La faccia di Sonny al traguardo dice tutto.
Il fango dell'inferno del Nord rimarca i tratti di un ciclismo antico, ormai perso. La Parigi-Roubaix è molto più di una semplice corsa in bicicletta, è la regina delle classiche. Una corsa che va oltre la preparazione e la strategia delle ammiraglie, se poi a tutto ciò aggiungiamo una pioggia battente a rendere viscidi i tratti in pave', il tutto diventa epico.
Tutto era apparecchiato per una facile e netta vittoria del fuoriclasse olandese Van der Poel, ma nessuna corsa come la Roubaix, spariglia e straccia i pronostici. Il Monumento delle classiche esalta i coraggiosi, e la magica foresta di Arenberg li elegge a leggenda. Cadute, forature, guasti meccanici sono all'ordine del giorno in questa favola ad occhi aperti.

Sonny c'è! Senza fare calcoli, ma solo con cuore e determinazione, il corridore di Desenzano del Garda tiene le ruote di Van der Poel e di Vermeersch, fino al velodromo scoperto finale
. È lì che Colbrelli sale in cattedra. Sprint maestoso! In questo ballo dei debuttanti, prima partecipazione per i tre sul podio. Quasi fossero delle statue d'argilla, animate da un non so che di magico, i tre, ricoperti di fango, tagliano il traguardo stremati.

Dopo sei ore di battaglia, Sonny corona il suo sogno e si lascia andare ad un sorriso "isterico" pieno di gioia e, quasi incredulo, per l'impresa compiuta.
Nome da Miami Vice, ex metalmeccanico, Sonny è il padrone della Roubaix. In questa magica estate Italiana, mancava solo il morso del Cobra! Ora sei nell'Olimpo Sonny!
E neanche quella maschera di fango è riuscita a mascherare il tuo splendido sorriso.
Grazie Sonny!