Qua da me al Sud, esiste un detto popolare che distingue gli uomini in tre categorie, per caratteristiche caratteriali, per successo nel campo lavorativo o per "onore". Il detto recita: "Esistono tre tipi di uomini: gli uomini, gli uominicchi e i quaquaraqua'". L'uomo dà rispetto e riceve rispetto, si impegna nel lavoro ed è dedito alla parola data. Nessuno e dico nessuno, qua da noi, può criticare colui che fa parte della prima categoria. Chi si elegge ad "Uomo" con la U maiuscola, non ha nulla da rimpiangere, non lascia nulla al caso, e, sopratutto, può camminare a testa alta.
Se applichiamo questo detto al calcio e nello specifico al nostro Milan, possiamo notare che la storia recente ha fatto sì che molti quaquaraqua', indossassero e baciassero la sacra maglia a bande rossonere. L'ipocrita Gigio Donnarumma, reso letteralmente un gigante dalla famiglia Milan, per il quale ha iscritto a libro paga anche l'inutile Antonio (1mln di euro annui nb). Corteggiato fino alla fine a suon di rialzi, per poi vederlo andar via a zero, precludendo senza rinnovo la strada della vendita e del guadagno per quella che è stata casa sua, per quella squadra che lo ha reso uno dei numeri uno più forti al mondo. Per poi dichiarare alle Iene che si tatuerà al braccio lo stemma del Milan, essendo lui un cuore rossonero. Chiacchiere da classico quaquaraqua'!
Il Diez Hakan Calhanoglu, sul quale sapete come la penso, ma che di fatto ci ha traditi, per poi arrivare al prossimo mercenario Franck Kessie.

Ma per fortuna, il Milan attuale è composto anche da Uomini. Oggi tra loro, ne cito uno vero, Samu Castillejo. Nato e cresciuto a Malaga, splendida cittadina dell' Andalusia, dove si respira aria di mare e di calcio giocato, sui profili social di Samu, spiccano foto risalenti a quindici anni fa, bardato dalla testa ai piedi con i colori rossoneri. Con il milanismo nel cuore, Samu corona il sogno di giocare per la sua squadra del cuore nell' estate del 2018, nell'affare che porta Bacca al Villareal. Ragazzo umile, ama i tatuaggi e la chitarra, vive in centro a Milano, e spesso lo si vede scorrazzare per le strade della movida meneghina. È un veterano dello spogliatoio rossonero, amato dai compagni di squadra, è uno dei primi ad arrivare a Milanello e uno degli ultimi ad andare via. Gli è sempre stata riconosciuta serietà e dedizione. In un'intervista dichiarò: "Se Ibrahimovic è il primo ad arrivare a Milanello, dopo tutto quello che ha fatto in carriera, tu che ti chiami Samu Castillejo come puoi non farlo?". Insomma, tutte caratteristiche che lo portano a far parte della categoria degli "Uomini".

Nell'estate appena trascorsa, però, con la tifoseria si ha una leggera flessione. In estate il giocatore aveva ricevuto, sul suo account Twitter, decine di “inviti” a lasciare Milano. Rifiutando di accettare le proposte di Getafe, Hertha Berlino e Cska Mosca, era la tesi dell’accusa, impediva che il mercato in entrata si arricchisse di un nuovo colpo. Un giocatore magari più tecnico ma difficilmente con la stessa anima di Samu: generosità che San Siro gli ha sempre riconosciuto e infatti un lungo applauso gli era stato riservato anche all’esordio stagionale. L'account allora era stato momentaneamente disattivato, chiunque avrebbe ceduto. Panchina, panchina e ancora panchina.
Pochi minuti in stagione per Samu, ma l'uomo accetta e aspetta.
Sabato sera, ore 21:47 circa. A San Siro il Milan è sotto per 2-0 contro uno splendido Verona. Ad inizio ripresa, il mentore Pioli, sostituisce il fedele Alexis Saelemakers con Samu Castillejo. La reazione del popolo rossonero è un misto tra delusione e speranza. Quando lo speaker annuncia il suo ingresso in campo, uno spicchio di San Siro lo acclama, il resto è ammutolito.
Ma Samu c'è. Tra il minuto 76 e il minuto 78, spariglia le carte in tavola. Prima si procura un rigore che Kessie trasforma riportando il match sul filo dell equilibrio, poi mette una palla velenosa in mezzo per Ibra, che viene anticipato da Gunter che insacca nella sua porta. È la sua sera, è il palco per il suo riscatto, e Samu lo calca come solo Freddie Mercury saprebbe fare.

La partita finisce, il Milan batte il Verona 3-2! Samu si lascia andare ad un pianto liberatorio, corre con i compagni sotto la Sud a festeggiare. Bacia la maglia, e dedica ai tifosi la sua rinascita.
Baciala Samu, baciala! È tua!
E perdona chi ti voleva fuori da Milanello, perché noi abbiamo bisogno di Uomini. E pochi come te lo sono!
Grazie Samu!