Cerchiamo di non essere ipocriti! Segnare un gol "sospetto" a tre minuti dalla fine dei tempi regolamentari dopo una partita sporca e difficile come quella di Genova e trovarsi alla fine da soli in testa alla classifica, distanziando i "cugini", bloccati dal "solito" Bologna in casa, ha scatenato l'entusiasmo di tutti i tifosi rossoneri molto più di quanto lo sarebbe stato un "sorpasso" in testa gratificato dal bel gioco e da un risultato più largo per i nostri colori.

Non abbiamo l'onere di essere obiettivi, come dovrebbero essere giornalisti e opinionisti, ma abbiamo il diritto dei tifosi di festeggiare il ritorno in testa alla classifica dopo i fasti dell'ultimo scudetto e a dispetto di un recente derby, che per risultato e "momento", ha rischiato di appiattire ogni nostra ambizione.

Altro fattore da non sottovalutare è la circostanza in cui è venuto questo gol. Al termine di una settimana difficile, con il Milan obbligato da un calendario schizofrenico a giocarsi due trasferte toste (Dortmund e Genova) a distanza di 72 ore, senza potersi preparare al meglio. Ai rivali di sempre veniva riservata una ben più comoda giornata tra le mura amiche, contro un avversario considerato abbordabile, dopo un match casalingo (vinto) in Champions contro il Benfica. Tutto sembrava apparecchiato per favorire una fuga nerazzurra ed invece è successo il contrario, con sommo gaudio (ammettiamolo) del popolo rossonero che, dopo Radu ed Arnautovic, ha un altro eroe da ringraziare : Zirkzee. Non avevamo ancora smaltito la sbornia di felicità per vedere l'olandesino (al suo primo gol nella massima serie) "uccellare" l'intera difesa nerazzurra con il suo "pareggio al rallentatore" che Pulisic ci regalava un'altra scarica di adrenalina andando ad addomesticare (con il petto ? con il braccio ? Chissenefrega !) il pallone per spedirlo alle spalle del portiere rossoblu.

Una giornata storica che entra, a mio modo di vedere, nella ristretta cerchia delle "partite di massima goduria" che il nostro Milan ci ha donato in questi anni tipo i due decisivi gol di Massaro nel finale dei derbies dell'aprile '92 e marzo '94 ed il celebrato rigore di Sheva nella finale di Champions contro la Juve. 
Che poi a dirla tutta io non sono affatto convinto, come dicono tutti, che il gol di Pulisic fosse da annullare ! La dinamica delle riprese televisive (le ho viste e riviste sino alla noia) mostra che il pallone servito da Musah viene addomesticato da Capitan America di piede (non di petto né tantomeno di braccio), si alza perpendicolare sul petto del giocatore che lo controlla e lo fa ricadere più in avanti di quel tanto che basta a Christian per fulminare il portiere avversario. Un'azione perfetta, degna di un giocoliere per la rapidità con cui la traiettoria del pallone viene modificata (grazie allo stop di piede ed al tocco di petto) al servizio di un tiro imparabile.
Se anche il tocco di petto fosse stato accompagnato dall'avambraccio saremmo ancora nella piena regolarità in quanto il tocco sarebbe avvenuto prima dell'ascella.

Ciò che colpisce piuttosto è un altro aspetto!
Questo campionato DEVE essere vinto dall'Inter. Tutto è stato predisposto perché lo sia, dal machiavellico calendario che doveva favorire la partenza sprint dei cugini (che in effetti c'è stata) e rallentare i rossoneri, alla grancassa di sistema che continua a pontificare sulla maggior forza del Biscione e la sua ineluttabile vittoria finale dopo due anni in cui le regole del  sistema sono state stravolte (alzi la mano chi si aspettava le vittorie di Milan e Napoli nelle ultime due stagioni) da un "outsider". 

Perché se l'Inter non vince lo scudetto, parliamoci chiaro, la Beneamata fallisce! Il crescere anomalo del suo debito per costruire un organico che la società non potrebbe permettersi DEVE trovare una finalizzazione almeno nel titolo tricolore. L'anno scorso la finale di Champions ha dato un pò di respiro alle esauste finanze nerazzurre, ora ci vuole lo scudetto per salvare i cugini. Il campionato italiano non può permettersi di perdere l'Inter (o la Juve).

Andremo a vedere come va a finire, con buona pace di chi i bilanci li ha risanati a forza di sacrifici in campagna acquisti subendo gli sfottò di chi scialacquava.