Se Atene piange, Sparta non ride

Juve Napoli 4-3

All'Allianz Stadium della capolista blasonata pluricampione Juventus, si è svolta ieri la sfida tra le due più forti protagoniste di questi ultimi anni. La Juventus reduce dalla conquista dell'ottavo scudetto consecutivo e il Napoli tradizionale e validissimo avversario di questi ultimi campionati e avversario storico di sempre. Juventus e Napoli come Atene e Sparta dei tempi antichi, avversarie storiche, irriducibili, che hanno dato vita a cruente accanite battaglie per decenni e decenni. Atene rappresentò il potere assoluto fondato su una grande democrazia che coinvolse il popolo a larghissima maggioranza partecipando in politica, in studi filosofici e risvolti culturali di allora. Sparta invece con la sua costituzione oligarchica, fu il modello di una Grecia antica sempre pronta alle battaglie e alla cultura del combattimento. Entrambe furono protagoniste nelle guerre contro i Persiani e dopo aver vinto, Atene e Sparta si combatterono a vicenda in una interminabile guerra, quella del Peloponneso. Sparta vinse ma non fu capace poi di ergersi a guida del popolo greco perché non ebbe l'astuzia politica necessaria per assurgere al ruolo di modello organizzativo, tradizionalmente in possesso invece della polis ateniese. Così si suole indicare quest'affermazione "Se Atene piange Sparta non ride" evidenziando che se una era in difficoltà, l'altra non aveva comunque vita facile. Così la comparazione fra i due modelli antichi mi viene spontanea per indicare la rivalità di oggi fra due fazioni opposte, in particolare fra le due squadre del nostro campionato Juventus e Napoli.

Tornando alla contesa disputata ieri sera a Torino, mi pare superfluo sottolineare che sia stato uno spettacolo emozionante, garantito dalle alterne vicende succedutesi in campo. Primo tempo appannaggio della Juventus che, ha dato l'impressione di surclassare i partenopei, scesi in campo timorosi e altresì succubi di un atteggiamento atavico di sottomissione riverenziale nei confronti degli storici rivali. Atteggiamento di sottomissione che in passato si è trascinato sotto la guida di allenatori abili ma perdenti, i quali hanno trasmesso alla squadra il loro timore di combattenti pronti sì ad affrontare l'ostacolo, ma consapevoli anche di soccombere come sempre, inevitabilmente, sotto i colpi incessanti dell'avversario più forte.

Così, per fare il salto di qualità, i partenopei si sono affidati, già dallo scorso campionato, al maestro di calcio Ancelotti, una guida di sicura esperienza, capace di infondere la giusta mentalità vincente ai ragazzi in maglia azzurra. E' doveroso affermare che un anno di cura è servito per preparare i ragazzi ad affrontare le sfide importanti con “l'animus pugnandi” di chi non ha paura del pericolo e in questo, almeno in parte, il Carletto nazionale sembra che ci sia riuscito. Infatti quando nel primo tempo della gara è affiorato il rigurgito di atavici timori, si è temuto il peggio; la squadra sempre più smarrita e impaurita dalle rodomontiche e tambureggianti azioni bianconere, ha accumulato uno svantaggio pesante di due reti a zero, frutto anche di una inconsistenza tattico-atletica e fisica palesata da uomini chiave come Insigne e Ghoulam ostentando particolare debolezza su tutto il fronte sinistro dello schieramento di Ancelotti e rischiando di andare velocemente alla deriva.

Corso ai ripari nel secondo tempo con le sostituzioni adeguate: Mario Rui per Ghoulam e Lozano per Insigne, la squadra dimostrava una evidente reazione, alfine di rimontare un punteggio pesante ma non impossibile. Purtroppo per il Napoli arrivava quasi subito il terzo goal che avrebbe abbattuto anche un toro, ma invece proprio in quell'occasione si è manifestata la reazione veemente targata Ancelotti. Gli azzurri partenopei hanno raccolto le loro forze, innalzato la concentrazione e soprattutto hanno innescato lo spirito combattivo che ha preteso il maestro Ancelotti e i risultati si sono visti, purtroppo in ritardo, ma si sono chiaramente palesati fino a raggiungere all'ottentesimo minuto il tanto insperato pareggio per 3-3. La Juventus accusava il colpo e incassava la rimonta con lo spirito della squadra vincente e aiutata da tutto lo stadio che incitava a gran voce i suoi beniamini, riusciva ad operare un forcing disperato nel tempo di recupero, battendo l'ultima punizione decisiva in cui, nel disperato tentativo di allontanare il pallone dalla propria area, Koulibaly intercettava ma colpiva maldestramente il pallone. La beffarda traiettoria si indirizzava all'incrocio dei pali della porta difesa dall'incolpevole Meret, determinando il goal del 4-3 finale e consegnando alla Juventus una vittoria insperata.

Il punteggio punisce oltremodo gli uomini di Ancelotti, che sicuramente avrebbero meritato il pareggio, anche se essi hanno espresso un pessimo calcio per tutto il primo tempo, in cui invece alla Juventus è riuscito tutto più facile e in modo alquanto redditizio. Dal punto di vista tecnico mi pare che a parte la continuità di rendimento fra un tempo e l'altro appaiono evidenti alcune lacune per entrambi gli schieramenti. La Juventus ha dimostrato che l'assenza di Chiellini pone in seria discussione tutto il reparto difensivo. L'olandese De Ligt è un ragazzo tecnicamente dotato, ma è ancora acerbo per radicarsi concettualmente nel tipico gioco nostrano, bisognerà lavorare non poco per inculcargli la mentalità del gioco difensivo italiano. Infatti al di là dell'intesa con i compagni di reparto, De Ligt è sembrato un ragazzo smarrito e disorientato alla ricerca di un equilibrio di gioco fra l'interpretazione del gioco olandese e quello più difensivo italiano, laddove si richiede una marcatura ad uomo più attenta in fase di chiusura. Bonucci ora dovrà, a mio modesto avviso, trovare un impiego diverso nella difesa bianconera in quanto, se prima era abituato ai meccanismi e agli interventi risolutivi di Chiellini, ora dovrà compensare i vuoti di marcatura che si creeranno in tutto il reparto.

Il laterale basso Danilo, devo dire con tutta franchezza, non sembra adatto a dare le giuste garanzie in quel ruolo con i compiti ben precisi da sviluppare con continuità, quello di marcatore in fase di ripiego e quello di propulsore in fase di distensione. Goffo nei movimenti e spesso fuori partita, Danilo non mi sembra un giocatore da Juventus. Certamente meglio di lui avrebbe fatto De Sciglio se non fosse stato sostituito precauzionalmente, come meglio di Danilo ha fatto certamente Alex Sandro. Sicuramente la Juventus avrà bisogno di ritrovare gli equilibri in una difesa tutta da registrare in funzione dell'assenza forzata del suo capitano magari sfruttando le doti di Emre Can assiduo marcatore e cursore instancabile! Per il resto la Juventus ha bene interpretato la partita nei settori del centrocampo anche se non sempre con contuità e bene pure nel reparto dell'attacco dove ha brillato particolarmente un rigenerato Higuain, capace di far salire la squadra con convinzione e rapidità.

Il Napoli, che avevamo già ammirato all'Artemio Franchi di Firenze, sembrerebbe ben registrato in tutti i reparti. Forse dovrà trovare più intesa nel reparto difensivo quando tutta la squadra si raccoglie in attesa di ripartire in velocità. I meccanismi mi sembra che siano già acquisiti come infatti aveva dimostrato nel finale della stagione precedente. La società ha operato intelligentemente sul mercato rinforzando tutti i reparti. In difesa con Manolas e Di Lorenzo, a centrocampo con l'indovinato acquisto di Elmas, un giocatore molto duttile per interpretare i diversi compiti a centrocampo e infine l'indispensabile acquisto in attacco del messicano Lozano proveniente dal PSV Eindhoven, un attaccante dotato di ottimo dribbling, abile nel saltare l'uomo e ottimo tiratore anche da fuori area. Certamente Ancelotti saprà trovargli la collocazione giusta nei momenti top in cui la squadra dovrà forzare i ritmi di attacco per trovare i goal indispensabili per vincere la partita. Ieri il messicano ha dimostrato di sapersi adattare al ruolo con il compito assegnatogli da Ancelotti, convincendo tutti per la sue particolari caratteristiche tecniche mostrate.

Ora ci sarà la sosta in campionato per consentire alle Nazionali di ritrovarsi in vista degli impegni da affrontare per il campionato europeo. Poi si ricomincerà all'insegna di una disputa interessante che coinvolgerà oltre alla Juventus e al Napoli anche l'Inter che oggi sarà impegnata a Cagliari. La squadra di Conte dovrà dimostrare se poter "ridere" oppure no, in attesa a sua volta di potersi confrontare con le due concorrenti più agguerrite. Avremo da gustare sicuramente un campionato in cui le emozioni non mancheranno, come fino adesso abbiamo avuto la possibilità di notare con rinverdito e gradito interesse.

il censore