E' stata un'estate caldissima quella della nuova Fiorentina di Rocco Commisso.
Prima, appunto, il cambio di proprietà dopo quindici anni di presidenza Della Valle (tecnicamente dal 2009 al 2019 nella figura di Mario Cognigni) e poi quel mercato che tanto stava a cuore ai tifosi viola. Un asset tutto nuovo con il nuovo direttore sportivo Daniele Pradè che a distanza di tre anni ritorna nel capoluogo toscano per dare nuova linfa alle idee del nuovo patron e dettare le linee guide essenziali per un ritorno al vertice. 

La pessima passata stagione deve essere dimenticata il prima possibile negli occhi di tutti e, dopo le foto di conferma di Vincenzo Montella in pieno stile americano in quel di New York, si è passato ai fatti. Fatti che hanno prodotto investimenti in entrata importanti dopo 2/3 di mercato passato più ad osservare occasioni funzionali alla causa viola ed al progetto che ha in mente Commisso per riportarla nel calcio che conta. 

Dati alla mano la campagna acquisti è stata molto soddisfacente in entrata, con il giusto mix di esperti e giovani entusiasti di indossare quella affascinante maglia sulla quale costruire nuove interessanti pagine che da troppi anni non sono presenti nella sezioni 'ricordi' o per lo meno 'ringraziamenti'.

Entusiasmo, appunto. Quella parolina chiave alla base di tutto, che ha visto i tifosi accorrere in massa all'aeroporto per vedere Frank Ribery (subito entusiasta di abbracciare un giovanissimo supporter indossargli una sciarpa al collo e firmargli il cappellino). Oppure di comprendere l'ottimo stato d'animo di Pradè di annunciare nella conferenza stampa di Boateng il giusto connubio di bellezza tra città e giocatore (moglie inclusa con annessa risata del ghanese).

Un entusiasmo contagioso per tutti, ma non per Federico Chiesa.
Il gioiello viola ha vissuto un'estate totalmente diversa ed in parallelo con gli stati d'animo della città. Quella città che lo ha adottato già in tenera età e lo ha visto diventare un giocatore vero con le stigmate del campione. Due anni da protagonista, due anni dove i tifosi viola lo hanno nominato come giocatore simbolo, sul quale costruire il futuro di una squadra troppo fragile per poter supportare il peso della piazza.

Quell'entusiasmo misto alla giovane età e grande ambizione hanno fatto il resto. Ma se per tutto l'ambiente questi due anni ad alto livello hanno rappresentato un punto di partenza per le fortune gigliate, il pensiero di Federico si era già spostato altrove.
Quel richiamo della Juventus ha riecheggiato un motivetto troppo bello, melodioso e tanto incline alla sua ambizione. Un senso di familiarità ed affinità comune che perfettamente si incastrava tra i suoi più vivi desideri.

Ma il patto di Commisso e città di Firenze era già stato compiuto in tutto ciò.
E Chiesa, innamorato della sua città in termini prettamente emozionali, ha dovuto rispondere presente. Un amore diverso però, quello senza quella forma di magia che aveva lo aveva pervaso in tutti questi anni fino allo scoppio dell'ultima caldissima estate. Quella Vecchia Signora aveva in realtà i contorni di una bellissima donna pronta a far saltare il sodalizio con la sua fidanzatina ai tempi del liceo ma per la quale lui era tanto innamorato. 

Ora, nel bel mezzo della confusione di esami universitari, riuscirà a consegnare la tesi nei tempi da lui prefissati? Servirà programmazione e, ovviamente, quell'entusiasmo lasciato in qualche libro a diploma appena conseguito.