Eccoci qui, chini a raccogliere i cocci che sono ormai frammenti, spaesati a guardare indietro senza trovare più neanche un sassolino che ci indichi la strada e impauriti nello scrutare il futuro, che oggi più che mai appare avvolto in una fitta coltre di nebuloso grigiore, quasi che il bianco ed il nero delle nostre gloriose maglie si fossero fusi in un'unica tinta sbiadita.

Il presente ci vede abulici in campo e annaspanti in classifica, come un sub che cerca disperatamente di raggiungere con un colpo di pinna la superficie per prendere aria, ma subito dopo va di nuovo giù e alla richiesta di una plausibile spiegazione, la risposta è rappresentata dal balbettare del responsabile dell'area sportiva ai microfoni prima di ogni partita e dagli occhi bassi dell’allenatore di fronte alle scarne (per sua fortuna) domande di una sala stampa rarefatta dalle misure restrittive della pandemia dopo il fischio finale. Intanto i tifosi sui social si dividono tra gli indefessi promotori degli #out di turno, e quanti inveiscono indignati contro chi osa criticare una squadra che per nove anni "ci ha regalato tante soddisfazioni"; a questi ultimi ogni tanto cerco di spiegare che la contemplazione fine a se stessa non è strumento d’amore ma di resa, ricorrendo a tal fine al più emblematico degli esempi: se tuo figlio dopo anni in cui è stato il primo della classe improvvisamente si fa bocciare, tu non lo assolvi in nome di ciò che è stato, ma cerchi di analizzare le ragioni del peggioramento per aiutarlo a rimettersi nelle condizioni di primeggiare. Poi, però, quasi sempre vengo investita da un misto di insulti, luoghi comuni, ma soprattutto di SE SARESTI tu… non AI capito Gniente …e a quel punto lascio perdere!
Così mi limito a leggere, ascoltare, annotare e intanto scuoto il capo, in un misto di rabbia e frustrazione. Ripenso ai miei articoli pubblicati su questo blog, in cui in tempi non sospetti avevo additato come principio della fine l'allontanamento dall'organico dirigenziale di Marotta (vero mentore della Juventus vincente del decennio che fu), sentendomi rispondere che in realtà il varesino non valesse niente perché aveva comprato De sciglio e rinnovato il contratto a Kedhira (…); avevo sbattuto i pugni dopo l'esonero di Allegri, reo di far giocare male la squadra e – udite, udite - di aver perso due volte la finale di Champions League… , vedendomi additata come aliena e accusata di insana e insensata passione per il livornese; ho recalcitrato all'arrivo di Sarri, ricevendo in cambio il consiglio di allacciare le cinture perché, finalmente, dopo la jattura degli ultimi 5 anni si sarebbe ripreso a volare. In ultimo è arrivato Pirlo e dopo qualche articolo interlocutorio, scritto più per allenare la penna che per vera convinzione, ho deciso di mollare il colpo, di non comparire più su queste pagine.

Stamattina, complice una udienza in tribunale rinviata all'ultimo momento, la matassa dei pensieri bianconeri ha cominciato a srotolarsi inarrestabilmente; così, tra un commento letto qua e là per il web, sono arrivata a cliccare sul link di "Vivoperlei", e dopo aver scorso velocemente qualche titolo, mi sono ritrovata sulla sezione “Scrivi un articolo”.
Guardare avanti, cercare risposte, provare ad immaginare da dove ripartire.
Cambio integrale della struttura dell’attuale assetto dirigenziale, il che significa (a costo di apparire impopolare) non rinunciare necessariamente ad Andrea Agnelli (dubito che nel panorama Exor ci sia una figura con maggiore esperienza in campo calcistico), ma farlo nuovamente affiancare da figure adeguate e competenti, centrate sulla realtà fattuale e sugli obiettivi da perseguire a breve-medio termine, primo fra tutti arginare l'emorragia finanziaria da cui la società è stata travolta per cause certamente proprie, cui si sono affiancate le devastanti congiunture pandemiche. A partire da un Responsabile Finanziario e  un Direttore Generale in grado di delineare un quadro obiettivo della situazione ed individuare gli strumenti per intervenire sulle poste di bilancio maggiormente esposte, esaminando il parco giocatori a disposizione con cura minuziosa e abbandonando una volta per tutte il richiamo mediatico di grandi nomi in parabola discendente o di parametri zero da compensare con ingaggi faraonici che incidono pesantemente (il costo del cartellino lo si ammortizza negli anni, l’ingaggio invece resta un costo per tutta la durata del rapporto); puntare alle plusvalenze mediante cessioni calmierate e acquisti utili e non ridondanti; Fabio Paratici a quel punto potrebbe tornare a fare ciò  per cui era stato assunto e apprezzato, ovvero il direttore sportivo, privato di ogni potere gestorio nelle trattative e rappresentativo nei rapporti tra club. Pavel Nedevd invece faccio davvero fatica a collocarlo; è amico di Rajola? Suvvia, abbiamo vinto per più di un secolo senza questo genere di alchimie...
La guida tecnica dovrebbe essere (ri…)-affidata ad un allenatore che conosca l'ambiente e sappia trasmettere valore: Max Allegri? Io dico di sì nell'interesse della squadra, anche se credo che per lui una scommessa del genere, visto il contesto, sarebbe molto rischiosa, avendo solo da perdere dopo quanto fatto nel suo entusiasmante lustro precedente. In alternativa il massimo sarebbe Zinedine Zidane, ma il costo del suo ingaggio è proibitivo e il tasso tecnico della squadra troppo deficitario per le sue ambizioni. No in ognic aso ad allenatori emergenti come Roberto De Zerbi o Vincenzo Italiano, che nella Juventus non avrebbero il tempo di radicare la loro mentalità di gioco e potrebbero essere sopraffatti dalle pressioni dell’ambiente. Roberto Mancini potrebbe fare al caso nostro, ma credo che il marchigiano voglia legittimamente guidare la Nazionale sino ai prossimi campionati del Mondo. Qualcuno anela al ritorno di Antonio Conte, che in caso di addio di Andrea Agnelli potrebbe anche verificarsi ma che personalmente non mi auspico assolutamente, non solo per questione di amor proprio, ma anche per i suoi limiti tattici e caratteriali, incompatibili con ambizioni ultra-nazionali.
La squadra dovrebbe essere imperniata su una ossatura nuovamente composta da giocatori italiani; Federico Chiesa potrebbe diventarne l’alfiere, insieme ad altri giovani quali Locatelli, Lazzari, e magari Gigio Donnarumma. Bonucci potrebbe fare da collante in spogliatoio, ma a patto di rinunciare senza pretese ad un ruolo di protagonista fisso in campo. Degli stranieri sarebbe certamente da trattenere Matthias De Ligt, sfruttando al contempo fino a quando ne ha, le capacità e la generosità di Juan Cuadrado; si potrebbe provare a recuperare Bentancur, valorizzandone e non snaturandone le caratteristiche, così come Kulusevsky e magari rilanciare Dybala, una volta epurato l’attacco dalla figura ingombrante - e ahimè inutile - di Cristiano Ronaldo.
Per il resto, piazza pulita, anche se mi rendo conto che alla luce della situazione economica della società, sarà impossibile ottenere repentinamente un cambio così massiccio del parco giocatori, il che implica più che mai attenzione e saggezza nelle modifiche da operare progressivamente.

Difficile, difficilissimo, anche perché nel frattempo l’Inter potrebbe assestarsi ancora di più (senza peraltro tralasciare le possibili ripercussioni del bailamme societario) e il Milan proseguire nel suo lento progetto di crescita; ma muovendoci con rapidità e lucidità sono certa che riusciremo a riassestarci senza eccessiva fatica ai massimi livelli, riuscendo a fronteggiare adeguatamente le avversarie e quindi riacquisendo in tempi brevi la necessaria mentalità battagliera, indispensabile per tornare a vincere.
Forza e coraggio!