"Ciao ragazzi, sono Davide, vi ricordate di me ogni maledetta domenica quando dovrei essere lì con voi a caricarci per la partita e poi ad indossare scarpini, maglia e una fascia che ho portato con estremo orgoglio sempre.
Vi sto seguendo sempre, guardo un po' tutte le partite, compreso il mio Cagliari e seguo il percorso delle italiane in Champions, da qui, con un po' di attenzione sulla Roma in cui ho lasciato un pezzo della mia energia umana.

Fa male non poter correre insieme a voi, compagni di mille battaglie, di non poter lottare assieme per un posto in Europa, non poter dire al presidente quanto sia importante che continui a riavvicinarsi allo spogliatoio, non poter sognare di alzare quella Coppa Italia al cielo, che ve la meritate, ragazzi, ve la meritate tutta.

Fa male non potervi abbracciare e dirvi quanto sono orgoglioso di voi, di come avete reagito, di come mi rendete fiero ogni partita per la voglia immensa di non mollare mai.

Fa male anche non potervi dare uno scappellotto per ogni distrazione e per ogni gesto non degno degli uomini che siete. Vedere Fede arrabbiato urlare contro l'arbitro mi ha rattristato, siamo giocatori corretti e sappiamo farci sentire anche senza gridare. Gli animi sono già abbastanza caldi, vorrei ricordarvi quanto spesso ho cercato di riportare calma, di ridare al nostro calcio gentilezza e amore.
Ho avuto la sensazione di esserci riuscito, da quassù, e ne ho pianto di gioia; la meravigliosa dimostrazione forte e costante di rispetto e stima che ho visto venir fuori dagli stadi all'urlo del mio nome è un disegno dolcissimo di un sogno, di un calcio nuovo, fresco, di un calcio per tutti.

La partita di ieri mi ha amareggiato; raggiungere un risultato tra le polemiche non mi ha mai dato la giusta gioia, lo sapete ragazzi, e seppure fossi orgoglioso della vostra voglia di recuperare non volevo sentire tutto quel trambusto, avrei preferito perdere, privandoci della polemica.

Ma la cosa che più mi ha deluso è stato il clima che si è creato per una partita; Stefano, mi dispiace che ti abbiano augurato di svegliarti come me, mi dispiace che proprio tu che hai sentito dentro quel dolore in una terribile giornata di quasi un anno fa abbia dovuto leggere queste cose. Ho pianto non per la mia memoria, ma per il disgusto per uno sfogo senza senso di chi evidentemente non sa cosa sia il dolore, non sa cosa sia la vita, e il rispetto per essa.

Vi seguo sempre da qui, ragazzi, sempre. Ma vorrei che Francesca e Vittoria potessero venire allo stadio senza vergognarsi o sentire cose orribili, vorrei evitare che si rinfrescasse quel dolore che mio malgrado ho dato loro. Allora voi, che siete i miei compagni, che mi avete conosciuto e avete condiviso tanto con me, restituite dignità al calcio e tenete sempre i toni bassi. La gente frustrata ci sarà sempre, non gli date voce, giocate a calcio per quello che è, uno sport, e poi siate umani.

Il mio triplice fischio è arrivato presto, non perdete nemmeno un minuto per migliorare le cose.

Forza Viola". 

Il vostro devoto capitano