Se non ci fosse Pioli probabilmente il Milan avrebbe 5 punti in più e sarebbe in lotta per un posto in Champion League. Ovviamente la mia è una forzatura.

Non mi meraviglio affatto che si parli di lui come di un semplice traghettatore.
Prima dell'avvento di Ibra il percorso del Milan con Pioli era da squadra che guadagnava quasi un punto a partita. Lo stesso di Giampaolo con Ibra i punti conquistati sono diventati due a partita.
Quindi è evidente che sia stato lo svedese a dare una svolta al Milan. Appena lui cala fisicamente, la squadra perde identità e tenuta mentale. Buttando via risultati che sembravano alla sua portata.

Il Milan non riesce quasi mai a mantenere intensità e concentrazione per novanta minuti. Il tecnico quasi sempre nel dopo partita riesce a fare una disamina perfetta degli eventi successi in campo. Un'analisi precisa che non puoi non condividere, come quella fatta dopo il finale di Fiorentina-Milan finita in pareggio con un uomo in più per l'espulsione del fiorentino Dalbert. Una lucidità analitica che poi perde nel corso della partita.
Ci sono tecnici che analizzano soprattutto sul campo il comportamento della propria squadra, pronti ad intervenire ad ogni difficoltà che si presenta durante la gara, curando i minimi dettagli come un cambio di disposizione tattica, la sostituzione di qualche giocatore che non riesce a stare nella partita, addirittura ci sono allenatori attenti alle ammonizioni dei loro calciatori.
Pioli in questo incide molto poco, è uno di quei tecnici che lascia la squadra in difficoltà fisica e tattica perché cambia davvero poco. La rosa ampia che permette ai grandi club di trovare alternative nel corso del match, a Pioli serve per sostituire gli infortunati.
Giocano quasi sempre gli stessi, ha poco coraggio nel proporre una rosa allargata, con la prospettiva di mettere fuori dal progetto anche giocatori importanti come Leao e Paquetà, demotivati per la poca considerazione. Stava succedendo la stessa cosa con Kessie. Questi ultimi puoi criticarli come vuoi, ma si tratta di calciatori giovani con prospettive e potenzialità notevoli che vivono la crescita professionale anche attraverso momenti di grande emotività che influenza il loro rendimento. È vero che una squadra deve avere la sua spina dorsale, ma far girare il resto del gruppo mantiene alta la concentrazione di tutti e l'intensità durante i cali di qualche giocatore, come è successo a Calhanoglu in Fiorentina-Milan.
Quando ti accorgi che un giocatore è fuori dalla partita bisogna essere pronti al cambio per ristabilire le forze in campo.
Se giochi 11 contro 10 e pur essendo in superiorità numerica soffri i 25 minuti finali non puoi restare lì senza far niente ad aspettare il pareggio. Non saper leggere la partita durante il suo corso o non avere la personalità, il coraggio di cambiare è davvero un limite enorme per un tecnico che vuole perseguire dei traguardi importanti.
Oggi non capisco perché la società guardi verso Rangnick e Maldini non cerca Gasperini. L'Atalanta è una grande squadra ma il Milan è altro, rappresenta la storia del calcio mondiale, una realtà finanziaria con potenzialità di un altro livello. 

 

Saluti