Nel caldo asfissiante che ha contraddistinto l'estate 2018 ho avuto la fortuna di incontrare alcuni bambini che, con i loro occhi veritieri e spontanei, mi hanno formulato la seguente domanda: secondo te, come posso diventare un grande calciatore? Forte delle conoscenze musicali e di una maggiore esperienza rispondo: se vuoi essere un calciatore, ricordato dagli altri, devi metterti a disposizione della squadra, creare un forte legame con i compagni, ma soprattutto guardare le partite dell’Atletico Madrid. Probabilmente i ragazzini si aspettavano una risposta diversa, magari improntata sul mito Cristiano Ronaldo, ma la vera essenza del calcio e soprattutto la capacità di andare oltre l’ostacolo in una visione universale e non casuale è rappresentata dagli insegnamenti di Diego Simeone. Forse la maggior parte di noi non sa dare una spiegazione plausibile a che cosa rappresenta veramente il Cholismo, anche se osservando l’Atletico Madrid si notano delle differenze sostanziali con qualsiasi altra squadra. Il tecnico argentino, arrivato alla guida dei colchoneros nel 2011, è riuscito a plasmare i malumori interni al club e con grinta, determinazione e soprattutto cuore ha trasformato una squadra da normale a super competitiva. 

Vi ricordate la famosa canzone di Nek, Renga e Max Pezzali intitolata "Duri da battere"? Bene, il ritornello di questo splendido brano si racchiude nell’interiorità umana affermando che il cuore va oltre l’ostacolo e, sullo stesso piano, fa ogni miracolo; sembra un detto pronunciato dai vecchi letterati e arrivato a noi all’interno di una pergamena, ma se ci pensiamo bene i tre cantautori hanno esplicitato un messaggio che dalla maggior parte degli allenatori o presunti tali non viene neanche preso in considerazione perché per loro contano solo tecnica e furbizia. Ma andando avanti e ascoltando il brano con molta attenzione si capisce veramente il significato del Cholismo, non un movimento culturale o architettonico, ma un insegnamento alle nuove generazioni e alle scuole calcio.

Perché la domanda da porre ad ogni allenatore che guida un gruppo di bambini è proprio questa: ma è veramente possibile immettere la mentalità del Cholismo in un gruppo di ragazzini? La risposta sarebbe negativa per il semplice fatto che i bambini non hanno la mentalità giusta per stare in gruppo e per soffrire insieme. Ma il vero allenatore è colui che sa tirare fuori dai suoi ragazzi la consapevolezza che niente è impossibile e che nel corso della vita se non si prova ad andare oltre il proprio confine non si ottiene niente. Simeone in questi anni è riuscito a fare questo. Incoraggiamenti continui, braccia alzate al cielo per conquistare la tifoseria e voglia di varcare il muro della paura. Ha dimostrato al mondo che non serve avere un squadra di campioni, ma con il cuore e la testa anche l’ostacolo più arduo può essere superato.

E tornando alle scuole calcio che hanno a che fare con bambini che ancora frequentano la scuola primaria, è necessario iniziare da lì. Riuscire a trasmettere loro un qualcosa tale da identificarsi in amicizia, fratellanza e concentrazione. Perché lo sport, quello sano, aiuta nella scuola, ma anche nella vita e lo stesso Buffon ha invitato il Ministero dell’istruzione ad aggiungere più ore di educazione fisica nel corso dell’anno scolastico. Il problema è che molto spesso la gelosia e la tecnica calcistica si mettono in mezzo al gruppo e tendono ad azzerare amicizia e voglia di fare. Ebbene, Simeone ha vinto anche questa sfida perché la rotazione che attua con i suoi giocatori è un qualcosa di unico e sentire i suoi ragazzi affermare che, anche se non giocano sempre, si sentono al centro del progetto pone lo sport in una posizione vincente. Insomma, gli aspiranti allenatori devono sapere che adesso non basta più andare in campo e vincere, ma conta dare un assetto alla squadra ed educare i propri giocatori al rispetto e alla sportività.  Simeone ha raggiunto il suo scopo, adesso tocca a voi!