Una calma apparente da parte della società era trapelata nella seconda parte della scorsa stagione, quando decise di togliere la fascia di capitano a Mauro Icardi. Un terremoto mediatico, e non poteva essere altrimenti, per tifosi e addetti ai lavori e, diciamola tutta, anche per Wanda Nara che, da madrina di Tiki Taka, ha sempre alimentato (ed alimenta tutt’ora) la telenovela legate a suo marito in pasto a direttori, giornalisti e commentatori di salotto sempre pronti a domande spigolose sulla vicenda.

Una storia iniziata sei mesi or sono e nel bel mezzo della rincorsa ad una qualificazione in Champions League, elemento vitale per alzare l’asticella della rosa (allenatore in primis) per questa stagione. Un rischio dettato dei malumori dello spogliatoio e preso di petto da una società che storicamente è sempre stata criticata per la gestione dei propri tesserati a livello comportamentale.

I più maligni, nonostante si potesse intravedere un cambio di rotta, sostenevano che la punizione riguardo a Maurito sarebbe stata figlia del momento e dalla necessità di avere un gruppo compatto da lì al termine della stagione. Una vicenda temporanea che col tempo avrebbe visto trionfare l’ex capitano da vittima a nuovo paladino e conduttore della causa nerazzurra, con una moglie pronta a pizzicare più o meno velatamente quello successo al marito la stagione precedente anche in virtù di cessioni eccellenti per favorire il reintegro dello stesso. Questo è quello che probabilmente l’ottimista Maurito vedeva al termine del terremoto che si era investito sulla sua immagine.

Ed invece tutti coloro che hanno pensato questo si dovranno definitivamente ricredere, nonostante il mercato terminerà lunedì prossimo.

‘’Les jeux sont faits’’ dicono i croupier appena innescano la pallina nella roulette.

Non si gioca più nonostante la palla ruoti ancora impazzita, come il buon Maurito vorrebbe nell’area di rigore avversaria e pronto per metterla dentro con il numero giusto.

I giochi sono fatti e l’ultima riunione avuta tra la dirigenza e la famiglia Icardi, già anticipata dalle parole di Marotta e Conte post Lecce, è stata perentoria. Non si cambia da parte nostra. Siamo sereni e aspettiamo una tua cordiale uscita di scena, ribadito in termini chiari.

La calma che all’epoca sembrava apparente ora ha i contorni della serenità vera, con una società che si è impegnata a puntellare il proprio attacco non solo con il gigante Lukaku, ma si è tolta il lusso di renderlo Maravilloso con l’innesto di Alexis Sanchez.

Tutto ciò senza aver la necessità di vendere Maurito, che aveva puntato i piedi pensando di intralciare in qualche modo il mercato nerazzurro in entrata.

Ma ora è diverso rispetto al recente passato.
Uomini, ambiente e prospettive viaggiano sugli stessi binari. Se l’avvento di Marotta già nel corso della passata stagione aveva portato più disciplina, ora con l’arrivo di un sergente come Antonio Conte il cerchio ha trovato la sua chiusura. Una società solida che vuole sorprendere e meravigliare in questa stagione.

Ed in tutto ciò qual è stata la Maravilla di Icardi? Decidere di restare e di non accettare alcuna offerta perché la volontà è quella di rimanere, nonostante tutto e tutti contro.
Una follia, almeno per il momento. Un autogol che rischia di incrinare la carriera di un giocatore forte e con ancora tanto da dare al calcio.

Anche perché le pretendenti allo scudetto hanno bisogno di gente motivata e l’ingaggio di Llorente da parte del Napoli sembrerebbe chiudere anche quella prospettiva. E con una Juventus impegnata in diverse trattative in uscita, ci sarà da capire se l’ingaggio di Icardi rientri nelle sue priorità.