Doveva essere la coppia scudetto. Quella faccia da duro nel primo shooting fotografico a Casa Milan aveva fatto sognare il popolo rossonero già con il petto gonfio per il primo posto in classifica. Tutti a guardare verso l'alto i ragazzi terribili di mister Pioli con il solo Ibrahimovic da parte da capo branco per tutta la prima parte di stagione. Inter e Juventus avvisate. Nel mercato di riparazione il Milan non poteva più nascondersi dietro un dito e aveva bisogno di un innesto per provare ad andare fino in fondo per il sogno tricolore. 
Ed ecco l'idea. L'ego di Ibra aveva bisogno di una spalla, un uomo abituato a vincere e che mettesse paura alle difese avversarie per portare il diavolo sempre più su. Non solo un duro però, serviva un vincente con la faccia da duro. E poi ecco l'occasione. Mario Mandzukic, in forza negli emirati arabi del Al-Duhail, dopo soli sei mesi ha tantissima voglia di ributtarsi nei campionati che contano. Troppo poco stimolante il posto scelto dopo il non rinnovo con la Juventus e la voglia di rimettersi in gioco è troppo forte. 

Il Milan ha bisogno di Mandzukic e Mandzukic ha bisogno del Milan. Il binomio perfetto nella situazione perfetta. Serve solo la bendizione di Zlatan che, come si sa, ha sempre voglia di sentirsi protagonista assoluto sia a livello tecnico che caratteriale e la presenza di una personalità come quella del croato avrebbe potuto minare quel magico momento a Milanello. La faccia di Ibra invece risplende. Sa che ha bisogno di un alleato. Uno della sua pasta che ambire a quel traguardo solo inimmaginabile ad inizio stagione. 
Ed allora via all'acquisto del croato con Pioli entusiasta solo all'idea di allenare un attacco di quello spessore. Talmente euforico il tecnico rossonero che, a discapito delle tre settimane per recuperare la condizione fisica, a distanza di dieci giorni dal suo arrivo lo fa butta nella mischia nel finale di Milan-Atalanta alla ricerca del pareggio (conseguirà pesante sconfitta ndr). 

Un approccio morbido che non lascia comunque turbati i tifosi. Ma nei successivi tre mesi la situazione stenta a decollare con la coppia Ibra-Mandzukic imprigionata tra infortuni, panchine, squalifiche e una condizione fisica assolutamente precaria. Mai uno squillo le rare volte che si sono trovati in campo contemporaneamente per gli spezzoni finali di partita. Mai una sensazione di pericolosità. Mai insieme dal 1' perchè soprattutto il croato sembra un corpo estraneo alla causa. 
Via social qualcuno borbotta. Vero che Mandzukic non ha mai segnato ma perchè non parte mai all'inizio? La risposta l'ha data ieri sera lo stadio Olimpico di Roma. 63 minuti di anonimato e sempre in ritardo nelle poche potenziali palla gol che ha creato il Milan. Impacciato e lontanissimo parente dal killer ammirato con la maglia della Juve. 

Serve una scossa immediata perchè la classifica è ben diversa rispetto al suo arrivo e solo cinque partite per raggiungere l'obiettivo Champions se no sarà fallimemto. O adesso o mai più. Qualcuno in un'intervista ad Ambrosini aveva detto che la vita del calciatore è sempre in sopravvivenza. ''O MANGI O TI MANGIANO''.
E al Milan quei due animali servono come l'aria sottile e leggera che si respirava a Milanello solo tre mesi fa.