Una vittoria per tornare in alto e sperare ancora in un piazzamento Champions. Era proprio questo ciò che occorreva al Manchester United contro il Tottenham. E così è stato, con una prestazione sontuosa da parte dei Red Devils e uno stadio troppo importante per la storia del club. 

Adesso possiamo urlarlo ad alta voce: almeno per una notte Old Trafford è tornato ai vecchi tempi, quelli di Ferguson e di una squadra che dominava l’avversario fino all’ultimo secondo. 

Si è potuto vedere sin dal riscaldamento dei giocatori, quando la Stretford End, magica curva dei Red Devils, incitava i propri beniamini per dar loro la giusta carica prima del match. Una sfida da dentro o fuori soprattutto per Solskjaer, che forse per la prima volta in questa stagione si spinge oltre il proprio limite mandando in campo una squadra improntata sulla fase offensiva; lo dimostrano i primi minuti di gioco, con Maguire e Lindelof ad impostare l’azione da centrocampo e con le corse infinite di James e Rashford sulle due fasce. Ed è proprio l’inglese a far gioire i tifosi siglando il vantaggio dopo uno scambio veloce con Lingard al limite dell’area. 

Corsa, grinta e storia. Sembrano proprio queste le armi per il Manchester, che va vicino al gol più volte ma la fortuna non sembra ruotare attorno ai Red Devils ed ecco che gli Spurs trovano il pari grazie a Son che zittisce momentaneamente Old Trafford battendo un incolpevole De Gea dopo una splendida girata al volo di Dele Alli.

Crederci sempre, perché la palla che aspetti arriva anche all’ultimo minuto. Questo volta però il rigore per fallo di Aurier arriva subito ad inizio ripresa e Rashford porta di nuovo avanti il Manchester; vantaggio che verrà difeso con le unghie e con i denti, come del resto racconta la storia del club. 

Se il Manchester ha dominato e ottenuto con merito la vittoria, non si può dire così per il Tottenham di Mourinho. Una squadra snella fin dall’inizio, in difficoltà sul piano fisico complice anche una prestazione maiuscola dello scozzese McTominay, capace di mettere in difficoltà più e volte Sissoko e Winks. Si è visto poco anche in attacco, dove Kane non è stato mai messo in condizione di far male dai compagni, e quando agli Spurs manca il centravanti inglese, tutto resta più difficile. Un peccato fino a un certo punto, perché il Tottenham visto stasera non può aver accontentato Josè Mourinho, che dovrà entrare nella mente dei giocatori per evitare questi black-out ripetuti e dannosi per il percorso di crescita del club.

Chi invece può essere contento è Solskjaer. “Ole, Ole” cantavano i tifosi del Manchester al termine del match, sintomo di affetto e di unione verso un allenatore che si sta impegnando tanto per cercare di risollevare la propria squadra; serviva coraggio, e il norvegese ci ha messo sicuramente del suo, dimostrando che con il sostegno del pubblico e con la fiducia nei propri mezzi si possono ottenere vittorie importanti. Il bello viene ora, o meglio, sabato pomeriggio, quando i Red Devils sfideranno il City di Guardiola nel derby cittadino. Difficile azzardare un pronostico, ma con questo ritmo e questa intensità, il Manchester può lottare per i tre punti. Lo ha dimostrato questa sera, con una vittoria importante ma soprattutto meritata. Lo scopriremo solo vivendo cantava Battisti, ed è proprio tuffandosi nell’adrenalina di Old Trafford che si è capita la dimensione di un club che sembra vivo piuttosto che sopravvissuto.