"È chiaro che dall'incontro con Inter e Milan che si è tenuto ieri mattina ne viene fuori una cosa molto evidente: il vecchio San Siro non lo vuole più nessuno. Quindi sarà un problema in più per il Comune".
Questa la sintesi rilasciata alla stampa quest'oggi da un amareggiato Beppe Sala, al termine dell'incontro svoltosi con i rappresentanti delle due squadre cittadine per definire la sorte del Meazza.
Una sintesi ancora più estrema potrebbe essere sulle note di Jannacci: "Vengo anch'io... no tu no!" 

Perchè il Sindaco non tiene conto delle troppe lungaggini ed ambiguità che hanno caratterizzato in questi anni l'Amministrazione meneghina e le sue procedure nonchè dell'incapacità di prender spunto dall'esempio di altre municipalità (Torino su tutte) che hanno visto nel progetto nuovo stadio municipale l'occasione per riqualificare aree cittadine. 
Ricordiamo i termini dei progetti San Siro, cui dovrebbero partecipare rossoneri e nerazzurri, come aggiornato all'ottobre scorso: rimozione totale del terzo anello dell'attuale Meazza e della struttura sovrastante (comprese le torri) con un ritorno alla struttura originaria;  creazione di un anello zero (in pratica un "parterre" abbassato rispetto alle tribune attuali); riconversione del terzo anello ad area museale / marketing; copertura dell'intero impianto e relative rampe con una nuova struttura volta a ridurre impatto ambientale ed inquinamento acustico. Alternativo a questo il progetto "nuovo San Siro nel Meazza" che di fatto conserva l'attuale struttura con un restyling architettonico, eliminando il terzo anello e creando una galleria commerciale polifunzionale.
In entrambi i casi la capienza del Meazza si ridurrebbe a 60.000 persone.
Il Milan ha sempre obiettato che entrambi i progetti non considerano l'esigenza della società di aumentare i ricavi facendo leva su introiti alternativi all'evento sportivo. L'esempio della maggior parte dei club esteri mostra come l'obiettivo si raggiunga solo con uno stadio di proprietà funzionale alle caratteristiche dell'utenza che non è costituita solo dai tifosi ma anche da chi vuole fruire di spazi e locali alternativi all'evento sportivo (ristoranti, cinema, musei, negozi etc). 

La mozione degli affetti vorrebbe conservare San Siro e le sue suggestioni, ma se si guarda ad altri templi sacri del football (come Wembley e il Bernabeu) si vede come le riconversioni cui sono stati sottoposti sono sempre venute incontro alle esigenze delle squadre e società ospiti. non si vede perchè questo non debba avvenire per il Meazza.  
C'è da aggiungere che per procedere ad un investimento così oneroso insieme ai cugini la nuova proprietà del Milan ha chiesto di vederci più chiaro nei conti del Biscione e nelle prospettive societarie dell'Inter. Si aspetta, in altre parole, di capire se l'Inter resterà a Zhang a Oaktree o a chi altro.

Per tutti questi motivi, valutate varie opzioni, il Milan ha dichiarato oggi di volersi staccare dalla cordata e procedere con un investimento in proprio nell'area dell'ex ippodromo La Maura di Via Lampugnano. Questo probabilmente segnerà la fine per San Siro, che il Comune non sa o non vuole destinare altrimenti. 
Per chi, come me, tifa Milan da una vita ed è abituato a vedere i rossoneri giocare in quella sede, potrà essere difficile da accettare ma il mecenatismo nello sport è finito da tempo ed occorre confrontarsi con la realtà.

Avere uno stadio proprio è l'unica forma di cui il Milan può disporre per attirare investimenti e capitali, colmare il gap che lo separa dalla concorrenza nazionale (Juve in primis) ed estera e tornare ai tempi in cui potevamo permetterci i giocatori migliori.