Dagli Europei alla Nations League, da Wembley a San Siro, è sempre Italia-Spagna! Già dalle conferenze stampa dei due CT, si intuisce che non sarà una semplice partita, ma la solita battaglia.
Il nostro Mancini, contraddistinto dalla sua solita classe anche fuori dal campo, si è limitato ad analizzare lo status degli azzurri. Parla di record, spera che resista fino a dicembre del 2022 e menziona la compagine spagnola, invitando i suoi giocatori e noi tifosi, a non prenderla sotto gamba, visto lo stato non troppo florido che sta attraversando il movimento calcio in Spagna. Luis Enrique invece, solito giullare di corte, ha già messo le mani davanti: "Siamo in casa dei campioni d'Europa", "partono da favoriti", "non dipenderà tutto da noi" , insomma... un'accozzaglia di cavolate messe lì per scaricare il peso su di noi.
Arriviamo alla sfida del Meazza senza il nostro centroavanti principe, Ciro è ai box, per un problema muscolare, che lo terrà fuori anche per l'eventuale finale. Con Belotti alle prese con un problema alla tibia che lo tormenta da giorni ormai, Mancini pensa ad Insigne falso nueve, con ai lati, ad agire da supporto, Pellegrini e Chiesa. Il centrocampo ormai è il solito, con Jorginho, Barella e Verratti a far da raccordo tra attacco e difesa. La retroguardia vede, il duo juventino al centro, con Di Lorenzo ed Emerson Palmieri ad agire sulle corsie esterne. In porta Gigio.
Questo il probabile undici Spagnolo: Unai Simon; Azpilicueta, Laporte, Pau Torres, Marcos Alonso; Koke, Busquets, Mikel Merino; Ferran Torres, Oyarzabal, Sarabia. Il tema della partita sarà: Italia a far gioco con i suoi metronomi, e i rossi di Spagna attendisti, pronti a ripartire, visto la penuria di palleggiatori post Xavi e Iniesta.

La chiave è sbloccarla subito, imporre il nostro gioco, e dar pochi spazi al talento di Ferran Torres, unico vero fenomeno della compagine Spagnola. Sappiamo quanto sia imprevedibile e infida ogni sfida con la Spagna. Soli tre mesi fa in quel di Wembley, nonostante organico e momento di forma opposti, abbiamo sofferto! E solo ai rigori, siamo riusciti a strappare il pass per la finale. Partiamo da favoriti nei pronostici, e sarebbe stato strano il contrario, ma vincere da favoriti è più difficile che vincere da outsider. Ci siam guadagnati questo ruolo, annaspando, rescuscitando dalle ceneri post Ventura. Passo dopo passo, siamo diventati ciò che siamo, ed ora che guardiamo tutti dall'alto, stringendo forte al petto quella coppa, sognata per sessantatré anni, non dobbiamo fermarci! Il ciclo azzurro e' appena iniziato.
Prendiamoci questa Nations League e poi voliamo in Qatar, perché la coppa del mondo... It's coming Rome!