Una stagione, quella scorsa, vissuta al cardiopalma.
I tifosi della Fiorentina sono stati con il fiato sospeso fino all'ultima giornata, quando la gara contro il Genoa poteva rappresentare un'inaspettata retrocessione in Serie B. Uno 0-0 che ha salvato entrambe dall'incubo e che prontamente ha mobilitato le due società ad investire sul mercato estivo per evitare una stagione in estrema sofferenza.

Ma se per il Grifone l'inizio di campionato ha già fatto vedere la nuova impronta con Andreazzoli, questo non si può certo dire per la Viola. Un'estate diversa per la Fiorentina che, dopo anni con la proprietà dei Della Valle, ha visto un cambio al timone con la vendita della società all'italo-americano Rocco Commisso, smanioso di far tornare Firenze ai fasti dell'era Batistuta-Rui Costa.

Una prima parte di mercato concentrata sulla permanenza dei pilastri su cui costruire la rosa. L'offerta della Juventus per il gioiello Federico Chiesa, infatti, è stata cortesemente rispedita al mittente, così come quella del Milan per Pezzella. Una scelta dettata dal fatto di iniziare un percorso che possa far tornare il sorriso ad una piazza che ha ne ha estremo bisogno. 

Ma la nuova proprietà ha voluto fare di più.
Serve entusiasmare l'ambiente. Ed allora via con gli acquisti mirati con sempre con un occhio al portafoglio che spesso fa registrare operazioni di mercato troppo onerose per il reale valore dei giocatori ai giorni d'oggi. Tutti acquisti di valore assoluto per la realtà viola con i vari Lirola, Boateng, Pulgar, Dalbert e Ribery su tutti. Senza considerare il ritorno dal prestito di un portiere di assoluto valore come Dragowsky, anch'esso entrato nei desideri di top club, ma che Commisso ha voluto fortemente a difesa della sua porta. 

Un mercato, insomma, al limite della perfezione per il momento storico della Fiorentina. Una rosa pronta a entusiasmare un Franchi uscito troppo spesso deluso dalle prestazioni della sua squadra nel recente passato. Il lavoro del ds Pradè è stato superlativo per permettere al riconfermato Montella un campionato di tutto rispetto. Quel Montella ritenuto non colpevole durante la scorsa stagione di aver portato la Fiornentina all'incredibile spareggio salvezza, in quanto arrivato a soli due mesi dal termine del campionato subentrando a Pioli.

Ma, dopo i fasti per i nuovi arrivati, il campo non sta rispecchiando le attese. Se la gara di Coppa Italia vinta negli ultimi minuti contro il Monza aveva l'attenuante del rodaggio pre-campionato, le gare con Napoli e Genoa non hanno prodotto nessun punto. Due sconfitte pur vero in maniera differente, ma pur sempre due sconfitte. E se la sfida contro gli uomini di Ancelotti hanno fatto vedere una squadra viva ma estremamente sbadata in fase difensiva, questo non si può certo dire della gara di ieri a Marassi. 

Contro il Genoa la banda Montella ha avuto i contorni della squadra della passata stagione. Lenta, passiva e con poche idee soprattutto nel reparto avanzato.
Il risultato è stato ingannevole. Un 2-1 che non rispecchia la differenza di prestazione tra le due squadre in campo, con i padroni di casa vicini al gol del 3-0 in più di un occasione e che hanno incassato la rete viola solo in virtù di un regalo concesso da Romulo nel finale.

Serve di più. I sorrisi che hanno reso celebre l'Aeroplanino durante l'esperienza negativa alla guida del Milan non sono di certo un leit-motive che i tifosi viola vorranno e meriteranno di vedere in futuro. Un futuro che vede l'infuocata sfida contro l'odiata (sportivamente parlando) Juventus alla ripresa del campionato. Serviranno gambe, spirito d'appartenenza e soprattutto cuore. Tutti ingredienti che Montella ha il compito di saper tramettere ai suoi.

Gli inebrianti sorrisi dei tifosi viola devono trovare un seguito. E non certo quelli 'tirati' del proprio mister al termine delle partite. Perchè quelli sarebbero inevitabilmente un bel problema.