Ieri ha dato ufficialmente l’addio al calcio Giuseppe Rossi, uno dei più grandi “what if” della storia recente del calcio europeo. Giuseppe Rossi è stato un attaccante con grandi qualità, capace di poter giocare sia come prima punta che come seconda punta. Un mancino naturale, dotato di ottima tecnica, grande capacità di giocare negli spazi stretti e di legare con i compagni. Venne soprannominato Pepito Rossi viste le notevoli similitudini tecniche con Paolo Rossi e fin da giovane venne disegnato come una stella futura del calcio europeo e italiano. Preso dallo United da giovane, dopo una breve esperienza al Newcastle non entusiasmante e un periodo molto positivo al Parma, passò al Villareal. In Spagna mise in mostra finalmente tutto il proprio talento, segnando con costanza in ogni stagione, raggiungendo addirittura quota 32 reti nella stagione 2010-11. Un calciatore in rampa di lancio, un talento pronto a regalare emozioni a tutti gli appassionati di calcio, pronto a diventare GRANDE, ma sempre umile dentro. Pepito ha sempre messo il calcio al primo posto, è stato un calciatore che godeva nel giocare e godeva nel far godere i propri tifosi e gli appassionati di questo sport grazie a quel sinistro magico tanto raffinato quanto potente. Peccato che nel momento più bello la sorte non gli abbia concesso di diventare quello che meritava di essere. Il 26 ottobre 2011, contro il Real Madrid al Bernabéu, si ruppe il crociato. Da quel momento iniziò un calvario infinito caratterizzato da operazioni, da ricadute, da momenti in cui il peggio sembrava passato e invece non lo era… e in tutto questo, Giuseppe? Giuseppe non mollò. Anzi, lottò. E il destino il 4 gennaio 2013 lo portò a Firenze. Nonostante gli infortuni la Fiorentina dei Della Valle, di Prade’ e di Vincenzo Montella(sì, quella Fiorentina che ancora oggi ricordiamo con le lacrime agli occhi per quanto fosse BELLA da vedere)decise di investire 10 milioni di €(all’epoca tantissimi soldi). Rossi alla Fiorentina prese il numero 49, l’anno di nascita del padre. L’esordio arrivò solamente all’ultima giornata contro il Pescara, ma già dal ritiro estivo Pepito fece capire che avrebbe conquistato tutti. 

 

LA COPPIA CHE POTEVA ESSERE MA CHE PURTROPPO NON È STATA - Quella estate la ricordo molto bene. La Fiorentina era reduce da una grande stagione conclusa al 4º posto, con la Champions sfuggita all’ultimo. C’erano a centrocampo “i tre dell’Ave Maria”(come piace chiamarli), Borja Valero, Pizarro e Aquilani; un centrocampo che nella precedente stagione avevano insegnato a tutti gli altri come si gioca a calcio. C’era un Juan Cuadrado in grande ascesa, un Gonzalo Rodriguez a comandare in difesa, un Savic in crescita. Il capitano di quella squadra era Manuel Pasqual. C’erano anche tanti altri calciatori forti come Mati Fernandez, Ambrosini, Ilicic, il simpaticissimo Joaquin. E poi? E poi c’erano Rossi e Mario Gomez, la coppia che fece letteralmente sognare Firenze nell’estate 2013. Purtroppo la sorte non volle rendere quel sogno realtà e infatti nel biennio in cui giocarono insieme nella Fiorentina fecero in Serie A solo le prime due partite del primo anno(segnando però 5 goal). Personalmente, ancora oggi resta il mio più grande rimpianto da tifoso non aver visto nel pieno delle proprie forze una coppia di tale livello in una squadra che giocava così bene a calcio. Chissà cosa avrebbero potuto fare…

 

PEPITO: I SEI MESI DI SHOW. E QUEL 20 OTTOBRE - Tornando al tema dell’articolo, Pepito partì forte nella stagione 2013-14. Fece goal al Catania, fece due goal a Genova contro il Genoa, fece goal a Bergamo, fece goal all’Inter… dopo solo cinque partite era già a quota cinque goal. Contro Parma e Lazio resto a secco e tanti credevano che la magia fosse già finita… fino a quel 20 ottobre. Perché da quella data anche solo provare a contestare Giuseppe Rossi divenne impossibile. Giuseppe Rossi da quel giorno aveva sempre ragione, probabilmente se si fosse candidato sindaco avrebbe vinto le elezioni. Ma cosa successe il 20 ottobre 2013? Il 20 ottobre 2013 a Firenze si giocò una partita diversa da tutte le altre per i tifosi della Viola: FIORENTINA-JUVENTUS, la partita dell’anno. Storicamente, nonostante partisse sempre sfavorita, la Fiorentina ha sempre dato molto fastidio alla Juventus ma in quel detrimento momento storico non sempre era andato tutto per il verso giusto. L’anno precedente, per esempio, la Fiorentina di Vincenzo Montella dominò per 90 minuti la Juventus senza però trovare un goal e l’anno prima in una stagione disgraziata la Viola perse 5-0. Bisognava risalire alla stagione 1998-99 per ritrovare una vittoria della Fiorentina contro la Juventus(1-0 goal di Batistuta). Sembrava una maledizione destinata a non rompersi nemmeno quel giorno. Il tempo non era dei migliori ma anche il primo tempo non fu da meno. 

La Fiorentina chiuse la prima frazione di gioco sotto di due reti, il rigore di Tevez e quella di Pogba su grave errore di Cuadrado. Ciò che veramente diede fastidio non furono tanto i goal subiti quanto le esultanze dell’argentino e del francese sotto alla curva Fiesole: i due bianconeri esultarono imitando il gesto della mitraglia. E a Firenze tutti sanno che solo ad un calciatore era consentito esultare così sotto quella curva. “Oltre il danno, pure la beffa”, tanti pensarono e dissero. E pure un ragazzino di appena undici anni che stava seguendo la partita da casa non la prese benissimo quella esultanza. Non si può dire che il secondo tempo iniziò nel migliore dei modi, la Juventus andò molto vicina allo 0-3 in più circostanze. Sembrava comunque una gara finita… ma quando si gioca a Firenze, nella casa della Fiorentina, le partite finiscono al 90º. E quando si affronta un campione come Giuseppe “Pepito” Rossi, le partite non finiscono prima del 90º. L’episodio chiave della partita arrivò al minuto 65: Mati Fernandez si inserisce in area di rigore, Asamoah lo stende e Rizzoli fischia il calcio di rigore. Dal dischetto va Pepito, che affronta Buffon per la prima volta in carriera. Pepito non si fa ipotizzare e segna l’1-2. In quel momento esatto tutti pensammo “Non è finita” e lo fece ben capire anche l’attaccante viola, che prese il pallone e scaldò il pubblico. 

La partita riprese e al minuto 76, dopo 10 minuti dall’1-2, Mati Fernandez diede palla Rossi che, nonostante la forte marcatura di Pogba, si girò e preparò il sinistro. In quell’attimo il cuore di una città intera si fermò, nessuno disse una parola, nessuno respirò. C’era la sensazione quasi che il tempo si fosse fermato. Quella palla che Rossi calciò verso la porta la vedemmo tutti lentamente avvicinarsi alla porta, centimetro per centimetro, millimetro per millimetro. Quanto tempo sarà passato dal momento in cui ha calciato il pallone all’arrivo sulla linea di porta? 3 secondi? Per tutti noi sembrava un secolo. Quello che fu un silenzio tombale si trasformò in una esplosione di gioia pazzesca. Rossi aveva pareggiato la partita, Buffon venne battuto per la seconda volta in 10 minuti: era 2-2 al Franchi. E da lì iniziò la festa, da quel momento il Franchi non smise più di cantare, di gridare, di festeggiare… ma il meglio doveva ancora venire. Nemmeno il tempo di terminare l’esultanza per il pareggio che Borja Valero servì una grande palla (che lui definì poi in una intervista “una palla passata male”… per noi resta comunque una grande palla)a Joaquin che solo davanti a Buffon, mise in rete. “Incredibile! Incredibile! 3-2! La rimonta della Fiorentina! In 2 minuti cambia tutto! Esplode l’Artemio Franchi! Pazzesco a Firenze!”, la telecronaca di Riccardo Trevisani è ben nota. La Fiesole esplose, la maratona non ci credeva, la tribuna era una nuova curva. A quel punto la Juventus, arrabbiata per la rimonta, si mise ad attaccare con quasi tutti gli effettivi ma Borja Valero(stavolta sì anche per lui)di prima lanciò con una magia Cuadrado che si fece tutto il campo da solo e servì in mezzo l’eroe del 20 ottobre 2013, Giuseppe Rossi. “4-2! 4-2! Rimonta definitiva della Fiorentina con il contropiede di Cuadrado e con Pepito Rossi sempre più capocannoniere della Serie A! Sta succedendo di tutto! Una partita inverosimile!” (sempre Riccardo Trevisani). 

In 4 minuti dall’1-2 al 4-2, il Franchi non ci credeva. Passarono gli ultimi minuti e al 90º Rizzoli fischiò la fine, Fiorentina-Juventus 4-2. Dopo 15 anni la Fiorentina tornò a battere la Juventus in quelle che è ancora oggi e sarà per sempre la partita più bella della Fiorentina. Forse siamo provinciali, ma ci piace essere questi. Per noi la Fiorentina è amore e passione, non trofei. Probabilmente se avessimo vinto un trofeo negli scorsi mesi l’emozione sarebbe stata grande ma non forte come quella che provarono quel giorno i tifosi della Fiorentina. La vittoria contro l’ingiustizia, contro la maleducazione, contro l’ipocrisia. La vittoria del calcio. Mai prendere in giro un fiorentino perché si può andare incontro a brutte figure(la faccia di Conte è impossibile da dimenticare). “Loro due mitragliate e noi quattro fucilate”, queste citazioni di Andrea Della Valle non potrò mai dimenticarla. Quel giorno tutta Firenze si emozionò, quel giorno di mostrò pienamente ciò che significa tifare Fiorentina davvero. E lo capì pure quel ragazzo di undici anni che tifava già la Fiorentina ovviamente, ma che quel giorno ebbe la dimostrazione di quanto fosse veramente bello e unico tifare una squadra come quelle viola. E anche oggi, a quasi ventuno anni, quel ragazzo non può altro che dire grazie a Pepito, perché è anche grazie a lui se oggi ama infinitamente la propria Viola, sia nel bene che nel male. 

Pepito Rossi quel giorno è diventato l’eroe di Firenze, è diventato una leggenda che non verrà mai dimenticata fino alla fine dei tempi. Purtroppo la sorte non fu benevola con lui nemmeno alla Fiorentina e purtroppo pochi mesi dopo si fece male nuovamente. Un talento grandissimo fermato da una maledetta sorte. Resterà uno dei più grandi rimpianti di sempre. Ma quel 20 ottobre 2013 non verrà mai cancellato e Pepito Rossi è il chiaro esempio che anche quando la vita ci mette davanti un tunnel buio e infinito, prima o poi la luce si vedrà e si tornerà a vedere il sole. E quel ragazzo che all’epoca aveva undici anni (che è anche lo stesso che sta scrivendo questo articolo)ti ringrazia per quel giorno e per quello che sei stato anche nei momenti difficili. Sei un esempio per tutti, sei un campione, un fuoriclasse… sei Pepito Rossi, l’eroe di Firenze. Il mio eroe. Il nostro eroe.

GRAZIE.

Sempre forza viola!