'Ogni favola è un gioco che si fa con il tempo ed è vera soltanto a metà, la puoi vivere tutta in un solo momento, è una favola e non è realtà.
Ogni favola è un gioco 
che finisce se senti tutti vissero felici e contenti forse esiste da sempre non importa l'età perché è vera soltanto a metà!'

 

Questo è il testo iniziale della canzone di Edoardo Bennato “Ogni favola è un gioco”

Ognuno di noi, nel cuore e nell'anima è rimasto ancora bambino, con tutto il carico di emozioni che hanno sempre accompagnato la nostra esistenza, ognuno di noi che, ancora rimane quel bambino identificandosi nei personaggi delle fiabe, trova una similitudine con il suo stato d’animo e questo gli consente di risolvere e superare eventuali conflitti e paure.

Non dovremmo mai farci spaventare dalla “grandezza” della morale che sta dietro una favola, perché il “bambino” stesso saprà calibrare e cogliere determinati aspetti e valori. Inoltre, noi adulti, durante il racconto possiamo semplificarne certe parti o magari arricchire la storia aggiungendo particolari unici, accattivanti e vicini al bambino, affinché la narrazione diventi interessante e rimanga impressa nella sua memoria.

Un po' è la parabola “degli ultimi che saranno i primi”, un po' è la dose di speranza che finisci per avere quando nulla sembra andare per il verso giusto. Certamente per uscire da una situazione esistenziale complicata, sognare non basta. La felicità occorre desiderarla fortemente e servirà rimboccarsi le maniche ogni giorno per scrollarsi la cenere di dosso, magari lasciandosi aiutare da chi ci sta accanto, o magari amando il calcio ma soprattutto la nostra squadra del cuore.

Il calcio certamente per noi appassionati, oltre che un gioco, è sempre una favola e come tale vorremmo che si concludesse a lieto fine. La favola della nostra squadra che amiamo, ma che spesso ci lascia con la bocca amara.
Ma forse questa è una favola che è vera soltanto a metà...

I milanisti rossoneri ad esempio che, dopo aver vissuto momenti di felicità ineguagliabile, ora soffrono perché il crudele vento del destino è cambiato. Potremmo tradurre la vicenda milanista come quella favola in cui il principe (Berlusconi) si innamora di una bellissima donna (il Milan) e la copre di gioielli (i grandi giocatori che hanno fatto grande il Milan), fa vivere la principessa nel lusso più sfrenato (i titoli conquistati), e poi improvvisamente, dopo tanti anni di felicità, il Principe decide di abbandonare la donna amata la quale, dopo un trentennio, ha perduto via via la sua bellezza. Non è certo una buona morale che ricaviamo da questa favola.

Ma forse anche questa è una favola che è vera soltanto a metà...

O forse la favola dell'Inter, regina che visse in un passato glorioso, in periodi felici più o meno lunghi e poi decaduta restando in attesa del suo nuovo Re. Una regina che si affida oggi alla speranza di ritrovare i momenti gloriosi vissuti un tempo, come nella favola (o nella storia narrata) di Penelope che compone, disfa e ricompone la tela in attesa che il trascorrere del tempo possa restituirle il suo Re e la sua gloria. Anche in questa storia potremmo pensare che il nuovo corso dei nerazzurri abbia cancellato gli eventi (negativi) del passato, cercando di ricostruire con rinnovata speranza la grandezza di un regno. Oggi l'Inter pare avviata a percorrere un nuovo corso importante della sua storia cercando di annullare gli errori e le incertezze dell'ultimo decennio.

Ma forse anche questa è una favola che è vera soltanto a metà...

E che dire poi della favola dei fratelli Grimm “ La bella addormentata nel bosco”.

Si tratta di una favola che potrebbe calzare bene alla Fiorentina, orgogliosa del suo glorioso passato, ma che per troppo tempo è rimasta schiava del suo torpore in preda ai ricordi di un'epoca vissuta felicemente. Poche volte vicende alterne così sofferte hanno attraversato i destini delle società dal passato glorioso. A noi piace ricordare con rinnovata emozione che, un tempo molto lontano, una squadra chiamata “la Viola” scelse come simbolo il fiore del giglio, quel fiore che rappresenta il candore, la bellezza e il profumo delle cose. Certamente il giglio è il fiore più appropriato per una città come Firenze, culla dell'arte italiana, della letteratura e della storia antica e Rinascimentale. Si potrebbe immaginare che la potenza di una grande Famiglia come fu quella dei Medici, oggi farebbe altrettanto grande la squadra di calcio tanto cara a tutti i Fiorentini.

Ma essendo in una età moderna del nuovo millennio, in cui la realtà che viviamo è tecnologica, serve ben altro per far rivivere momenti gloriosi come allora. Il presidente Commisso può essere paragonato a quel principe azzurro il quale, avvicinandosi alla bella principessa addormentata in un bosco, si china per baciarla risvegliandola dal lungo torpore. Chissà, magari forse per la Viola, potrebbe trattarsi di una nuova bella favola da vivere nel momento in cui tutta la città di Firenze è ancora in attesa del ritorno alle gesta gloriose di un tempo.

Ma forse anche questa è una favola che è vera soltanto a metà...

Un altro esempio di favola che tempo addietro si trasformò in realtà è quella della squadra del Napoli, quando vinse i suoi due scudetti per merito del suo autentico fenomeno calcistico: Diego Armando Maradona. Di quell'epoca furono fatte e dette molte cose. Il sogno trasformato in realtà, la speranza trasformata in felicità, talmente intensa da restare un evento irripetibile. Eppure Napoli con i suoi passionali tifosi coltiva ancora e per sempre il sogno di ripetere l'impresa che, oggi, potrebbe riuscire davvero al Carletto nazionale. Il Napoli di oggi non ha Maradona, non ha il fenomeno capace di trasformare un sogno impossibile in realtà possibile, ma ha Ancelotti il quale possiede i requisiti necessari per affinare il gioco di squadra di un collettivo di forti giocatori che promettono bene. I tifosi si appelleranno anche a S. Gennaro pur di ottenere quello che potrebbe diventare un autentico miracolo.

Ma forse anche questa è una favola che è vera soltanto a metà...

E che dire poi della favola leggendaria di Romolo e Remo, i gemelli della mitologica Rea Silvia, allattati dalla lupa che li portò con sé strappandoli alle pericolose onde del Tevere.
Essi fondarono Roma, la città eterna, che oggi vanta due squadre di calcio nate sulla sponda del Tevere: la Roma e la Lazio, due squadre che si combattono su un campo di calcio dei tempi moderni, ma altrettanto leggendarie, come lo furono i loro gemelli fondatori.

Ma forse anche questa è una favola che è vera soltanto a metà...

Per ultima ci preme ricordare la fiaba leggendaria di Narciso, il bellissimo giovane innamorato di se stesso, al punto di soccombere specchiando la sua immagine in una sorgente d'acqua pura.

Narciso, altezzoso e consapevole della sua straordinaria bellezza evitava e disdegnava il mondo esterno e tutti coloro che gli stavano intorno per il timore che potessero intaccare in qualche modo il suo bellissimo aspetto, e per questo sua madre Liriope, per evitare che fosse violata e alterata la bellezza del figlio, si recò dal mago indovino Tiresia chiedendogli di donarle l'elisir dell'eterna bellezza e dell'eterna giovinezza per Narciso, ma essa non potè evitare la profezia annunciata dal vaticinante Tiresia, il quale predisse una dipartita prematura per il giovane bellissimo Narciso.
La bellezza della sua immagine, così come dice la leggenda, lo portò a sporgersi troppo verso lo specchio d'acqua per potersi meglio ammirare, così egli cadde nella pozza profonda annegando.

E' spontaneo accostare la vicenda di Narciso alla Juventus, facendo un paragone in considerazione del fatto che la squadra di Sarri, pur vincente e bella di natura, tende a compiacersi della sua imbattibilità, ma cercando il modo migliore per abbellire il suo gioco ingentilendolo ancora di più.

Liriope, la madre di Narciso può essere accostata al presidente Andrea Agnelli (la vera mamma di questa Juventus). Liriope per conservare la bellezza del figlio Narciso si reca da Tiresia acquistando il filtro della giovinezza e della bellezza eterna. Agnelli acquista Ronaldo e parecchi altri giocatori di elevata rilevanza tecnica per ambire alla conquista della Champions, diventata ormai il simbolo dei desideri bianconeri, il sogno da trasformare in realtà. Ma c'è sempre l'imprevedibile che sfugge al controllo dei proponimenti e delle azioni programmate. Tiresia vaticina la morte prematura del giovane Narciso. I tifosi antijuventini predicono anzitempo il fiasco della Juventus in champions. Come una sorta di nemesi che li accompagna ogni anno, ormai da tempo immemorabile.

Ma forse anche questa è una favola che è vera soltanto a metà...


In noi tutti, in fondo, si nasconde una favola nei nostri pensieri, la favola che rappresenta la nostra squadra, quella che amiamo e la quale ci fa gioire e soffrire al tempo stesso, ma si deve anche precisare la verità evidenziata in una frase pronunciata dallo scrittore olandese Godfried Boman:

Ciò che hanno in comune tutte le favole è che riguardano i desideri, non le realizzazioni!”

Infatti non sempre ciò che vorremmo si realizza sempre, magari si verifica solo qualche volta o semplicemente come citato dall'indimenticato grande artista e scrittore Luciano De Crescenzo, scomparso nel luglio di quest'anno:

L'animo umano ha bisogno di nutrirsi di speranza, così come lo stomaco ha bisogno di cibo. La vita invece spesso è amara e non concede scappatoie ai desideri dei mortali. Alcune verità sono senza alternative: tutti dobbiamo morire, chi è brutto non potrà mai diventare bello, chi è vecchio non potrà mai ritornare giovane e chi vive una vita opaca e senza entusiasmi sa che molto difficilmente riuscirà a cambiarla. E allora che fare? Non resta che rifugiarsi nel mistero, evadere nel trascendente. Ed ecco fiorire da ogni parte le favole, gli extraterrestri, gli oroscopi, le droghe e gli estremismi politici.”

Certamente una cosa ci piace sottolineare e cioè:
il desiderio in noi stessi di far parte integrante nella favola della nostra squadra di calcio, sia nella buona come nella cattiva sorte, non ci impedirà mai di amarla per tutta la vita!


Ogni favola è un gioco oppure realtà?...

 

Il censore