Sembra difficile che possa succedere di sentire un buon profumo assistendo a una bella partita di calcio.
Oddio, di belle partite ne vediamo tutte le settimane nel nostro campionato, come pure nei campionati d'oltralpe, ma una partita come quella vista stamattina è ormai difficile gustarla, o meglio devo dire che non sarebbe difficile poterla gustare come quella di tanti anni orsono, tra i prati d'erba in epoche ormai perdute.

I protagonisti dello spettacolo genuino a cui ho assistito, sono stati dei ragazzi intorno ai 10/11 anni, gli ultimi esponenti di una generazione che si diletta più con il proprio smartphone, piuttosto che con un pallone da calcio. Beh, devo comunque dire che quando ci si mettono, i ragazzini sono capaci di fare belle cose, intraprendenti come essi sono. E menomale che stamani mi è venuta voglia di farmi una passeggiata al parco vicino casa, così non mi sono perso lo spettacolo!

Una volta tanto riesco infatti ad ascoltare i consigli del mio medico, il quale mi raccomanda sempre di muovermi spesso, facendo due passi all'aria aperta per mantenermi leggero e in forma, ma la mia forte pigrizia o ignavia, come la chiamò Dante nella sua Divina Commedia, la vince sempre sulla mia volontà e pur rendendomi conto di finire un giorno tra gli ignavi del cerchio Dantesco, mi sono deciso tuttavia di recarmi tra i viali del parco, incoraggiato dal tiepido sole che stamani faceva capolino tra le sporadiche nuvole presenti.

Il tempo di prendere posto in una panchina che offre solitamente un'ottima vista in direzione del prato antistante, ed ecco un gruppo di ragazzini che si radunano in quell'esteso tappeto d'erba per disputare una genuina e innocente partita di pallone. Mi spinge a curiosità il fatto di notare che essi indossano una maglia della squadra di calcio di cui evidentemente essi ne sono tifosi.

E così si mescolano nelle due formazioni in campo i sostenitori del Milan, dell'Inter e della Juventus principalmente. Tra queste maglie spicca anche quella della nazionale argentina, con il numero 10 e il nome impresso nella parte posteriore: Messi! Mi stupisce notare che ci siano ragazzini tifare anche per una squadra straniera, segno inequivocabile del processo di globalizzazione che ormai corre sempre più spedito verso il progresso migratorio dei popoli.

I ragazzini, con enorme entusiasmo, si affrettano a definire i precisi confini del campo di calcio limitandone le dimensioni, adattate per un gruppo di una quindicina di giocatori in tutto, schierati sette da una parte e otto dall'altra. Non ci sono contestazioni, c'è tanta euforia ma soprattutto, tanta voglia di correre e di giocare. Essi si divertono a imbastire azioni imitando i grandi e devo dire che, nel loro piccolo, ci riescono bene! E sono talmente bravi da destare in me un interesse che io stesso non mi sarei mai aspettato.

Passa Marco dai che sono libero” è l'invocazione di un ragazzino che riceve la palla e si invola velocemente in direzione della porta avversaria, un ultimo dribbling per liberarsi dell'avversario ed ecco che fa partire un bel tiro insaccando il pallone alle spalle del portierino, il quale malgrado il tuffo, non riesce ad afferrare il pallone per evitare il goal. La speditezza dell'azione, la limpidezza del fraseggio e il pronto tiro in porta, andato a buon fine, mi hanno intrigato al punto tale da farmi scattare in piedi e applaudire l'azione con molto entusiasmo.

Lì per lì i ragazzini non hanno mostrato interesse nei confronti della mia spontanea reazione, ma si sa, quando essi si sentono osservati ecco che profondono tutto il loro impegno per far bella figura nel prosieguo delle loro azioni. Così dopo pochi minuti l'azione si svolge nella metà campo opposta e dopo un calcio d'angolo, un ragazzino tra i più alti del gruppo si stacca in alto e al volo, colpendo il pallone di testa, pareggia le sorti del piacevole incontro.

Ancora una volta in un impeto di approvazione, scatto in piedi per applaudire l'azione esclamando con voce decisa: “bravi, veramente bravi!”. Questa volta i ragazzini mi notano con attenzione e si dirigono sorridenti verso di me, anche perchè il pallone è finito proprio dalle mie parti. Allora mi sorge spontaneo il desiderio di fare qualche palleggio e loro, lasciandomi fare, rimangono a guardare ciò che ancora mi riesce sorprendentemente, malgrado tanti anni di inoperosità. Alla fine del discreto palleggio, stavolta scatta spontaneo l'applauso da parte loro, i quali mi esprimono il loro compiacimento per essermi esibito in quel momento con tanto piacere.

“Signore, ma tu sei bravo e accarezzi il pallone con eleganza, puoi insegnarmi come si fa?” mi domanda qualcuno di loro;

“Oh ragazzi – rispondo – non adulate chi ancora non conoscete. Mi è stato facile farlo poiché in quel momento la palla è arrivata da me a velocità ridotta e dunque mi è stato agevole colpire più volte il pallone come facevo anch'io alla vostra età. Comunque vi ringrazio dell'applauso non troppo meritato, mentre il mio applauso per voi è stato sollecitato dalla limpidezza del vostro modo di giocare. Ora continuate pure, ma prima magari ditemi per quale squadra fate il tifo. Tu ad esempio che indossi la maglia bianconera sarai tifoso della Juventus immagino”

“No, no signore – mi risponde il ragazzino. Questa è la maglia di mio fratello, lui è juventino, ma io come mio papà sono tifoso del Milan e tu signore di quale squadra sei tifoso?”

“Anch'io sono tifoso del Milan – rispondo – e lo sono da parecchi anni. Piuttosto come mai non hai anche tu una tua maglia? Non ti piace indossare quella rossonera?”

“Sì certo che mi piacerebbe – replica quel ragazzino – sai, mia mamma mi aveva dato i soldi per comprarmela, ma io li ho spesi per altre cose quindi non posso richiederle la stessa cifra per la seconda volta”.

“Signore, signore, questa maglietta è mia – cinguettano un paio di ragazzini vicino a me – io sono un vero interista perché la indosso sempre”

Mi giro verso di loro e rispondo: “Certo cari ragazzi, bisogna essere sempre fedeli alla propria squadra sia quando vince e sia quando ci delude, ma dobbiamo sempre sperare che si possa riprendere presto per ricominciare a vincere come prima”.

“Si è vero, ma dimmi signore, tu che hai tanta esperienza, ne avrai viste tante di squadre in campionato nevvero? Secondo te quest'anno chi potrà vincerlo il campionato?“

Beh devo dire che tra tutte, la più favorita è la Juventus  Ma non posso certo dire diversamente, altrimenti a quei cinque vostri compagni che indossano la maglietta bianconera diventerei antipatico e questo non voglio che succeda!”, accennando a un sorriso che fa arrossire un paio di loro.

“Sì signore hai ragione – mi risponde uno di loro – mio padre dice che quest'anno la Juve vincerà il triplete, Campionato, coppa Italia e Champions”.

Sì il triplete, ma dove alla play station? – replica uno degli interisti – vi piacerebbe, ma non succederà perché tanto la Champions non è roba per voi!”

“E invece vedrete che quest'anno ce la faremo così rosicherete di rabbia – risponde un altro juventino del gruppetto – e poi così la smetterete di sfottere finalmente”.

A parte che non è detto che lo scudetto lo vincerete voi – sbotta uno degli interisti – mio padre lo continua a dire già dalla fine del campionato scorso. Quest'anno noi partiamo con le carte in regola”.

“E tu con la maglia rossonera cosa puoi dire in merito – rivolgendomi al più piccolino della compagnia – secondo te come andrà a finire questo campionato?”

Ma non saprei – mi risponde intimidito – mio padre dice che noi rossoneri non arriveremo nemmeno quarti in classifica per disputare la Champions l'anno prossimo”

“Ma tu cosa dici invece – replico io – ti sei già fatta un'idea?”

Non lo so signore, io spero che Donnarumma rimanga al Milan per sempre” – replica mentre prende il pallone e rivolgendosi ai compagni esclama: ”Ragazzi dai che dobbiamo giocare il secondo tempo”.

Grazie signore se vuoi puoi anche rimanere a guardarci” – mi dicono alcuni.

Io rimango e ammiro i ragazzini impegnarsi al gioco e alle azioni, mentre mi sovvengono alla mente lo scenario ancora vivo di un passato lontano, quando anch'io alla loro età correvo dietro a un pallone per divertirmi, sognando di diventare da grande come quei giocatori di talento della mia squadra rossonera di quell'epoca.

Mi passavano davanti agli occhi immagini nitide come un ricordo recente, senza rendermi conto che sono trascorsi invece tanti anni, troppi anni! Ma mi convinco che, in fondo, il calcio tra i ragazzini di allora e quelli di oggi non è poi cambiato di molto. Il pallone è migliorato nelle sue dimensioni e nel materiale che viene adoperato oggi. Forse per questo vero motivo sono stato capace di esibirmi con quei fini palleggi che tanto sono stati apprezzati da quei ragazzini.

La partita è terminata col punteggio di 3 – 3 e con tante belle azioni che ho sottolineato con i miei sentiti applausi, poi i ragazzi, alla chetichella, sono ritornati alle loro case. Qualcuno a piedi verso le palazzine più vicine, altri in bici diretti verso le abitazioni più distanti.
Io ho proseguito la mia passeggiata, pensando e ripensando che, a volte per vedere una bella partita, basterebbe assistere al gioco improvvisato su un prato da tanti ragazzini, tra i quali chissà, magari un giorno potrebbe celarsi un futuro campione che, col passar del tempo, potremmo forse riconoscere come uno di quei simpatici protagonisti di questa mattina.


A ripensarci bene, credo che il mio medico abbia ragione, farsi una passeggiatina nel parco ogni tanto farebbe proprio bene. Eh sì, dovrò riprovarci ancora e lo farò molto volentieri!...

 

il censore