20 agosto 2016, la Partita. Vado al pub come al solito con un amico, solita bolgia juventina, ma i nostri cuori viola battono forte e all'unisono. La prima giornata di campionato presenta subito la grande sfida, l'emozione è alle stelle. Spulciando la formazione strabuzzo gli occhi: in attacco un giovane della primavera dal cognome importante.

Assurdo, Sousa è impazzito, non ha idea di cosa voglia dire per noi questa partita, l'ha giocata solo dall'altra parte della barricata. Questo Chiesa poi non ha nemmeno brillato particolarmente in Primavera, perché buttarlo in mischia in una partita così tosta? Alla fine del match il mago portoghese (tranquilli, non c'entra Mou per una volta) dichiara che il piccolo Fede diventerà importantissimo per la Fiorentina.

Beh, la storia è sugli almanacchi, benché recente, il buon Paulo cerca ancora un progetto di alto livello secondo quelle che ritiene essere le sue capacità in panchina, ma al di là del suo percorso un regalo enorme ce lo ha lasciato. Da quell'esordio, Federico Chiesa non si è più tolto la maglia viola di dosso.
Una crescita impressionante, dal punto di vista tecnico ma soprattutto caratteriale, un ragazzo di 21 anni ora che sa come prendere in mano la squadra, trascinarla, tirare a sé uno stadio scorbutico e passionale come il Franchi. Vederlo correre con la maglia viola addosso è un tripudio di sensazioni, che vanno dall'orgoglio alla pura gioia, passando per una sana libido nei momenti in cui inventa gol bellissimi, o strappi da fenomeno.

Firenze sa come amare i suoi campioni, sa come coccolarli; abbiamo visto passare gente del calibro di Batistuta, Rui Costa, Antognoni, Hamrin, De Sisti e mi fermo senza voler fare torti a nessuno e alla storia recente. Chiesino è per noi un forte esempio di fiorentinità, seppur di liguri natali, e lo ha dimostrato anche contro la Spal nell'ultimo match, stringendosi sul braccio quella fascia che pesa come un popolo intero, come un dolore indicibile e l'ha portata da campione.

La fama di cascatore che gli si sta costruendo intorno è davvero meschina, ne abbiamo visti a bizzeffe di giocatori veramente scorretti, che hanno fatto del calcio uno sport spesso di cui vergognarsi. Paragonare Federico a certi ceffi è veramente scorretto, ed è innegabile che lo si faccia in malafede.
Stiamo parlando di un giovane talento velocissimo, tecnicamente in enorme crescita, che spacca le partite e le aree di rigore e che in una gara prende decine di botte di ogni tipo. E perdonatelo se cade in qualcuna di queste occasioni. Io non credo che sia un cascatore e soprattutto credo sia pericoloso usare le parole quando non si è perfettamente lucidi. Le uscite di Mattioli e, ben prima, dell'allenatore dell'Atalanta, non proprio noto per modestia e simpatia, sono gravi e le scuse sono doverose.

Sia ben chiaro un aspetto, non bisogna tutelare Chiesa in quanto patrimonio del calcio italiano, come sento dire in continuazione; Chiesa va tutelato in quanto innocente accusato di simulazioni continue e cercate, come si tutelerebbe anche un calciatore di diverse qualità.

Probabilmente visto il progetto al ribasso dei Della Valle e la crescita esponenziale delle cifre tra i big club del calcio europeo questa sarà l'ultima stagione di Federico con la Fiorentina. Ma sento che a prescindere dal luminoso percorso che farà, perché lo merita, sarà sempre un fiorentino nel cuore, come dice la sua faccia pulita e come ribadisce la sua maglietta sudata.

Finché lo vorrà, Firenze sarà casa sua.