Quando scompare un uomo che ha portato delle svolte nei campi in cui ha operato, un personaggio che nel bene e nel male ha segnato un'epoca, un imprenditore che ha fatto scelte coraggiose ma controverse, la tendenza è quella di parlarne sempre e comunque bene, sottolineando gli aspetti positivi e tralasciando quelli controversi. 
Ma lo stesso Berlusconi non avrebbe voluto il panegirico di se stesso perchè era consapevole di essere sempre stato una figura divisiva, dalle opinioni forti e per questo suscettibili di essere condivise oppure osteggiate senza mezze misure.

Vorrei esprimere un giudizio su di lui solo come tifoso del Milan, ricordando quello che ha fatto per i colori rossoneri e lasciando ad altri più preparati di me un commento al tanto che ha fatto nel mondo della politica, dell'imprenditoria, della comunicazione, dell'edilizia. 
Spesso mi vien da pensare a cosa sarebbe stata la nostra squadra senza Berlusconi. I detrattori sostengono che acquistò il Milan anzichè l'Inter perchè costava meno ed era prossimo al fallimento. In effetti nel febbraio del 1986 quando Berlusconi lo rilevò il Milan veniva da vent'anni grigi in cui aveva vinto appena due coppe (nel 1973) e galleggiava nell'aurea mediocrità di chi ha un grande passato ma un mediocre presente e soprattutto un futuro incerto.
Si dice anche che Berlusconi abbia dato tanto al Milan, ma ne abbia ricevuto tantissimo perchè i successi rossoneri gli hanno consentito di costruire intorno a sè l'immagine di uomo vincente e di successo spianandogli il cammino in politica, oltre che nel mondo della comunicazione e nei "salotti buoni" dell'alta finanza.

A me piace sottolineare due aspetti: 
Berlusconi è stato forse l'ultimo e maggior esponente di un certo modo di concepire in modo patriarcale la proprietà di una grande squadra di calcio. Rispetto a Moratti, gran mecenate, ha voluto proporsi anche come un esperto di calcio, l'uomo che condizionava scelte di mercato, formazioni e strategie sul campo.
E' stato anche il primo a capire come la proprietà del Milan era funzionale a sviluppare il suo ruolo di grande comunicatore. Il successo di Mediaset e le grandi dirette sportive che sulle sue reti hanno inventato un nuovo modo di vivere ed assistere all'evento sportivo sono strettamente collegate al successo del Milan. E' stato Berlusconi ad inventare la "Media Business Company" di cui oggi parla Cardinale, ne è stato il precursore proponendone un modello nuovo ed accattivante perchè non si basava solo su una proposta alternativa di "entertainment" ma voleva anche esprimere gli interpreti migliori.
Solo grandissimi campioni chiamati a vestire il rossonero, solo budget faraonici per allestire la squadra, solo presentazioni cinematografiche ed al limite del "kitsch" secondo uno stile che inizialmente faceva sorridere ma già all'epoca guardava al modello statunitense.
Anche la scelta dell'allenatore è sempre stata particolare. Non il migliore che proponeva il mercato in quel momento, ma il tecnico che di volta in volta poteva coniugare sul campo l'idea innovativa di calcio voluta dal Presidente. Una squadra corta, aggressiva, votata allo spettacolo e non solo al risultato. Chiamata a dominare in campo non solo ad impostare il classico catenaccio.

Sono stato fortunato! Ho cominciato a tifare Milan da bambino quando dominava l'Inter e mi sono trovato a sostenere una squadra che è arrivata sul tetto del mondo. Non dimenticherò mai la prima Champions con lo Steaua né il trionfo con il Barcellona e neanche la cavalcata trionfale del primo scudetto vinto a Napoli e l'apoteosi della prima Intercontinentale.
Poi c'è stato il Berlusconi minore, inutile nasconderlo. Quello che ha venduto gli ultimi campioni per rimpiazzarli con timide comparse, quello che si è impantanato in una lunga e per certi versi ambigua trattativa che l'ha portato a cedere il Milan ad un misterioso cinese asserendo che lo faceva per il bene della squadra. Berlusconi ha rilevato il Milan da un prefallimento e l'ha lasciato in situazione analoga... ma tra l'uno e l'altro intervento ha regalato al popolo rossonero trent'anni di trionfi irripetibili, di intuizioni clamorose, di calcio spettacolare. 

Grazie Presidente!
Grazie comunque. Per i momenti belli, che sono stati tantissimi, e per quelli meno belli, in cui mi sono sentito a volte tradito.
Ti ricorderemo sempre