Testa a testa in vetta, testa contro testa a San Siro. Con questa frase ritmata si può riassumere l'ultimo weekend di Serie A. Il Milan bello a sprazzi e sempre in controllo del gioco, si suicida a Firenze, concedendo e non poco ad una sempre arrembante Fiorentina guidata da un immenso Vlahovic.
L'Inter esegue il compito, approfittando di un Napoli altalenante che entra ed esce dalla scena quasi fosse un personaggio Shakespeariano. La Juventus solida e di rigore batte una Lazio vogliosa e coraggiosa ma priva del suo Re Ciro. In Laguna si festeggia e si sogna, mai così bene dalla gestione Novellino. Roma promossa ma con riserva grazie ad Alena-Gyan, giovane promessa del calcio contemporaneo. Aspettando il cholito e il Toro nei posticipi del lunedì.

Analisi: Fiorentina-Milan. Che non fosse un sabato sera come gli altri per il Milan, si era già capito in settimana. Defezioni a go go in pieno stile Rossonero degli ultimi anni. Calabria, Tomori e Rebic, ultimi di una lunga serie, colonne portanti del Milan Pioliano, lasciano il segno in negativo in questa serata Fiesoliana. Il non pronto Gabbia, il sempre positivo Kalulu e l'indomito Leao, non fanno rimpiangere le assenze, ma solo a metà. Tre goal su quattro della Viola, infatti, sono doni natalizi ma con un mese d'anticipo. Frittata Tatarusanu-Gabbia sul primo goal, imbucata alle spalle della difesa di Duncan subita quasi fossimo una compagine di Terza Categoria sul terzo goal, e solita disattenzione di Theo Herndandez in fase difensiva sul quarto goal. Insomma, partita dominata ma persa. Il solito immenso Zlatan Ibrahimovic evita una clamorosa disfatta mettendo a referto due goal e mezzo, giocando praticamente da fermo, tutto ciò a riconferma di quanto questo Milan in fase realizzativa abbia bisogno del Dio del calcio. E se il vero problema del Milan fosse il Milan stesso? Se la troppa fiducia  di alcuni si traducesse in sfiducia di altri? Io sinceramente inizio ad aver paura.
C'è da reagire subito e il calendario in tutto ciò ci da' una grossa mano. Fino al Napoli sotto Natale, il prospetto del bottino pieno è alla portata della compagine Rossonera, basta togliersi dalla testa Firenze e reagire subito.

Inter-Napoli. Palla break per i Nerazzurri per riaprire il primo set di una corsa scudetto che sembrava affare altrui dopo il derby pareggiato con conseguente sgambetto ai cugini, rimandato a data da destinarsi. Una Inter quadrata, quella scesa in campo a San Siro con il focus sull'obiettivo: dimezzare lo svantaggio in classifica. Gli uomini di Inzaghi non si lasciano scappare l'occasione datagli dal calendario e dalla debacle Rossonera in quel di Firenze. Partita spigolosa sin dall'inizio, un gran goal di Zielo Zielinski apre le danze, ma già nel primo tempo Lautaro e compagni riescono, grazie al sempre verde Chalanoglu autore di un magistrale goal su rigore e di una parabola infida su palla d'angolo che Perisic trasforma in goal, a ribaltare il risultato.
La ripresa inizia sotto un colore azzurro sbiadito, Napoli a comandare il gioco e Inter pronta a ripartire per sferrare il colpo del KO. Minuto cinquantuno, vera e propria Sliding Door del campionato partenopeo. Scontro aereo tra Skriniar e Osihmen, il 9 azzurro ha la peggio ed è costretto a lasciare il campo confuso e claudicante (nella notte arriverà il referto medico, frattura scomposta dello zigomo e dell'orbita sinistra, che terrà fuori il forte attaccante Nigeriano per almeno un mese e mezzo). Napoli scioccato, e Inter spietata. Quasi fosse un destro di Mike Tyson, al sessantunesimo arriva il 3-1 di Lautaro Martinez che sfrutta al meglio un coast to coast del funambolico Correa. Partita in ghiaccio? No. Il Napoli la riapre con una magia di Mertens subentrato ad uno spento Insigne, e al 96esimo ha anche il colpo del 3-3 ma spreca malamente spedendo il pallone nel primo anello blu' di San Siro. Con Spalletti sdraiato sul terreno di gioco, si conclude una splendida partita, che rilancia le ambizioni di titolo dei Nerazzurri.

Quella che si prospetta è una corsa a tre. Vedere una netta favorita? Ad oggi posso confermare che l'Inter c'è, il Napoli dovrà combattere senza la sua pantera, e il Milan dovrà risorgere dopo Firenze.
Ed occhio alla Vecchia Signora, mai darla per spacciata.
Citando un famoso film comico, questa lotta mi ricorda tre uomini e una gamba, di Aldo, Giovanni e Giacomo. Tre uomini, Milan, Inter e Napoli; e la gamba? La Juve di Max. Tutta d' un fiato fino a Natale, dove avremo i primi verdetti. Sperando da milanista, di non essere campioni d'inverno.
Buon campionato a tutti, malati di calcio!