16/03/1994 . All'epoca avevo 6 anni. Passavo le mie giornate a giocare con i fantocci di Action Man, e in tv guardavo le gesta di Holly e Benji e Mila e Shiro. Negli anni successivi però, quando il "milanismo" prese piede nel mio cuore e nella mia testa, ripercorsi, con l'aiuto dei filmati dell'epoca, le gesta del Milan degli invincibili. Potrei tranquillamente parlarvi del genio Dejan Savicevic, del condottiero Fabio Capello o della difesa più forte della storia del calcio, ma invece oggi vi parlo di colui che battendo un mito è diventato lui stesso un mito.

Oggi vi parlo dell'ascensore umano, vi parlo di Sebastiano Rossi.
Nato a Cesena il 20 luglio del 1964, Sebastiano Rossi inizia la carriera con le maglie di Forlì e Cesena, passa poi all’Empoli, al Rondinella, di nuovo al Cesena. Vive le sue migliori stagioni con la maglia del Milan tra il 1990 e il 2002 vincendo cinque scudetti, tre Supercoppe italiane, una Coppa Intercontinentale, due Supercoppe europee e una Champions League. Chiuse la carriera infine con il Perugia. Tornando a quella fredda sera di marzo del 94', quando l'uomo diventò eroe, il Milan arrivò al Weser Stadion un po' sulle gambe, viste le 42 partite ufficiali già disputate in stagione. A Brema, dal cielo, cade acqua mista a neve, il campo è zuppo e pesante. In queste condizioni, il modesto Werder di Otto Rehhagel può giocarsi alla pari le chance di vittoria con il ben più forte e blasonato Milan. Alla voce squalificati, si nota il nome dell' immenso capitano Franco Baresi. Mister Capello deve far a meno del suo leader in campo, e affida la sacra maglia numero sei, a Filippo Galli (vera e propria sliding doors). Il resto della retroguardia, quasi fosse una filastrocca popolare, la conosciamo: Tassotti, Costacurta, Maldini. Chiavi del centrocampo affidate al duo misto forza/tecnica, Desailly e Donadoni, ad agire sulla trequarti offensiva Boban ed Eranio, davanti il genio Dejan Savicevic e il furetto Massaro. Tra i pali, Sebastiano Rossi. Che non sia una serata come le altre, è chiaro dal sesto minuto, quando l'impenetrabile retroguardia rossonera scricchiola. Neubarth sbilancia con esperienza Billy Costacurta e si invola verso la porta, ma ad aspettarlo c'è Seba. Il colosso rossonero, non si muove, lo ipnotizza, resta in piedi fino all' ultimo e, con un tuffo a terra di una rapidità inaudita per un uomo della sua stazza (1.97m per 94kg), respinge la conclusione del numero dieci tedesco.
La partita la fa il Werder, Milan quasi mai pericoloso. Il primo tempo si conclude a reti inviolate, ma Rossi deve esibirsi in almeno tre parate decisive.

La ripresa inizia sotto un altro copione. Il gioco lo fa il Milan, ma i verdi di Brema si rendono subito pericolosi: minuto cinquantadue. Hobsch viene lanciato in campo aperto, brucia Filippo Galli, che lo stende in area di rigore. Per l'arbitro nessun dubbio, è calcio di rigore. Rufer contro Seba, parte lo specialista del Werder, palla da una parte, portiere dall' altra! Werder-Brema 1 Milan 0. I rossoneri dominano per il resto della partita, e al 75esimo con il solito Dejan Savicevic, pareggiano la partita. Finale: Werder Brema 1 Milan 1. Grazie a quel pareggio, e alla strepitosa partita di Sebastiano Rossi, il Milan chiude al primo posto un girone quantomai equilibrato. E quella sera di Brema, fu il trampolino di lancio verso l'apoteosi di Atene. La stagione 1993-1994, fu storica per Seba. Dal 19 Dicembre 93, fino al 27 Febbraio 94, dal goal di Villa in Milan-Cagliari 2-1, al goal di Kolyvanov in Milan-Foggia 2-1, l'ascensore umano tenne la porta imbattuta per 929', battendo il precedente record di 903' del suo mito Dino Zoff, risalente a 21 anni prima. Tanto da meritarsi una maglia per USA 94. Ma non fu così.Sacchi gli preferisce infatti Pagliuca, Marchegiani e Bucci, e successivamente il numero 1 rossonero è convocato soltanto in due occasioni come vice-Pagliuca senza mai scendere in campo. Non senza rimpianti.

"Io la Nazionale la strameritavo, stavo bene, strano poi… C’era la difesa del Milan in Usa, il centrocampo del Milan, l’attacco del Milan… Perché non il portiere del Milan? - dichiara nel maggio 2020 a 'derbyderbyderby.it' - Io quei rigori con il Brasile… Chissà… Li paravo?".

Seba non digerì mai la mancata convocazione per i mondiali del 94 ,ma con la maglia rossonera è tutta un'altra storia. Passano le stagioni e Rossi resta sempre il titolare della porta rossonera. Non riescono a scalzarlo, quando il ciclo del Grande Milan si chiude, nemmeno l'emergente Angelo Pagotto nella stagione 1996/97 e Massimo Taibi nel 1997/98. Il portiere di Cesena diventa un'icona della storia del Milan, anche se il rapporto con i tifosi rossoneri inizia a incrinarsi. Pesano alcune prestazioni non all'altezza, su tutte quella nella Coppa Intercontinentale contro il Velez Sarsfield il 1° dicembre 1994, o quella nella Supercoppa italiana del 25 agosto 1996, quando Batistuta gli rifila una doppietta consegnando il trofeo alla Fiorentina. Del resto l'età avanza anche per lui, e con i riflessi che non sono più quelli degli anni d'oro, per un portiere della sua stazza restare ad alti livelli non è semplice. L'orgoglio però è sempre lo stesso, e questo tende ad accentuare la spigolosità del suo carattere impulsivo. Attorno a Rossi comincia a crearsi la 'fama di cattivo'.  Gli attaccanti iniziano a provocarlo con regolarità, e sono frequenti i battibecchi, soprattutto generati da quelle uscite con il ginocchio alto che diventano un suo marchio di fabbrica. Anche il Milan si guarda intorno, e nella stagione 1998/99, con l'arrivo in panchina di Alberto Zaccheroni, prende il tedesco Jens Lehmann.  Senonchè l'impatto con il calcio italiano dell'ex portiere dello Schalke 04 è disastroso. Dopo la sconfitta in trasferta contro il Cagliari alla 5ª giornata di campionato, l'allenatore romagnolo decide di affidare la porta rossonera nuovamente al suo conterraneo, che al Sant'Elia aveva preso il posto del tedesco a gara in corso. Rossi gioca 12 partite consecutive da titolare, alternando buone cose a qualche errore, ma il 17 gennaio 1999, nell'ultima giornata del girone di andata che vede il Milan opposto al Perugia a San Siro, si verifica l'episodio che condizionerà in negativo il resto della sua carriera. Con il Milan avanti 2-0, l'arbitro Bettin assegna un calcio di rigore agli ospiti in Zona Cesarini dopo aver ammonito Rossi per aver ritardato una rimessa da fondo campo.Il giapponese Nakata va in goal dal dischetto al 90', ma quando il centravanti avversario Cristian Bucchi si precipita a raccogliere il pallone in fondo al sacco per riportarlo velocemente a centrocampo, il portiere del Milan ha un raptus di follia e lo stende con una violenta manata .Rossi protesta per l'ingresso in area di diversi giocatori prima del fischio dell'arbitro, e attaccato da tutti gli avversari, prova anche a rialzare il giocatore del Perugia. Quindi, dopo consultazione con il guardalinee, è espulso con rosso diretto, in un Meazza incredulo per l'accaduto,  e al suo posto Zaccheroni inserisce il giovane Christian Abbiati, che debutta in Serie A rilevando Weah. Il Giudice sportivo lo squalifica per 5 giornate. L'estremo difensore romagnolo inizialmente non ci sta, e a caldo proclama la sua innocenza.

"Sono andato negli spogliatoi del Perugia e ho chieso scusa a Bucchi per il gesto -  dichiara - Ma non sono pentito. Non so nemmeno se l'ho toccato. Ad ogni modo ha fatto bene a buttarsi in terra, anch'io mi sarei comportato così al suo posto. Secondo me l'ammonizione che mi è stata data prima non c'era, eravamo al 90'. Ma sbagliano i giocatori, sbagliano anche gli arbitri".

Di diverso il tecnico Alberto Zaccheroni e gli stessi tifosi rossoneri, che condannano il comportamento inqualificabile del portiere.
"L'espulsione è sacrosanta. Rossi è uno che non ci sta a perdere e a prendere goal  - commenta - ma ha esagerato. È un buonissimo ragazzo, ma è molto esuberante. Il suo comportamento non mi sta bene. Domenica a Bologna giocherà Abbiati, che non gioca da alcuni mesi e non ha il ritmo partita: un bel guaio, comunque... ormai è fatta".

A 34 anni il portiere romagnolo deve però ingoiare un amaro boccone: Abbiati infatti si dimostra all'altezza della situazione e con grandi parate dà un apporto fondamentale per la vittoria dello Scudetto, il 16° della storia del Milan. Il quinto e ultimo per Sebastiano Rossi, che in quella stagione non vedrà più il campo.La manata a Bucchi è infatti una sorta di sliding doors nella carriera dell'estremo difensore, che intraprende la strada del declino. Nel 2000/01 resta con il ruolo di dodicesimo di Abbiati, nel 2001/02 scivola addirittura nel ruolo di terzo portiere con l'arrivo del brasiliano Dida.Gli anni d'oro sono ormai alle spalle e dopo 330 presenze in gare ufficiali, nel mese di settembre del 2002 il portiere romagnolo saluta il club rossonero per trasferirsi proprio al Perugia, dove totalizza 12 presenze prima di appendere i guantoni al chiodo a 38 anni. Prima però il destino gli aveva dato l'occasione di riconciliarsi con i tifosi del Milan il 28 novembre 1999. Rossi gioca infatti titolare a San Siro contro il Parma, e i rossoneri vincono quella gara per 2-1 grazie al loro estremo difensore, che con un guizzo dei tempi migliori neutralizza un rigore di Crespo a tempo scaduto. Dopo la prodezza, il portiere si girò verso la Sud, e raccolta una sciarpa, battendosi il petto gridò: 
"Forza vecchio cuore rossonero!".
Fu la sua ultima danza. Nel cuore di noi tifosi rossoneri resterà sempre 'l'ascensore' che difendeva la porta del Grande Milan.