Tutti lo sanno che lo stadio è in mano agli ultrà o "gruppi organizzati" nonostante le prese di posizioni dei vari presidenti che si prodigano, stile propaganda elettorale di basso quartiere, a riempirsi la bocca che questo santuario del calcio sia la massima espressione per le famiglie e i bambini e loro abbiano tutto sotto controllo.

La bellezza del calcio senza le esasperazioni delle fronde di tifosi più accaniti e violenti, i traffici illeciti e gli scontri evitabili fra tifoserie diventa l'Eldorado per tutte le società; una città sperduta come Atlantide che, al momento non riappare in superficie. Purtroppo questo quadro pittoresco e, al momento utopistico, si sbatte domenica dopo domenica con la dura realtà e con le società che non riescono a gestire il proprio "tifo organizzato" rimanendo ostaggi, più o meno consapevoli del lento scorrere degli eventi e in molti e troppi casi assecondandoli per paura di ritorsioni e per vantaggi più o meno diretti.

Ma cosa succede se gli animi vengono ancora più esasperati? L'ultima indagine è stata quella di Repubblica che ha denunciato le radio locali romane perchè, a loro dire, aizzano i tifosi contro i giornalisti sgraditi. Questo durissimo attacco mezzo stampa di Tonacci alle nove emittenti radiofoniche romane segna un ulteriore punto di non ritorno e racconta di come vengano stabilite delle regole non scritte che portano ai giornalisti "sgradevoli" a dover pagare le conseguenze se non seguono la "linea" definita dalla curva.

L'inchiesta su Repubblica ha già portato a delle prese di posizione molto colorite da parte dei tifosi che si sono tradotte in alcuni slogan molto gravi apparsi nella città eterna: "Bonini e Repubblica: Roma vi vomita addosso!" o " Bonini, Mensurati, chi tocca As Roma muore!".

La denuncia di Repubblica parte proprio da come Roma venga esasperata dalle radio locali che, secondo loro, giocano al ventre dei romani eccitando, senza nessuna cautela gli istinti più intimi per aumentare l'audinece e migliorare gli introiti a livello pubblicitario.

Il riferimento degli slogan parte dall'inchiesta di Carlo Bonini e Marco Mensurati sulla rottura tra Totti e De Rossi. Secondo Tonacci di Repubblica il primo da mettere sotto la sua lente di ingrandimento è "Marione" (all'anagrafe Mario Corsi) che conduce "Te la dò io Tokio" con un audinence di oltre 60 mila persone al giorno e che viene etichettato come ex terrorista dei Nar, gruppo armato anni 70 e "Spicciafaccende" di Massimo Carminati (Repubblica nell'inchiesta Mafia Capitale).

La capitale è diventata una polveriera e Pallotta dalla sua lontanissima villa americana non intervenendo in modo netto non può riequilibrare gli animi in una città in piena crisi di nervi e di identità calcistica.

La situazione non coinvolge solo la Roma e tutte le società da Torino a Napoli, passando per Lotito dovrebbero mettersi alle spalle la territorialità e rivalità sportiva  per un'azione condivisa che permetta un cambio di tendenza in questo mondo del calcio italiano ormai di basso spessore umano e legato solamente agli interessi economici.