Holding Elliot delenda est!

Largo a Louis Vuitton...


Carthago delenda est”. Cartagine deve essere distrutta! Questa fu la frase pronunciata nel 157 A.C. da Catone il Censore quando nel Senato di Roma si discusse la convenienza di mettere in atto la terza guerra punica.
Catone ormai anziano, capì che la soluzione tattica di arbitraggio tra Roma e Cartagine non avrebbe potuto trovare conclusione valida addivenendo a patti convenienti. Egli fu il più convinto assertore nel promuovere la guerra decisiva contro Cartagine, ritenuta troppo pericolosa per l'incolumità di Roma. E questo fu sempre il motivo conduttore della sua “filippica” nei confronti degli acerrimi nemici Cartaginesi, scaturendo sempre nella stessa invocazione, tuonando la sua convinzione politica nella scelta di un convinto pensiero costante, tanto che un giorno estrasse un fico dalla sua tunica mostrandolo ai senatori e chiedendo secondo loro da quanto tempo fosse stato raccolto. A parecchi di loro che sostenevano fosse stato raccolto nella stessa giornata, Catone rispose che era stato asportato dall'albero a Cartagine tre giorni prima, sostenendo: “Ecco cari Senatori, con questo, sappiate che Cartagine è più vicina a Roma di quanto Voi stessi possiate pensare e di conseguenza con essa è molto vicino anche il pericolo che incombe su Roma!” Fu così dunque che Catone convinse il Senato a dichiarare guerra ai Cartaginesi.


La stessa locuzione latina si potrebbe applicare nei confronti del gruppo Finanziario dalla prerogativa speculativa appartenente ad Elliot, con la speranza che il fondo americano possa abbandonare l'idea di continuare a tenere soggiogato il Milan esasperando una teoria sconclusionata e senza un vero programma di seria costruttività.
Non è possibile infatti impostare programmi su giovani mediocri, sperando che gli stessi giocatori, crescendo tecnicamente, possano con il trascorrere delle stagioni, acquisire un valore di mercato sufficiente e creare una possibile plusvalenza.

Vero è che il progetto studiato dal Ragionier Ivan Gazidis porterebbe in società frutti futuri, ma ciò sarebbe un programma possibile da applicare in seno a una squadra tecnicamente già affermata. E in ogni caso sarebbe un programma finanziario, ma si deve considerare che il Milan, da qualche anno a questa parte, non è per nulla una squadra affermata dal punto di vista tecnico, come inoltre, il Milan non è per nulla e purtroppo, una società ben assestata economicamente in proporzione al valore tecnico dei giocatori non in grado di realizzare il progetto.

Il problema è più serio di quanto si possa pensare, perchè credere continuamente di poter arrivare a conquistare il fatidico quarto posto in modo da disputare la Champions è solo e soltanto mera utopia. Sarebbe come pensare che da una pianta di rape si possano raccogliere ciliegie! Ci si deve rassegnare tutti alla pochezza tecnica di molti giocatori della rosa rossonera assieme alla pochezza di un tecnico che non potrà fare miracoli. Questo è il materiale umano a disposizione che, sopravvalutato oltremisura, oggi vanta giocatori muniti di ingaggi sproporzionati al loro valore. Questa è stata la ragione principale che ha impedito di cedere giocatori che, seppur ancora giovani, puzzano di stantio e che difficilmente potranno essere “piazzati” in occasione del prossimo mercato invernale.

Il derby ha dimostrato inequivocabilmente la differenza tecnica strutturale che differenzia le due squadre. Da una parte l'Inter, con un valore tecnico che si basa su giocatori validi per disputare in modo onorevole una competizione come la Champions. Dall'altra parte il Milan, che può contare su un paio di giocatori al massimo in grado di competere in un torneo difficile e impegnativo come infatti è la Champions League.

E a nulla serve forviare l'analisi obiettiva di un gruppo di giocatori che, tutto sommato, si battono in campo con grande impegno, ma con scarsi risultati. Secondo un'analisi più approfondita infatti, regge la teoria per cui si può affermare che i rossoneri, considerando l'obiettivo dei 40 punti, facciano già molta fatica a competere con i diretti avversari concorrenti, anch'essi impegnati per raggiungere la salvezza dalla retrocessione. E ciò mi sia consentito affermarlo proprio in virtù delle gare finora disputate dai rossoneri contro Udinese alla prima giornata, Brescia alla seconda giornata e Verona alla terza. Gare in cui la sterilità accusata in attacco stride in modo alquanto evidente con i propositi di vittoria dei rossoneri. La trasferta del Milan in terra friulana ad esempio, ha evidenziato in maniera inequivocabile, non solo l'incapacità realizzativa del collettivo, ma soprattutto la mancanza di organizzazione a centrocampo per creare valide manovre in profondità rifornendo le punte d'attacco alla ricerca del goal.

Le stesse difficoltà si sono palesate contro il Brescia, ma soprattutto anche a Verona quando ancora una volta i rossoneri hanno sofferto l'impatto di squadre dal gioco veloce e per di più affrontando i gialloblù scaligeri in inferiorità numerica, dovuta all'espulsione patita da Stepinski dopo appena venti minuti di gioco del primo tempo. Anche a Verona dunque, i rossoneri sono stati protagonisti di una partita deludente che ha fatto emergere la necessità di una identità di gioco collettivo non ancora raggiunta. Giampaolo ha cercato di dare un assetto accettabile, ma ha dovuto fare sempre i conti con le condizioni fisiche-atletiche dei giocatori che non hanno reso come ci si aspettava. D'altronde il patrimonio tecnico milanista è quello che già conosciamo e corrisponde a un potenziale non certo all'altezza di disputare la Champions e né tantomeno, con ogni probabilità, idoneo per disputare l'Europa League.

Quindi è acclarato il fatto che la squadra rossonera soffra il ritmo della partita. I giocatori operano un pressing quasi inesistente e comunque privo di efficacia perchè non sostenuto da azioni veloci e da triangolazioni in profondità. Finora infatti si è notato un gioco sterile fatto di fraseggi in orizzontale interrotti spesso da alleggerimenti di passaggi all'indietro.

Una squadra come il Milan avrebbe bisogno un intervento societario ben diverso che possa investire su giocatori di gran valore tecnico. Tutti i tifosi milanisti pertanto sono in apprensione, consapevoli che questa sarà un'altra stagione tribolata, un'ulteriore annata di angoscia in attesa che avvenga un possibile miracolo.

 

A questo proposito pare, secondo un'indiscrezione recentissima del Messaggero di Roma, che il miracolo possa veramente realizzarsi, infatti il miliardario francese Bernard Arnault (quarto del mondo) con il suo marchio più autorevole “LVMH LOUIS VUITTON” sia interessato all'acquisto del Milan per l'incredibile cifra di 1 miliardo di Euro.

Nel dettaglio vorrei ricordare che il plurimilardario francese rappresenta il gruppo dei maggiori marchi di lusso nel mondo (Christian Dior, Pierre Cardin, Moet & Chandon e parecchi altri marchi).
L'intenzione del gruppo Louis Vuitton di rafforzare la sua presenza nello sport acquistando il Milan è molto probabile, pertanto parrebbe che la complessità di questa operazione, in merito allo sviluppo dei dettagli di acquisto, possa concretizzarsi entro l'estate del 2020.
Dunque, a quanto sembra, sarebbe possibile restituire al Milan la dimensione primaria che gli compete nel mondo. L'intervento del gruppo Louis Vuitton susciterebbe intanto una vasta eco nel mondo dello sport, nel mondo del calcio internazionale e nel mondo della finanza che va per la maggiore. Si potrebbero infatti realizzare le premesse per la creazione di un marchio ancora più eclatante, poiché Monsieur Arnault ritiene che il Milan sia un marchio di lusso che dovrà occupare nel pianeta del calcio mondiale la posizione di rilievo che ebbe già negli anni più gloriosi.

Per i rossoneri dunque sarebbe il rilancio e la fine delle sofferenze patite in questi ultimi anni.

Pertanto "Elliot delenda est". Il gruppo si faccia da parte e lasci il posto a chi intende far tornare grande il Milan!

Ce lo auguriamo tutti a dispetto di chi non gradirà che la squadra gloriosa del Milan possa risorgere di nuovo come la leggenda dell'araba fenice tornando a primeggiare come il suo dna impone di diritto!

 


Il censore