Ieri sera, guardando la televisione, ho fatto un po' di zapping tra Tottenham-Fulham e Fiorentina-Empoli. Mi piace quando ci sono partite del campionato Italiano in contemporanea con partite di campionati stranieri saltare da un canale all'altro e assaporare le differenze di ritmo e di ordine in campo.
Ho assistito a due discreti match, mi sono piaciute la pressione e la difesa avanzante del Tottenham, e lo spirito aggressivo e propositivo dell'Empoli in casa di una squadra sulla carta più forte.

Devo dire che l'attenzione si è spostata gradualmente verso la partita di Premier, non perché fosse in assoluto più bella, ma perché aveva per me diversi motivi di interesse. C'erano due Italiani in campo, Vicario e Udogie, c'erano due ex giocatori della mia Juve, Kulusewski e Romero, e giocava Hojbjerg che è stato più volte accostato ai bianconeri per il mercato di gennaio.
Il Tottenham ha vinto meritatamente e da ieri sera è la capolista della Premier, e questo dopo aver perso il suo totem Harry Kane. Ho pensato che la dirigenza ha fatto un ottimo lavoro nel costruire la squadra e metterla in mano ad un allenatore come Postecoglou.

Guardando i giocatori in campo e l'allenatore mi è venuto in mente che quella squadra, con l'eccezione di James Maddison arrivato dopo la retrocessione del Leicester, è una creatura di Fabio Paratici, i due Italiani e i tre ex Juventini nella teorica formazione titolare ne sono una conferma.
Fabio Paratici è stato il direttore generale del Tottenham fino ad Aprile 2023, poi è stato costretto a dimettersi a causa dell'inchiesta sulle plusvalenze, questa squadra è figlia del suo lavoro e ricorda a qualcuno che questo signore non sapeva solo fare plusvalenze farlocche (come tra l'altro la maggior parte delle squadre di serie A. A proposito su Osihmen ancora niente?), ma di calcio ne capiva parecchio.

Essendo juventino, è inutile che dica la mia sulla vicenda delle plusvalenze; la considerazione più amara è che tante volte vedendo come funziona l'Italia ho pensato che sarebbe stato giusto andare a vivere all'estero in un ambiente civile e meritocratico dove realizzarsi professionalmente; ora so che anche andare all'estero non è sufficiente...