Giocare contro una Roma con i suoi 10/11 dei titolari in campo alla seconda partita da Allenatore non è mai facile per nessuno, anche se ti chiami Andrea Pirlo e in molti ti hanno etichettato come predestinato. Con il senno di poi questo pareggio conquistato dalla Juventus può valere come una vittoria per Pirlo e calciatori che sono stati bravi e (molto) fortunati nell'evitare la goleada in 10 contro 11, pareggio che però è anche specchio di molti errori dell'allenatore e della società.

La formazione di ieri è l'emblema delle strategie sbagliate di una società che rinuncia a Pellegrini e lascia scoperta la fascia sinistra (in attesa di Alex Sandro infortunato) e di un allenatore che (forse) contagiato dalla paura italiana di schierare i giovani preferisce andare contro le sue stesse parole per adattare, con risultati pessimi, Cuadrado. Una società che non riesce a cedere i calciatori non funzionali al 3412 (442 in fase di non possesso) come De Sciglio e Costa (nonostante ieri abbiamo fatto una buona partita) e non riesce a rinforzare una squadra che ieri, negli undici in campo era inferiore alla Roma. 

La società ha anche la colpa di aver ritardato di molto l'acquisto dell'attaccante e di aver consegnato a Pirlo un Morata che Paratici chiama occasione ma che in realtà è la terza alternativa e la differenza con Dzeko, con 7 anni in più, si è vista e sentita tutta. Due allenamenti sono davvero pochi per giudicare un giocatore, ma l'esordio non è stato molto positivo nonostante le aspettative collettive e aumenta i rimpianti dei tifosi che vedono il Dzeko di ieri sera o il Suarez all'esordio con doppietta con la maglia dell'Atleti.

Ma non è una sconfitta (morale) solo della società ma anche dell'allenatore che si fa promotore del lancio dei giovani e del mettere i giocatori nel loro ruolo naturale (e più funzionale) ma che non rischia Fabrotta per adattare Cuadrado a sinistra. Un allenatore che ha persistito nello schierare McKennie e Rabiot senza rendersi conto che contro una squadra come la Roma servono idee a centrocampo ed uno rapido di pensiero come Bentancur o Arthur (non necessariamente entrambi) avrebbe fatto la differenza dal primo minuto.  Ma l'errore più grave, e che ci fa sentire tutti allenatori, è stata la mancata sostituzione di Rabiot, giocatore ammonito e che aveva commesso altri due falli "importanti" prima dell'espulsione. Pirlo toglie "l'Americano" senza però accorgersi di quanto fosse in difficoltà l'ex PSG.  Scelta diversa da Fonseca che toglie Pellegrini ammonito (a cui manca il primo cartellino giallo per il fallo da rigore a differenza di Rabiot subito punito) e che da volpe più esperta lo toglie immediatamente dopo un secondo fallo "intenso" del centrocampista.

A Pirlo però vanno dati anche i meriti e va detto che l'intuizione di schierare Danilo nei tre dietro è davvero buona, il giocatore dimostra di essere molto attento in fase difensiva e che si può trasformare in un valore aggiunto in fase di spinta (vedi i due cross molto belli che ha fatto e da cui si è scaturito un gol). Un'intuizione molto buona, un po' in stile Kolarov con l'Inter, ma che non è abbastanza per raggiungere la sufficienza. Anzi, il voto di Pirlo è un sonoro 4 frutto di scelte sbagliate come quelle di Cuadrado e del duo senza idee di centrocampo precedentemente citate e quella di mandare in campo Morata con 2 allenamenti spezzando l'intesa Ronaldo-Kulusevski che aveva lasciato ben sperare tutti. 

Anche la difesa, di cui stranamente ieri Danilo è stato il migliore, è da registrare con Chiellini e Bonucci che si sono fatti bucare diverse volte e che sono un vecchio ricordo dell'inespugnabile BBC. Tutti sono in attesa dell'esordio dal primo minuto della coppia del futuro Demiral- De Ligt magari al fianco di un Danilo che come lo scorso anno è partito bene (e di cui si spera non replichi anche il resto della stagione passata).

La partita alla fine è stata decisa da un Dzeko sprecone, da alcuni cambi dubbi di Fonseca e soprattutto da un Cristiano Ronaldo, che non solo si è sacrificato in difesa, ma che all'unica palla buona ha fatto gol.

In attesa degli ultimi colpi di mercato per sistemare una rosa troppo corta, Pirlo riparte da un pareggio ottimo per come si erano messe le cose e che sostanzialmente significa una sola cosa: Ronaldo ovunque lo metti fa la differenza e bisogna ripartire da lui.