Alla fine lo ha ammesso: non sto parlando della biografia della dottoressa Boccassini che rivela i suo platonico amore verso indimenticabile Magistrato siciliano Giovanni Falcone, tragicamente scomparso nell'agguato di Capaci.
Non sto trattando della trama di un film d'amore dove gli amanti si rincorrono per anni senza poter coronare il loro sogno di vivere insieme la loro storia appassionata, sebbene apparentemente gli ingredienti ci sono tutti; c'è in lui un principe affascinante che è sposato a vita con la sua bella e fedele compagna; c'è una rivale che ha armi di seduzione importanti e che potrebbero sedurre il bel principe, ma cui il ragazzo conteso non cede mai fino alla fine, quando giunti ormai all'epilogo della Storia ed è ormai tardi per modificare gli eventi.
Il Principe resterà fedele alla sua splendida compagna, ma avrà il tempo per rivelare che sì è vero che ha "fantasticato" su quella tentazione cui peraltro non ha mai ceduto.

Sto parlando di Francesco Totti, un calciatore incredibile che il Milan ha invidiato alla Roma fin dal suo esordio tra i "Grandi"; la Società rossonera lo ha corteggiato per anni, soprattutto nella sua prima parte di carriera. Quella "corte" aveva una attrattiva particolare, perchè il Milan di Berlusconi-al di là dell'aspetto economico - aveva molte armi seduttive: i rossoneri vivevano una epopea storica contraddistinta di vittorie e rivoluzione del gioco del calcio insieme, grazie a un allenatore Sacchi, venuto dal nulla, come succede quando nascono le favole.
Nel Milan giocavano i più grandi calciatori italiani e stranieri, molti dei quali vincitori di "palloni d'oro" oltre ai prestigiosi titoli di squadra. Abituato a scegliere il meglio, Silvio Berlusconi ci ha provato,  eccome se lo ha fatto, a convincere il Principe Francesco a lasciare il suo primo grande amore e scegliere l'adorabile rivale rossonera.

Oggi Francesco che ha concluso la sua carriera calcistica lì dove l'aveva iniziata, ha rivelato che per il Milan ha tentennato, ha fantasticato sul vestire il rossonero al posto del giallorosso, ha sognato di alzare coppe e trofei come purtroppo non è riuscito a fare; ha fantasticato di giocare con icone del calcio come Maldini, Baresi, Baggio, Weah, Bierhoff, Boban, Sheva e tanti altri.
La fantasia lo ha fatto volare a Milano, Milanello Arcore dove avrebbe potuto conoscere un'altra vita, un'altra storia.
Ma era una tentazione, poi la sua testa, come dice lui, ha scelto: ha scelto il Primo amore, ha scelto la sua città, ha scelto la fedeltà. Ha dimostrato all'universo calcio quanto grande fosse non solo il calciatore ma soprattutto l'Uomo.
Berlusconi e il Milan hanno capito e pur con rimpianto hanno mollato la presa; fu Silvio Berlusconi in persona a dichiarare " Non è concesso strappare una bandiera alla sua Squadra" e da quel momento Galliani rinunciò a rincorrerlo.

Oggi Francesco, scarpette appese al chiodo, riconosce al Milan tutto il fascino e il peso della sua rinuncia.
Grazie Francesco, in bocca al lupo per tutto e chissà se in un' altra vita..................