Mezz’ora di vuoto cosmico, poi la sfida del Monday Night di Premier League si accende come se non ci fosse un domani. Il risultato finale, fermo sul punteggio di 1-1, dimostra solo in parte ciò che è successo veramente sul prato bagnato di Old Trafford; dopo un primo tempo  equilibrato e assai noioso, parte la festa, con l’Arsenal di Emery che mette il piede nel rischio e lo United che risponde colpo su colpo per non finire nell’abisso più oscuro. Il punteggio però fa piangere i Red Devils, ancora a secco di vittoria e sempre più nel Purgatorio della classifica; posizione assai scomoda, anche perché le pressioni sono tante e a Manchester ormai  ondeggia la rassegnazione per una squadra che ha venduto tanto, ma che non ha acquistato a dovere. 

IL RACCONTO DEL MATCH - “Piove sui campi abbandonati” amava cantare Alex Britti. Stessa sensazione percepita fino a due giorni fa sul prato di Old Trafford, accusato di non trasmettere più quelle emozioni del passato. Questa volta però, il Teatro dei Sogni risponde presente, sotto la pioggia battente e pronto a spingere i propri beniamini verso la vittoria. Vittoria Che Solskjaer prova a conquistare con un 4-2-3-1 molto stretto, animato dalla qualità di McTominay e Pogba e dalla scaltrezza offensiva di Marcus Rashford; di contro, Emery si prepara alla battaglia con un tridente temibile, poggiato sulle spalle di Aubameyang, autore di una splendida prestazione.
I primi venti minuti sono assai noiosi, con la manovra dei Red Devils che non ingrana e l’Arsenal rintanato nella propria metà campo; poi, due squilli dei Gunners, che impegnano De Gea ad un doppio intervento tutt’altro che facile. Il detto recita “gol sbagliato gol subito”, ed ecco che lo United trova il vantaggio in contropiede grazie ad un missile del centrocampista scozzese McTominay che si insacca nell’angolino alto alla destra di un incolpevole Leno. La gara entra nel vivo, ma il classico intervallo spezza il ritmo britannico. Ritmo però che riprende nella ripresa quando la squadra di Emery cerca di riacciuffare il pari con azioni ben manovrate; il pareggio arriva nel modo più inaspettato grazie ad un passaggio scellerato di Tuanzebe, che mette in porta Aubameyang solo contro De Gea. Trovato il gol, l’Arsenal cerca il colpaccio, ma il  Manchester resiste e su punizione di Rashford impegna Leno in un miracolo decisivo per le sorti del match. Old Trafford canta, ma la partita si conclude così, con tanta grinta ma con poca lucidità soprattutto dalla parte dei Red Devils. 

DOV’È IL VERO MANCHESTER? - La domanda che tutti si pongono è dove sia finito il Manchester dei sogni, quella squadra stellare che incantava con il gioco il suo stadio. Pensare al passato e proiettarsi nel presente risulta assai traumatico per i tifosi, anche perché la base sulla quale lavora Solskjaer sembra essere instabile e priva di logica; l’attacco non ingrana, e sono stati ceduti pezzi pregiati come Lukaku e Sanchez per investire su giovani promettenti che però non hanno le caratteristiche della prima punta. Nel marasma generale, sotto lo sguardo di Ferguson, anche Old Trafford sembra accusare il colpo: uno stadio abituato a grandi palcoscenici che adesso si ritrova senza bandiere. E pensare che il Teatro dei Sogni risulta sold out ogni settimana, perché i tifosi si attaccano ancora di più alla squadra quando non vince.
Un amore incondizionato che dovrà far riflettere la dirigenza, perché il Manchester United non ha nulla da invidiare al Liverpool, ma una svolta è necessaria, per risolvere quel dilemma che adesso rischia di diventare una telenovela a più stagioni.