Un amore sbocciato tardivamente e spesso a singhiozzo. E' sempre stato un tira e molla di sentimenti quello tra la tifoseria del Napoli ed il suo capitano Lorenzo Insigne. Lo scugnizzo che, nato nelle giovanili partonepee e dopo una piccola gavetta tra Cavese, Foggia e Pescara, è tornato nella sua Napoli per esserne il simbolo dell'orgoglio partenopeo e regalare ai propri concittadini il loro 'sogno nel cuore'.

235 partite condite da ben 60 gol e prestazioni spesso da urlo, soprattutto nel triennio sarriano, non hanno però estremamente consolidato il rapporto con il suo popolo sempre in allerta a mugugni e piccoli fischi qualora le cose per lui non dovessero andare nel migliori dei modi sul rettangolo verde. E se è vero che le recenti prestazioni di Lorenzo il Magnifico sono state in generale più che positive, non si capisce come mai il ruolo di leadership della squadra stenti ad arrivare. 

Ormai da 7 stagioni consecutive nel capoluogo campano, Insigne ha appena iniziato la sua ottava stagione sotto il Vesuvio bagnando l'esordio in campionato con una doppietta d'autore contro la Fiorentina al Franchi, prima che un piccolo infortunio muscolare (non verrà rischiato in Nazionale dopo i controlli del caso a Coverciano ndr) lo abbia tenuto fuori nel rocambolesco secondo tempo della sfida contro la Juventus allo Stadium. 

Al suo posto quel Hirving Lozano che, appena messo piede in campo a Torino, ha dimostrato di valere tutti 38 milioni versati al Psv per averlo alla corte di Ancelotti. Accelerazioni, fisicità, cattiveria agonistica da sudamericano e quell'istinto killer nell'attacco degli spazi in zona gol che in meno di un quarto d'ora lo avevano già inserito nel tabellino marcatori e nei più negativi pensieri della retroguardia bianconera con ancora mezz'ora da giocare.

Un investimento si dettato dal fatto di alzare il livello a disposizione della rosa impegnata su tre fronti, ma anche un assoluto ballottaggio con il proprio capitano per tutta la stagione. Il livello del 24enne messicano è di assoluto livello e un giocatore con il passato di Insigne non è detto che potrebbe giovarne da questa rivalità. Lozano, infatti, sebbene si sia mosso prevalentemente nella zona centrale dell'attacco a Torino, ama partire da sinistra per poi trovare la via della rete con una certa facilità, numeri alla mano.

In Eredivisie infatti, in due sole stagioni, il bottino è di 40 reti in 79 presenze. In sostanza, un gol ogni due partite e con margini di miglioramento importanti considerando la giovane età. Un dualismo che si preannuncerà difficile da gestire qualora Lozano dovesse sfruttare al meglio le prossime chances che Ancelotti sicuramente gli concederà proprio in virtù della probabile assenza per infortunio di Insigne. Si sa che gli umori ed il calore del San Paolo spesso inducono a prese di posizione importanti su propri beniamini e questo possibile dualismo dovrà essere gestito in maniera ottimale anche e soprattutto fuori dal campo dagli addetti ai lavori della società. 

Un carezza in più per Lorenzo dovrà essere doverosa qualora il ballottaggio produca partite leggermente al di sotto delle proprie possibilità. Insigne ha bisogno di essere una risorsa importante per il Napoli durante la stagione e le attenzioni non dovranno spostarsi su aumento di ingaggio (è gestito da Mino Raiola) o su sirene estere. De Laurentiis ha fatto orecchie da mercante l'ultima stagione, rispedendo al mittente possibili rinnovi o cambi di casacca. 

I fatti dicono questo. Le cause del rifiuto non si è dovuto sapere. Quelle sono rimaste nella testa del presidente. E se Insigne vede l'azzurro ancora per molto tempo (cercando ovviamente di diventare sempre più importante alla causa e di conseguenza remunerato in quanto gioco delle parti) siamo sicuri che De Laurentiis non stia procedendo per la soluzione opposta sfruttando l'ormai affermato nome del proprio capitano?