Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?

Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?

 

Questo fu l'ammonimento che pronunciò Cicerone durante una seduta al Senato, quando accusando Catilina di sovversione politica contro Roma e il suo popolo, elencò le prove che inchiodarono il Senatore il quale ordì il vile attentato nei confronti del suo accusatore.

“Per quanto tempo intendi ancora continuare con questo tuo modo di agire? Forse tu pensi che il popolo, ormai a conoscenza dei tuoi tentativi di destabilizzazione, possa essere ancora una volta preso in giro da te mettendo in atto le tue azioni delittuose? Proprio stamani sono stati incarcerati i sicari che tu hai incaricato per uccidermi e proprio poco fa essi hanno confessato il vile attentato, non riuscito, ammettendo in modo chiaro e inequivocabile la provenienza del mandante”...

Così disse Cicerone, smascherando nell'aula del Senato la codardia di Catilina che fu prontamente arrestato e processato successivamente.

Duemilaottantadue anni dopo, faccio mia l'invettiva del console Cicerone volgendola a Giampaolo.

Quousque tandem abutere, Giampaolo, patientia nostra?

Fino a quando, mister Giampaolo, abuserà della nostra pazienza? Per quanto tempo intende continuare ancora con questo modo di condurre la gloriosa squadra del Milan? Forse lei pensa che i tifosi, ormai a conoscenza dei suoi tentativi di raffazzonare una formazione e un gioco accettabile, possano essere ancora una volta presi in giro da lei, mettendo in atto le sue incerte teorie del tutto inaffidabili?

Proprio ieri, a conclusione della terza sconfitta subita in campionato, stavolta subita da parte del Torino, abbiamo avuto la prova della sua inconcludente teoria applicata a un modulo che non regge o meglio sarebbe più giusto dire un modulo con ruolo e uomini sbagliati nei suoi punti chiave.

La strategia di una tattica si misura con l'efficienza e la disponibilità degli uomini preposti per sviluppare un modulo che di per sé non sarebbe tanto sbagliato applicare in campo.

Proprio ieri abbiamo tutti ammirato l'alchimia della tattica ottimamente interpretata da alcuni giocatori in grado di imprimere un buon ritmo alla gara. Il giovane Leao, schierato nel settore sinistro dell'attacco rossonero, ha dimostrato di essere incisivo per tutto il primo tempo, dialogando egregiamente con i suoi compagni. Tutta la fascia sinistra ha funzionato molto bene, perchè se la parte alta è stata affidata al portoghese con un buon risultato di rendimento, altrettanto si deve dire per la fascia bassa dove Theo Hernandez, evidenziando le sue discrete doti di cursore, ha convinto tutti quando, chiamato a espletare i compiti difensivi, ha reso discretamente alla causa della squadra contribuendo attivamente nell'azione propulsiva alternandola con quella difensiva di rientro.

Ma lei Giampaolo che cosa ha fatto? Ha pensato bene di rompere questo equilibrio, togliendo dallo schieramento Leao, l'unico giocatore capace con la sua velocità, con le sue ficcanti incursioni e con i suoi cross precisi in direzione di Piatek, di creare scompiglio nel settore destro della difesa granata. Questa sua demenziale decisione ha disequilibrato i tentativi della squadra rossonera per creare offensive costanti verso la porta difesa egregiamentee da un ottimo Sirigu.

Ancora una volta dobbiamo denunciare l'inconsistenza accusata nel settore destro della formazione milanista dove, l'evanescenza ormai cronica di un Suso (che ha fatto il suo tempo al Milan) unita all'incapacità di Calabria di effettuare cross giocabili per l'attacco rossonero, ha determinato uno scompenso che si è accentuato ancora maggiormente nel secondo tempo, quando occorreva accelerare la manovra per mettere al sicuro il risultato.

Ecco Giampaolo, ci conceda una critica che, se non avvalorata dalla motivazione tecnica, è giustificata almeno dalla necessità tattica. Suso non può e non deve essere un intoccabile. Suso è lento e in più è anche prevedibile, pertanto non essendo incisivo rappresenta il punto debole dello schieramento rossonero. E non ci venga a dire che il tasso tecnico dello spagnolo sia indispensabile, perchè allora saremmo costretti a risponderle che la tecnica se è messa al servizio della squadra in modo incostante e poco incisiva rimane soltanto fine a sé stessa. Lasciare in campo Leao, col senno di poi, sarebbe stata la mossa più indovinata, inserendo appunto Bonaventura, ma in sostituzione di Suso!

Se poi vogliamo parlare anche del settore di centrocampo, in cui Benasser ha dimostrato di saper dare ordine alla manovra accollandosi con ottima competenza il compito di regista e distributore di palloni invitanti per i compagni, non altrettanto dobbiamo dire per i due “senatori” Kessiè e Calhanoglu, la cui volontà e l'impegno non sono certamente venuti a mancare, ma la cui resa all'economia del gioco ha lasciato a desiderare, sia nella precisione dei passaggi e sia nei disimpegni a sostegno della difesa. L'anomalia si è manifestata nel secondo tempo, specie quando la fatica profusa nel derby si è palesata in modo particolare. Forse sarebbe stato meglio sostituire uno dei due, magari inserendo quel Krunic che ancora non ha disputato un solo minuto di partita poichè relegato costantemente in panchina.

E qui, mister Giampaolo, dobbiamo onestamente denunciare la sua mancanza di personalità: ricorrere ai “senatori” non sempre paga. Bisogna avere il coraggio di lasciare in panchina chi non può dare il suo completo e totale contributo alla squadra.
O forse è la codardia di non servirsi di altri giocatori che magari potrebbero essere più incisivi alla causa della squadra a detrimento della presenza di alcuni “senatori” schierati magari in condizioni fisico-ateletiche imperfette che le suggerisce l'idea di non impiegare tutti gli elementi della rosa?

Veda Giampaolo, la personalità e il carisma di un allenatore si misura con il coraggio di imporre la propria volontà senza remore di sorta. Far giocare una riserva sin dall'inizio quando ciò è necessario, significa anche mettere in competizione tra di loro i giocatori per uno stesso ruolo e quindi invece non si misura certamente con la codardia di inimicarsi il gruppo o le piccole fazioni consolidate di gruppi di giocatori, la cui presenza abituale risponde alla “conditio sine qua non” evitando eventuali rappresaglie psicologiche e piccole ribellioni interne tra i giocatori.

Lei dimostra a tal guisa, di essere ormai asservito al credo della “captatio benevolentiae” nei confronti degli “anziani” ai quali si deve concedere la precedenza secondo leggi gerarchiche che nella maggior parte dei casi si dimostrano alquanto improduttive e perniciose.

Ma è indispensabile “catturare la benevolenza” dei tifosi e, quello che più conta soprattutto, “catturare la benevolenza” di Boban e Maldini i quali finora hanno dimostrato tanta pazienza nei suoi confronti, anche quando non c'erano i presupposti per poterla avere.

Le ricordiamo infine che ricorrere al cambio di modulo (anche ieri di scena) non denota sicurezza, anzi...

Noi siamo convinti che lei brancoli ancora nel buio, che lei si stia smarrendo in un ginepraio di idee e di tentativi che non portano a soluzioni quantomeno accettabili e denotano soltanto insicurezza e penuria di iniziativa. Questo, mister Giampaolo, si rivela un male, trasmette infatti incertezza e malcontento tra i giocatori stessi i quali si trovano immersi in una spirale di nervosismo che prima o poi si paleserà con tutto il suo effetto negativo e devastante!

Pertanto se le nostre invocazioni rimarranno inascoltate, rifletta almeno sul suo stesso malcontento. Sappia che per noi, lei non è un incapace ma semplicemente è inadeguato per questo Milan

La esortiamo pertanto a considerare degna di riflessione la famosa locuzione latina:

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”

Perchè qualora dovesse perseverare ancora in questo comportamento, saremmo costretti a proferire per l'ultima volta l'invettiva di Cicerone nei suoi confronti:

Quousque tandem abutere, Giampaolo, patientia nostra?

Ci rifletta bene dunque!

 

Il censore