Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

È aperta la stagione della caccia ai guai. 

Ibra un barlume di luce nel buio del pianeta Milan.
Alle cessioni di Reina, Caldara, Suso, Piatek e Rodriguez i dirigenti hanno risposto con gli acquisti di Begovic, Kjaer, Robinson e Saelemaekers... Al peggio non c'è mai fine. Gli oltre 140 milioni di euro di perdite a bilancio, come una spada di Damocle sulla testa della società. Le colpe vanno ricercate e suddivise in uguale misura tra proprietà e dirigenti. Ibra andava preso lo scorso anno, forse la storia sarebbe cambiata insieme agli investimenti e relative perdite. La sua presenza non sposta di molto gli equilibri tecnici della squadra, pur dando qualche soluzione in più in avanti. Non può avere quella prepotenza ed arroganza fisica di un tempo, tuttavia la presenza di questo grandissimo atleta è portatore di valori molto importanti in una squadra giovane come il Milan, distribuendo personalità, coraggio e professionalità nel gruppo, facendo crescere il valore della rosa. 

Ci siamo fidati troppo dell'immensa storia di Maldini e della personalità di un grande campione come Boban. Ma da sempre l'equazione tra geni del calcio e grandi dirigenti viaggia su binari non proprio paralleli.

Fidarsi è bene... non fidarsi è meglio.