La rabbia mi fa tremare la mano, ma per fortuna non c'è penna a disegnare il mio disgusto, con un computer non c'è sbalzo termico di inchiostri, non c'è emozione nei caratteri ma solo nelle parole. E allora dovrò esagerare con quelle, per spiegare quanta tristezza e quale senso di vergogna pesante si siano depositate sul fondo dei miei occhi ad aprire i giornali, sportivi e non, questa mattina.

Ieri c'è stato il primo anticipo della 28ma di Serie A, la Fiorentina va a giocarsi le ultime flebili illusioni europee su un campo difficilissimo, dove il vento fortissimo, meteorologico e non, spinge la squadra di casa a risultati impensabili in questo campionato. 
Non fa eccezione la partita di ieri, la Viola incappa in una prevedibile quanto velenosa sconfitta, tra la sottigliezza dei "te l'avevo detto" e l'immensità del "non se ne può più". Si è parlato di nuovo allenatore tutta la settimana, su chi sia il degno successore di Pioli, ma soprattutto su chi non sia degno di lui ma migliore, visti i risultati. E parlo ovviamente solo del piano squisitamente calcistico.
Ho le mie preferenze ma ne parlerò senz'altro in un nuovo articolo, quando mi avrà abbandonato questo senso di nausea che mi attraversa le vene.

Nella surreale atmosfera di silenzio rispettoso dell'ormai consolidato tredicesimo minuto ho versato una lacrima, lo ammetto, e ho sentito ancora una volta uno sprazzo di quelle emozioni che il calcio riesce ancora a dare. I tifosi cagliaritani, caldi come sempre, hanno srotolato una gigantografia del capitano e nessuno avrebbe dovuto rovinare quella giornata.
Ma il calcio è come il classico "bello e dannato", ce ne si innamora e poi ci delude; e quando ci abituiamo al peggio, anche dei normali gesti di umanità sembrano speciali.

Una tragedia distrugge i festeggiamenti sardi per una vittoria strameritata che li avvicina alla salvezza. Un tifoso in curva si accascia, problema cardiaco. Inutili i soccorsi. Quel lenzuolo bianco a coprirne il corpo esanime si posa sulle consapevolezze che parevano raggiunte sul mondo pallonaro, soffocando quel barlume di equilibrio che la morte del compianto Capitano pareva aver riavvicinato al tifo.

L'ironia della sorte ha voluto che le iniziali fossero le stesse e anche che il cognome fosse molto simile. Questo ovviamente la gente non poteva saperlo, ma nemmeno questo malefico scherzo del destino avrebbe fermato chi di umano non ha più nulla, vergognosi prodotti sociali di una realtà che che ha chiuso l'umanità in un barattolo, col tappo troppo stretto per essere aperto da menti deboli.

Mi dà fastidio anche dirlo, ma va fatto, come ogni aberrazione "umana" va sbattuta ovunque. Qualche frustrato della domenica, prestato al venerdì, ha intonato auguri di morte al tifoso rossoblu, con una cattiveria che deve avergli fatto la voce nera. 
Proprio nella curva viola, proprio tra i tifosi che hanno vissuto la violenta sorte del Capitano da vicino. E magari uno di quelli che si è macchiato di quest'onta era al funerale o in una delle altre commemorazioni ad asciugarsi le lacrime con un fazzoletto lercio, colmo di una vergogna che non avrebbe saputo riconoscere; qualcuno probabilmente ha pianto il capitano e non l'uomo, non la vita che se ne va, distinguendo tra chi è degno e chi no.

E smettiamola con l'ipocrisia del "questi non sono tifosi", tifoso è colui che segue una squadra, in maniera più o meno viscerale, e quegli idioti erano lì a tifare. Non c'è giustificazione alcuna, ne ho lette di disparate e stupide. Spero si sia in grado di trovare i responsabili, spero la punizione sia esemplare, e non solo calcistica. Non serve a niente allontanare dagli stadi personaggi di questa risma, bisogna perseguirli perché un cattivo in curva è cattivo nella vita, in casa, con mogli figli e sconosciuti.

E voglio sentire la condanna forte e chiara del tifo organizzato fiorentino, e non con le solite frasette di circostanza. Vorrei ad esempio che si facesse una colletta tra sostenitori viola per pagare le esequie dell'uomo, sarebbe il minimo per chi ha dovuto sopportare una morte doppia in famiglia, fisica e morale.

Meditate, tutti, perché queste cose non devono più accadere. Mi sono vergognato da uomo, prima che da tifoso viola, vorrei la stessa vergogna nei pensieri di tutti.

"O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi."