In alcuni momenti dell'esistenza è veramente difficile trovare le giuste parole per descrivere un evento, una sensazione che brucia sulla pelle e che forse non se ne andrà mai. L'aiuto salvifico, per così dire, può essere dato dalla musica, unica entità in grado di comprendere lo sconforto sotto la melodia infinita di quelle note che fanno sognare; è capitato un po' a tutti di essere immersi nel silenzio della propria stanza a rimembrare sulle delusioni, sui classici rifiuti che fanno male, oppure sulla scomparsa di persone care che non avremmo mai voluto abbandonare.

L'unico che può capire quest'ultimo punto è Francesco Saverio Ruggeri, in arte "Nero", giovane cantautore in grado di emozionare anche gli ascoltatori più scettici. Modenese di nascita, nato nel 2000, l'artista ha scritto un brano eccelso, dai toni forti e malinconici, ma tali da mettere in luce tutte le sue qualità. Si intitola "Nei miei brividi" e può essere ascoltato in ogni piattaforma; un testo pieno di rabbia, ma anche di dolcezza infinita, scritto a seguito della morte prematura del padre, fantastica persona che nel corso della sua esistenza aveva sempre appoggiato il figlio, con l'intento di immergerlo nel panorama musicale che lui stesso amava. Una scomparsa beffarda, atroce, resa ancora più tragica dal pensiero che grazie al lavoro della memoria riconduce ai momenti passati, quelli in cui un semplice sorriso riusciva a smorzare le tensioni più forti, perchè nella gioia e nel dolore un padre c'è sempre, ed è pronto a dare la vita per il proprio figlio. "Nero" lo ha capito benissimo, e grazie alle sue partecipazioni nei vari concorsi musicali, riuscirà senza ombra di dubbio ad intraprendere quella carriera che sogna sin da fanciullo, aiutato a dovere dalla stella del padre che brillerà nell'Universo assieme a tutti gli astri.

Chi ama la musica e lo sport non può restare indifferente ad un pezzo del genere. Nel mondo del calcio abbiamo assistito a perdite atroci e insensate, come quel fatidico 4 marzo 2018, giorno in cui Davide Astori venne brutalmente portato via dal mondo; ricordo ogni striscione viola, ogni minuto di silenzio protratto su tutti i campi, ma soprattutto l'aria incredula che si respirava all'interno di ogni club di Serie A.
Anche nello scorso weekeend abbiamo dovuto salutare una bandiera assai cara per tutti i veri tifosi. Trattasi di Pietro Anastasi la cui scomparsa, resa ancora più tragica dal suo ultimo anno di tribolazioni terrene, ha scosso emotivamente ogni appassionato di sport e persino l'opinione pubblica. Sarebbe bastato osservare un minuto di silenzio in tutti i campi però è andata così, forse in queste situazioni la mancanza di rispetto rivolta all'ex calciatore di Inter e Juve può essere colmata solo con il ricordo, che brillerà per sempre tra gli dei calcistici.

Il dolore che si trasforma in arte. Se per certi versi gli addii dolorosi di personaggi sportivi importanti si trasformeranno in arte calcistica sublime, lo stesso si può dire per il padre di "Nero", che accompagnerà il figlio nel lungo e tortuoso percorso della vita. Impossibile stare a citare ogni eroe salito al cielo, perchè alla fine, come afferma lo stesso giovane cantautore, non bisogna mai smettere di sognare, per non incappare in quella non vita pirandelliana che oggi avvolge ogni studente tra i banchi scolastici.
L'arte che diventa parola, per smorzare il dolore, ma soprattutto per non dimenticare, perché in fondo, come nel calcio, nulla è perduto finchè vive nella mente di ciascuno di noi.