Piazza pulita. Andrea Agnelli e tutto il consiglio di amministrazione della Juventus hanno rassegnato le dimissioni (spero irrevocabili). Al netto delle innumerevoli vittorie sotto la guida di Andrea Agnelli, a cui va comunque un sentito ringraziamento per aver arricchito il nostro palmares, non riesco a dispiacermi per questa svolta. 

La Juventus, come sempre, si dimostra un passo avanti a tutte le altre squadre italiane, dopo nove anni di successi sono bastati tre anni mediocri per far partire la rivoluzione.
Molti insistono nel dire che le dimissioni sono frutto delle inchieste sulle plusvalenze e sull'indagine della Consob, ma la verità è che le finte plusvalenze non sono dimostrabili (come già stabilito nella prima fase dell'inchiesta in cui gli accusatori pretendevano di attribuire ai giocatori i valori di transfermarkt come se fossero reali), e che l'indagine della Consob può portare al massimo ad una multa salata. Il vero motivo di questa rivoluzione sono i mancati risultati degli ultimi tre anni, associati alla mancanza di progettualità, a fronte delle enormi spese.
In questo senso il confronto con le uniche due squadre italiane paragonabili alla Juventus in termini di storia e successi, il Milan e l'Inter (non me ne vogliano i tifosi delle romane e i napoletani, ma chi ha un paio di scudetti in bacheca fa parte di un'altra categoria), è impietoso. Abbiamo fresca in mente l'immagine delle due milanesi festanti dopo la conquista degli ultimi due scudetti, ma questo non fa dimenticare il decennio di oblio che li ha preceduti, anni di inenarrabile sofferenza per i loro tifosi, anni in cui la conquista di un posto in Champions era vissuta come una folgorante vittoria.

La Juventus non passerà dieci anni nell'oblio, sono certo che nel giro di un paio d'anni tornerà a vincere e sarà più forte di prima. La distanza tra la fine del vecchio ciclo vincente e l'inizio di quello nuovo sarà al massimo di cinque anni. Da cosa nasce questa mia sicurezza? Dal fatto che l'uscita di scena di Andrea Agnelli apre scenari fino a poco tempo fa inimmaginabili. 
Il primo, e più importante dal punto di vista tecnico, è il ritorno in panchina di Antonio Conte, uno che è riuscito a far vincere lo scudetto all'Inter, e con questo ho detto tutto. Molti tifosi, e io fra questi, non gli hanno mai perdonato il modo in cui lasciò la Juventus, ma alla luce di quanto combinato successivamente da Andrea Agnelli con Marotta, ad esempio, viene il dubbio che la colpa non fosse tutta del tecnico salentino.
Il secondo riguarda proprio Marotta, ora che non c'è più Andrea Agnelli l'ipotesi di un ritorno alla Juventus potrebbe allettarlo non poco, anche perché dopo questa rivoluzione John Elkann dovrà per forza allentare i cordoni della borsa di Exor, è palese che c'è lui dietro le dimissioni del cugino, quindi non può permettersi un crollo sportivo della Juventus, perché questo ricadrebbe automaticamente sulle sue spalle. Marotta davanti alla prospettiva di un ritorno alla Juventus con l'appoggio incondizionato di Exor e senza Andrea Agnelli potrebbe decidere di lasciare l'Inter, dove le condizioni economiche della proprietà lo costringono invece a barcamenarsi tra finanziamenti esterni e vendite salva bilancio.
Il terzo, forse meno importante dal punto di vista pratico, ma immensamente importante sotto tutti gli altri punti di vista, è il ritorno in società di Alessandro Del Piero. Lui impersonifica tutti i valori positivi della juventinità e può dare tantissimo alla società a livello di immagine e altrettanto ai futuri giocatori a livello di esempio. Voglio pensare che il suo mancato ritorno alla Juve fosse solo il frutto dei suoi vecchi contrasti con Andrea Agnelli e che ora nulla gli impedisca di tornare a casa. Con tutto il bene che potevo volere a Nedved devo dire che avere Alessandro a rappresentarci sarebbe un salto di qualità non indifferente.

Quindi cari compagni di tifo non abbattetevi, magari è una mia illusione... ma vedo tanti aspetti positivi nel terremoto che ha sconquassato la Juventus.
Speriamo in bene.