Sosta benedetta o sosta maledetta?
Questo è quello che si stanno domandando i tifosi della Fiorentina.
Esistono due teorie, la prima che servisse una pausa alla squadra per recuperare forze fisiche e mentali e la seconda che interrompere un momento così perfetto (otto vittorie e un pareggio nelle ultime nove gare) possa “inquinare” l’ottima aria con la quale ha giocato la Fiorentina nell’ultimo mese e mezzo. Giusto avere dubbi e giusto porsi qualche domanda, io onestamente sono per la prima teoria.
Partendo dal presupposto che basta veramente poco per peggiorare il trend perfetto dell’ultimo periodo (basta una sconfitta, o due pareggi…), credo che servisse una pausa, se pur breve, alla squadra. Nella partita con il Lecce la sensazione che la squadra non fosse al 100% l’abbiamo avuta tutti, nonostante nel complesso abbia fatto una ottima prova, perché fermarsi credo fosse in quel momento il desiderio di tutti. Inoltre la Fiorentina giocherà dal 1º aprile al 30 aprile ben 9 partite (e poi il 3 maggio ci sarà il turno infrasettimanale contro la Salernitana…). Ricaricare le batteria in vista di un mese così intenso e così importante credo sia la priorità di tutti, soprattutto di Vincenzo Italiano che nell’amichevole odierna ha mandato in campo pochissimi titolari. 9 partite in 30 giorni significa giocare ogni tre giorni, quindi servirà il massimo impegno da parte di ogni singolo giocatore perché difficilmente ci saranno ragazzi con pochi minuti in campo a seguito di questo tour de force.
Altre domande che si stanno ponendo i tifosi sono “Con quali certezze giocherà la Fiorentina negli ultimi mesi di campionato?”, “La svolta è stata ufficialmente trovata?”, “Quali calciatori continueranno a mandare segnali di crescita?”.
Queste sono solo alcune delle domande, non dimentico per esempio nemmeno la domanda SUL tema della sosta, ovvero “Dove giocheremo durante i lavori al Franchi nel 2024?”. Tolta l’ultima domanda, alla quale non sono in grado di rispondere, credo che la Fiorentina arriverà ad aprile con una certezza, ovvero di essere una squadra cresciuta sotto tutti i punti di vista.

COSA È CAMBIATO?
La Fiorentina è diventata una squadra molto più incisiva e concreta, segna molti più goal e ne prende pochi, ha molti più leader e ha tanti calciatori che stanno crescendo di rendimento. È una squadra in fiducia, consapevole di essere dentro a tre competizioni importanti nelle quali dovrà dare il massimo per cercare di concluderle nel miglior modo possibile la stagione. Semifinale di Coppa Italia, quarti di Conference League e nono posto in campionato a -4 dal 7º posto. Vedendo come era iniziata la stagione, se ci avessero detto a ottobre o a novembre, ma anche a gennaio, che la Fiorentina sarebbe arrivata con così tanti obiettivi ancora aperti ad inizio aprile, difficilmente ci avremmo creduto. Molti(i soliti disfattisti)un mese e mezzo fa parlavano di salvezza, ma nemmeno il più grande ottimista avrebbe potuto immaginare una risalita simile. La Fiorentina è cambiata, sotto alcuni aspetti è tornata e credo voglia provare a stupire ancora. Anche chi era del partito “Pensiamo alle coppe, tanto il campionato è finito” oggi deve rimangiarsi questa affermazione(io compreso), perché anche in Serie A la Fiorentina si è costruita la possibilità di dare un significato alle ultime giornate. Ma in cosa veramente è cresciuta la Viola?

CRESCITE COLLETTIVE E INDIVIDUALI
Dal punto di vista del gioco, la Fiorentina ha sempre messo in mostra un bel calcio, anche se in alcune circostanze era sembrato troppo lento e troppo macchinoso, e soprattutto troppo sterile, sia per la carenza tecnica in alcuni reparti (Amrabat non è un regista vero, anche se sotto Italiano è migliorato molto) sia perché in Italia siamo ancora la patria del tatticismo, quindi presumo che diverse squadre abbiano studiato il modo di giocare della Fiorentina, la squadra che nella passata stagione giocò il miglior calcio. Quindi cosa ha fatto Italiano? Meno giro palla, più profondità e verticalità e un centrocampista ad accompagnare costantemente la punta (che sia Bonaventura, che sia Barak e in alcune circostanze Mandragora). Inoltre i compiti di regia passano meno da Amrabat, che tocca comunque sempre molte palle ma che non deve più impostare e dettare i tempi. Nel calcio moderno giocare con un tocco o due tocchi e alzare i ritmi sono chiavi vincenti per far goal; se il pallone gira lentamente o lo si tocca troppe volte è difficile pensare di trovare linee di passaggio ed è ancora più difficile pensare di essere incisivi, si finisce per diventare sterili.
Da quando vicino ad Amrabat gioca Mandragora, che è un calciatore con più qualità di Amrabat ma che sa fare tanto lavoro sporco, la Fiorentina a centrocampo ha trovato equilibrio, oltre a maggior fluidità nel muovere palla, permettendo al terzo centrocampista di accompagnare costantemente la punta in fase di possesso, mentre in fase di non possesso la Fiorentina si posiziona a tre in mezzo. Chiamatelo centrocampo a 2+1 o a 3, poco cambia, credo che la Fiorentina abbia trovato in quella zona di campo il giusto equilibrio.

Inoltre la Fiorentina è cresciuta molto a livello difensivo e prende pochi goal, nonostante io non abbia mai considerato la difesa il punto debole della squadra. Milenkovic è tornato dopo un infortunio e sta ritrovando le proprie sicurezze dopo un periodo non esaltante, Quarta sta giocando la sua miglior stagione con la maglia della Fiorentina e Igor sta crescendo, inoltre Ranieri si sta dimostrando un ottimo jolly difensivo. La Fiorentina vanta un pacchetto di centrali molto interessante e giocando così tante gare ravvicinate permetterà a tutti di trovare minuti e continuità.
Sui terzini invece il discorso resta da capire, perché se da una parte finalmente stiamo vedendo il Dodo che tutti quanti avevamo visto allo Schaktar, dall’altra il rendimento di Biraghi continua ad essere troppo incostante, Terzic è reduce da un infortunio e Venuti sembra quasi un corpo estraneo. In porta la Fiorentina ha in Terraciano un portiere di affidabilità, che trasmette tranquillità alla squadra e che è reduce da un periodo positivo, e aveva trovato in Sirigu un ottimo secondo ma l’infortunio odierno lo terrà fuori dal campo per diverso tempo molto probabilmente(buona fortuna Salvatore!).
Per quanto riguarda il reparto offensivo, aver ritrovato Nico Gonzalez non credo sia un dettaglio da poco, conosciamo tutti il potenziale del giocatore, quello che può dare e quello che potrebbe migliorare. Continuo a pensare che un calciatore pagato 27 milioni di € debba fare di più, soprattutto a livello di numeri, ma il lavoro che fa Nico nella Fiorentina è di vitale importanza; è un giocatore che sa alzare i ritmi, ha tecnica e qualità individuale, fa ammonire gli avversari, svaria per tutto il campo, aiuta molto in fase difensiva e quando alza il livello della prestazione individuale di conseguenza alza il livello della Fiorentina. Italiano non l’ha praticamente mai tolto da febbraio. Non dimentichiamo che batte benissimo i rigori. Con Nico Gonzalez c’è una Fiorentina, senza un’altra.
Dobbiamo sottolineare anche il buon rendimento di Saponara nel 2023, che ha segnato dei goal importanti e che quando gioca mette sempre qualità nelle giocate ed entra spesso nei goal con palloni decisivi. Ikonè continua ad alternare buone prestazioni ad altre non eccelse, però è un calciatore che quando è in campo può sempre risultare utile.
La Fiorentina sta aspettando in quel reparto Sottil e Brekalo, che stanno migliorando la loro condizione per poter essere delle frecce importanti anche a gara in corso, non dimenticando il jolly Kouamè che nel 2023 sembra il gemello brutto di quello dei primi mesi del 2022 ma che Italiano nelle ultime gare ha usato e che userà sicuramente in altre situazioni. Dulcis in fundo, non credo sia casuale che il rendimento della Fiorentina sia migliorato nel momento in cui sia cresciuto un attaccante, Arthur Cabral. Il brasiliano nel 2023 sembra un altro calciatore, molto più incisivo, molto più sicuro di se stesso e molto più dentro allo spirito fiorentino, per ironia e modo di porsi. Basta pensare a quella esultanza in Fiorentina-Braga quando ha segnato il 3-2, ma anche al modo in cui entra in campo. Prima era un calciatore chiuso, sempre spento in volto, che camminava a testa bassa. Adesso quando entra nel terreno di gioco saluta i tifosi, sorride ed entra a testa alta e petto in fuori. I tifosi hanno sempre apprezzato lo spirito e l’impegno che metteva in partita, ma il rendimento era tutto tranne che positivo.
Guardiamo solo ai numeri: in un anno nel 2022 ha segnato sei goal, in tre mesi nel 2023(e ne ha saltate diverse per infortunio)siamo già a otto goal, solo Osimhen e Lautaro hanno segnato più goal di Cabral in Serie A considerando anche le coppe. Prima segnava solo goal fantastici, adesso segna anche goal sporchi, da attaccante d’area, si fa trovare nel posto giusto al momento giusto. Inoltre si sacrifica per la squadra, gioca spalle alla porta e lega con i compagni. Sicuramente può crescere sotto tanti altri aspetti, per esempio credo debba essere più rapido nell’attaccare la porta nel momento in cui esce spalle alla porta e scarica palla ai compagni, ma questi sono dettagli che cresceranno con il lavoro. Con un attaccante, la Fiorentina ha ritrovato i goal, vittorie e sicurezze. Questo significa che Cabral è il nuovo Batistuta o il nuovo Vlahovic? Assolutamente no. Resto dell’idea che a gennaio servisse un attaccante in quel momento, anche se adesso la scelta della società mi sta smentendo( e ne sono felice!).
Cabral è finalmente un attaccante, è un calciatore presente e costante, inserito nel gruppo. Da qui a giugno capiremo tanto su questo calciatore e capiremo se in estate ci sarà bisogno di investire per una punta o se magari sarà proprio Cabral l’attaccante giusto. Fino a quel momento sarà inutile fare pronostici o valutazioni, bisognerà solo aspettare, osservare e poi capire, tirando una linea a giugno sul brasiliano. Stesso discorso varrà per Jovic, che ogni tanto manda dei segnali con buone prestazioni e grandissimi goal, come quello con il Milan, ma in altre circostanze non riesce proprio ad incidere. Adesso ha il raffreddore (…), ma appena starà meglio Italiano dovrà tenere in considerazione anche il serbo perché con così tante gare ravvicinate e importanti non si dovrà lasciare indietro nessuno. Serviranno tutti, anche quei calciatori come Duncan, Venuti, Kouamè e Bianco che nell’ultimo periodo hanno giocato con il contagocce. Dovrà essere bravo Italiano a gestire le forze con rotazioni mirate, cercando di non stancare troppo nessuno e tenendo tutti sull’attenti. 

UN MESE INTENSO
La Fiorentina dovrà confermare quanto di buono fatto nell’ultimo periodo, dimostrando di essere la squadra applicata, bella e organizzata vista dal Braga in poi e non più quella imprecisa, distratta e incostante vista in precedenza. Saranno nove gare importantissima in un aprile vivo come non si vedeva da anni a Firenze e la Fiorentina dovrà giocare con la giusta concentrazione contro tutti gli avversari ma dovrà avere la consapevolezza di potersela giocare, ma soprattutto di potersi giocare un qualcosa di importante in una stagione che è stata molto complicata fino a poco tempo fa ma che potrebbe riservare uno scenario finale molto interessante. E la Fiorentina ha il destino nelle proprie mani, ci sarà da divertirsi! 

UNA GARA ALLA VOLTA
Ovviamente bisogna guardare una partita alla volta e la prima di questa serie non sarà banale: il 1º aprile, in quello che per tutti è il giorno del pesce d’aprile, ma che per i fiorentini è soprattutto il compleanno di Giancarlo Antognoni, la Fiorentina andrà a San Siro contro l’Inter. Credo possa essere la sfida giusta per poter iniziare con la giusta concentrazione una serie di partite ravvicinate, servirà ovviamente una prestazione vera per poter fare uno scherzo all’Inter. E noi saremo qui, pronti a commentare una bellissima partita!

AVANTI FIORENTINA!