Una classe arbitrale inadeguata, diretta secondo me da uno dei peggiori presidenti dell'AIA della storia del calcio italiano, sono i veri registi del nostro campionato, nonostante il notevole supporto delle nuove tecnologie e dei nuovi regolamenti.
Voglio fare una premessa: la Juve nel corso di questi ultimi anni ha scavato un solco davvero profondo tra lei e le altre partecipanti al torneo di Serie A, altrimenti ne avremmo viste e sentite di tutti i colori. 

Marcello Nicchi, classe 1953 aretino sanguigno, ex arbitro internazionale (95 le presenze in A) ed ora numero 1 dell'Aia, è sotto assedio, dal 2009 presidente degli arbitri, vuole ricandidarsi per il suo quarto mandato. Nonostante forti correnti di pensiero contro. Tra le altre, alcune società di Serie A e anche all'interno del consiglio federale non riscuote più l'appoggio di un tempo.
Non è piaciuta per niente la risposta che Nicchi ha dato alle fortissime esternazioni di Commisso, patron della Fiorentina.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti, manca il ricambio, è stato un errore grave dividere la Can A e la Can B che adesso per opportunità vorrebbe riunire, ci sono troppi arbitri di scarsa personalità e alle spalle di Orsato e Rocchi, che non sono dei geni, in uscita, non si vede granché.

Troppi arbitri non hanno coraggio, sono lontani ormai i tempi in cui la classe arbitrale esprimeva elementi come Pierluigi Collina. Nella massima serie si arrivava per meriti personali...
Oggi nonostante l'aiuto della più moderna tecnologia, che dovrebbe agevolare tantissimo il lavoro degli arbitri, ci troviamo sempre più spesso davanti a decisioni inspiegabili, come quelle di Calvarese in Fiorentina-Milan. Sicuramente le società hanno le loro colpe, se non altro per il fatto che in ogni occasione di decisioni contrarie o a favore, i primi denunciano complotti oscuri ed i secondi mettono in atto tutta la loro faziosità per difendersi da un presunto vantaggio. 

In riferimento a Nicchi, la mia percezione è sempre stata quella di un dirigente che non vuole favorire un club piuttosto che un altro, ma di chi esercita una certa pressione... Quindi più che essere giudici imparziali, tante volte sono i veri registi occulti del nostro campionato, con una notevole mania di protagonismo.