovviare ai mancati incassi dei botteghini, al venir meno di corpose sponsorizzazioni, al diluirsi dei diritti televisivi, a fronte del persistere di costi elevatissimi legati alla manutenzione delle infrastrutture e soprattutto alla gestione dei monte-ingaggi degli atleti.

Non sfugge da questa logica la Champions League, il più prestigioso torneo mondiale per club, che nell'edizione 2018/19 (l'ultima svoltasi regolarmente), proprio grazie all'indotto di proventi pubblicitari, marketing e diritti TV, ha raggiunto un volume d'affari di circa 3,5 milioni di Euro, linfa vitale per i club partecipanti, per la federazione continentale e per l'intero sistema coinvolto, a cominciare dai veri attori non protagonisti, vale a dire noi appassionati.
L'ultima edizione, dopo la sospensione del torneo in primavera, è stata completata lo scorso agosto, al termine dei singoli campionati nazionali e previo rinvio del Campionato Europeo per Nazioni all'estate  del 2021. Ultimati gli ottavi, è stata scelta Lisbona come sede unica per lo svoglimento - in gara secca e  in stadi rigorosamente a porte chiuse - dei quarti di finale e delle seminfinali, terminando il 23 agosto con la finale tra Bayern e Paris Saint Germain.
Rivelatasi ben presto vana l'illusione che la forza del Covid si stesse affievolendo, eccoci nuovamente alle prese con l'espansione del contagio, che tutti speriamo non comporti un nuovo lock down, ma che certamente non consentirà di tornare alla normalità entro i tempi auspicati.

In tale frammentario quadro, come assicurare l'esecuzione dell'edizione 2020/21 della Champions League?
Per la fase a gironi, da svolgersi secondo le ordinarie modalità, l'UEFA ha emanato lo scorso 31 agosto un protocollo di regole, che prevede controlli periodici sui tesserati, con un numero minimo di giocatori negativi ai test  (13, di cui almeno un portiere) a distanza di non meno di 24 ore dal match per potervi partecipare; numero di spettatori fortemetnte limitato e diritti televisivi quasi interamente percepiti dalla Pay per view; in caso di squadra impossibilitata a presenziare ad un match per mancanza del numero minimo di giocatori negativi, la partita, ove possibile, sarà riprogrammata, altrimenti sarà assegnata la sconfitta a tavolino della squadra responsabile della match non disputato, a meno che l'Uefa riscontri che nessuna delle due squadre (o entrambe) sia responsabile del mancato svolgimento e che pertanto la partita non possa essere dichiarata annullata, nel qual caso  il risultato sarà deciso da un sorteggio. In caso di positività di un membro del team arbitrale designato per una partita, la UEFA può designare direttori di gara sostitutivi, che potrebbero eccezionalmente essere della stessa nazionalità di una delle squadre e/o non in lista FIFA.
Una volta ultimata (si spera...)  la fase a gironi, considerata l'estrema incertezza determinata dal quadro sanitario di riferimento e dalle difficoltà di co-esistenza con le manifetsazioni calcistiche concomitanti (campionati nazionali e gare di preparazione all'Europeo), è necessario individuare uno strumento che consenta di ultimare il torneo in sicurezza, in tempi quanto più  rapidi possibile, arginando a monte il rischio di interruzione o cancellazione.
Personalmente ritengo che lo strumento più adeguato a tal fine sia già stato positivamente proposto e consista nel modello adottato negli Stati Uniti per ultimare l'ultima edizione dell'NBA, attraverso la creazione della così detta bolla. In estrema sintesi, individuata l'area geografica di riferimento a Los Angles, nel parco divertimenti Disenyland, è stato creato un apposito sito in cui isolare tutti i soggetti coinvolti nel torneo; 300 giocatori e altri 1500 soggetti, tra personale sanitario e addetti, familiari e giornalisti, che, previ accurati controlli volti ad accertare la negatività al virus, sono rimasti chiusi per circa tre mesi (dal 7 luglio fino alla finale dello scorso 12 ottobre tra Miami e Los Angeles, culminata, per la cronaca, con l'assegnazione del diciassettesimo anello della propria storia ai Lakers di un inarginabile LeBron). E se l'impegno finanziario per sostenere il progetto è stato certamente imponente, aggirandosi sui 150 milioni di dollari, il risultato è stato eccezionale: nessun contagiato e impatto del costo economico fortemente arginato dall'indotto di sponsor, diritti TV, vendita di biglietti realizzata attraverso l'avveneristica iniziativa del virtual fan.

La Champions league, fondendo il modello bolla NBA, con il sistema adottatro lo scorso agosto per le final eight, potrebbe dare vita all'escluivo MODELLO SCRIGNO (così contraddistinguendolo da quello preesistente con un proprio autonomo segno distintivo).
Queste le linee guida:

- area geografica; Disney Paris, nella città di  Parigi;
- Squadre partecipanti: 16, con un massimo di 25 giocatori per ciascuna;
- numero massimo altri tesserati ammessi per ciascuna squadra: 20 
- numero massimo addetti media ammessi: 500
- periodo di svolgimento delle partite in gara unica: 10 febbario / 27 febbraio (con sospensione dei campionati nazionali e recupero successivo delle partite rinviate)

calendario: 10/11 febbraio 2021, ottavi di finale suddivisi nei due giorni; 15/16 febbraio 2021, quarti di finale suddivi nei due giorni; 20/21 febbraio le due semifinali; 27 febbraio 2021 finale.

Il numero limitato di presenti e la durata dell'evento molto opiù breve rispetto all'NBA consentirebbe di ridurre i costi rispetto a quanto sostenuto per realizzare la bolla, con possibilità di minimizzarli ulteriormente grazie ad  introiti reperiti con iniziative analoghe a quelle utilizzate in USA ed eventuali ulteriori.

Ovviamente, quello da me proposto è solo un canovaccio primordiale, realizzato su una idea di base, ma soprattutto proiettato verso una speranza: che il torneo per club più avvincete del mondo possa farci compagnia anche quest'anno, in attesa che tutto torni a tingersi di voci e colori.
E che vinca il migliore!