Il calcio ci conquista sempre, ci appassiona tutti, ci fa discutere, ci fa litigare, mai ne potremmo fare a meno! Ognuno di noi ha la sua squadra del cuore, per lei soffriamo, ci arrabbiamo e gioiamo.
Non c'è campionato in cui ci non rivendichiamo torti subiti per rigori discutibili, azioni punite dall'arbitro per fuorigioco e infine giocatori che riteniamo non sia stato giusto ammonire o espellere.
Nascono sempre discussioni in cui ognuno vuole aver ragione, in cui ognuno perde la sua sportività difendendo la propria squadra e contestando tutto ciò che non si é disposti ad accettare.

Ma c'è una squadra poi che ci mette tutti d'accordo, la squadra che tutti accettiamo di condividere per gioire tutti assieme: la nostra Nazionale. La squadra che ci rappresenta nei campionati europei e mondiali. La squadra per la quale, finalmente, non abbiamo più motivo per entrare in disaccordo, la squadra per la quale soffriamo e ci emozioniamo tutti assieme.

Non è lontano quel 13 novembre del 2017, una data che ormai nessuno potrà più dimenticare. La data in cui si disputò lo spareggio fra Italia e Svezia per accedere al torneo mondiale del 2018.
Bisognava rimontare la sconfitta per 1 – 0 subita in Svezia nella gara di andata, ma a S. Siro non andammo più in là dello zero a zero, subendo la mortificazione di non partecipare al campionato mondiale di Russia 2018. La disperazione e le lacrime di Buffon, il nostro portiere capitano e veterano, protagonista in cinque edizioni e campione mondiale nel 2006 fu l'emblema più eloquente della nostra disfatta. Sarebbe stato il suo sesto mondiale un record imbattibile!

Eppure la cocente delusione di allora non ci ha impedito di reagire, cercando la rivincita e facendoci riflettere che bisognava girare pagina nel libro del destino della nostra storia calcistica.

E' passato poco più di un anno da quando la Nazionale è stata affidata a Roberto Mancini... promuovendo la sua politica dedicata al lancio dei giovani, ha provveduto a infondere nuova linfa nell'impianto della nuova Nazionale. Mancini sin dall'inizio delle qualificazioni al campionato europeo del 2020 ha alternato giovani di valore e di sicuro avvenire, fino a trovare il giusto equilibrio nella formazione titolare.
Il modulo adottato esprime un gioco piacevole, fluido e votato alle propensioni offensive con costante impegno e determinazione. Ieri infatti, in Finlandia, la nostra Nazionale ha conquistato la vittoria per la sesta volta consecutiva, nell'impegno più difficile che ci attendeva per il prosieguo del girone eliminatorio. Quindi dopo la vittoria in Armenia, anche a Tampere i nostri ragazzi hanno giocato per vincere ipotecando il primo posto del girone J in cui sono impegnate pure le Nazionali di Grecia, Bosnia Erzegovina, Liechtenstein, Armenia e Finlandia. Il prossimo impegno del mese di ottobre, che ci opporrà alla Grecia, potrà sancire con estrema probabilità la sicura e matematica certezza di conquistare il primo posto del girone, qualificandoci con largo anticipo rispetto al calendario delle prossime gare in programma.

L'europeo dunque rappresenterà la prima tappa di un importante cammino che ci dovrà portare alla partecipazione del Mondiale 2022 in cui saremo impegnati per riscattarci dimostrando che quella parentesi negativa è servita per darci nuovi e necessari stimoli.

Intanto vedremo come andrà a finire questo Campionato Europeo, che ci vedrà contrapposti a rivali di altissimo valore come la Spagna, la Francia, la Croazia, l'Inghilterra, la Germania, il Portogallo, l'Olanda e il Belgio. Non dobbiamo temere nessuno perchè saremo consapevoli della nostra forza.


I tifosi delle squadre di club che litigano fra di loro potrebbero essere paragonati a “i figli discordi” nella favola di Esopo, i quali spesso litigavano tra di loro. Il padre contadino, per cercare il modo per farli andare d'accordo, intervenne più volte facendo loro delle prediche e spesso comminando loro dei castighi. Visto però che queste misure adottate non risolvevano il problema, egli architettò uno stratagemma per far sì che i figli potessero andare finalmente d'accordo, smettendo di litigare una buona volte per tutte.
Il contadino riuscì a mettere insieme un fascio di verghe unendole e fissandole saldamente. Consegnò il fascio ai figli chiedendo loro di spezzarlo. Ma pur con tutta la loro forza e tutto il loro impegno, i figli non riuscirono nemmeno a scalfire il solidissimo fascio di verghe. Il padre allora sciolse l'involucro, prese una sola verga consegnandone una diversa per ognuno di loro. A questo punto chiese loro di spezzarla. Essi così riuscirono facilmente a spezzare ognuno la propria verga.
Il Contadino allora compiacendosi disse loro: ”Questo episodio vi servirà, figli miei, se sarete uniti non sarete mai sopraffatti da nessuno. Ma se litigherete stando ognuno per conto vostro, allora sarete una facile preda per il nemico".

Facendo le dovute similitudini, possiamo dunque accostare la figura del padre contadino alla nostra Nazionale di calcio ottimamente condotta dal commissario tecnico Roberto Mancini.

I figli ltigiosi sono i tifosi delle squadre di calcio (Juventus, Inter, Napoli, Milan, Roma, Lazio ecc.).

Le verghe rappresentano le liti e le contese che ogni giorno si susseguono nell'ambito delle dispute.

Ma quando gioca la nostra Nazionale i tifosi non hanno più motivo di litigare e se saranno uniti per sostenere i nostri giocatori, quei tifosi cantando insieme l'inno dei Fratelli d'Italia sapranno valicare qualsiasi confine che non potrà più dividerli.

Perché la Nazionale italiana è la squadra di noi tutti!

 

Il censore