In un contesto economico mondiale molto instabile, con i mercati finanziari traballanti, l’Italia è una delle nazioni con uno dei più bassi tassi previsionali sulla crescita del PIL e con un tasso di disoccupazione preoccupante nel contesto della Comunità Europea. L'Italia è passata da essere considerata il Bel Paese degli anni Ottanta all’ultima spiaggia per le migrazioni del nuovo millennio. Ma di chi è la colpa? Sicuramente le speculazioni europee, in primis da parte della Germania e Francia, sono state predominanti, ma la vera colpa deriva da noi stessi italiani, popolo fiero ma governato da improvvisati politici e gestori che non pensano al bene dell'Italia ma solamente alle loro poltrone gestendo un'economia usuraia. Ogni governo parla di far crescere l’Italia, la sua economia e la sua importanza europea per attivare nuovamente i consumi e soprattutto gli investimenti internazionali. Ma dopo "Roma Capitale" e il nuovo "Stadio Capitale", come si potrebbe convincere un imprenditore estero ad investire sulla nostra bella Roma e in generale sulla nostra Nazione?

James Pallotta, imprenditore americano che ha creduto nella città, prima che nella squadra, è stato lungimirante e ha voluto impegnarsi con un progetto a lungo termine per uno stadio che desse merito alla Roma e la portasse ad avere, nel tempo, una veste internazionale, innovativa e competitiva. Ora che gli rimane? Sembra di vivere in un film del grande Totò, nel quale si mette in vendita la Fontana di Trevi all’americano di turno. Cosa succederà adesso? Il progetto potrebbe essere commissariato e subirà delle ripercussioni di immagine e di tempistiche molto pesanti, facendo perdere credibilità ed economia a tutto il contesto: dal presidente Pallotta a tutti quegli investitori internazionali che si sarebbero accostati alla Roma dopo la realizzazione di questo processo. Investimenti che mancheranno e che saranno difficilmente sostituiti. Non importa la fede calcistica: in questo momento dobbiamo spogliarci delle vesti da tifosi e vestirci con la fierezza dell’Elmo di Scipio: il progetto Stadio Roma ora ci coinvolge tutti, e coinvolge la credibilità del movimento calcio italiano e, ancor di più, della serietà degli italiani.