Nonostante siano rispettivamente al secondo e al terzo posto in classifica, la stagione di Napoli e Inter si può definire al limite del fallimentare. A partire dall'estate erano considerate da buona parte dell'opinione pubblica le due favorite ad insidiare la vittoria della Juventus. In realtà, alla Vecchia Signora non hanno fatto nemmeno il solletico, guadagnandosi così il titolo di "anti-Juve d'agosto", cioè quel triste trofeo che si potrebbe assegnare alla squadra che, a campionato non ancora iniziato, si candida, secondo giornalisti e tifosi, ad ostacolare i bianconeri nella rincorsa allo scudetto. Difatti, da sette anni e mezzo a questa parte, la rivalità tra la Juventus e queste ipotetiche contendenti si ferma alle prime pagine estive dei giornali per infrangersi poi contro la dura realtà: la squadra di Torino era ed è almeno una spanna sopra tutte le altre.

L'unica che sia stata davvero in grado di mettere pressione ai bianconeri nel recente passato è stata proprio la compagine partenopea, capace, grazie ad una stagione splendida da 91 punti sotto la guida di Maurizio Sarri, di regalare un nuovo probabile finale ad un copione che si ripete identico dalla stagione 2011-2012  e che vede festeggiare sempre e solo gli juventini.
Risulta quindi chiaro che le aspettative dei tifosi fossero alte, giustificate da una rosa che era rimasta invariata nei suoi titolari, con l'aggiunta di qualche elemento interessante, e dall'arrivo sulla panchina di un allenatore preparato e vincente come Carlo Ancelotti. Invece il Napoli si è ritrovato in pochi mesi fuori dalla Champions, nonostante un ottimo girone disputato, e dalla Coppa Italia. In campionato, la seconda piazza occupata dagli azzurri lascerebbe pensare ad un'altra ottima annata, in realtà la squadra partenopea ha 10 punti in meno rispetto allo scorso anno e 13 punti dal primo posto occupato, nemmeno a dirlo, dai bianconeri. Inoltre nelle ultime uscite il Napoli è apparso inconcludente e poco cinico, oltre che vulnerabile.
La sensazione che aleggia attorno agli azzurri è che si sia concluso un ciclo. Una serie di annate caratterizzate da bel gioco e pochi trionfi che si è simbolicamente chiusa con l'addio del capitano Marek Hamsik, partito a stagione in corso e non degnamente sostituito.

 Non se la passa meglio più a Nord, l'Inter, allenata, ancora per poco, da Luciano Spalletti. I nerazzurri dopo un ottimo mercato, si apprestavano ad iniziare il campionato come favoriti per il secondo posto e outsiders per lo scudetto. In realtà la squadra meneghina non ha mai davvero impensierito la Juve, e dopo una buona prima parte di campionato e uno straordinario girone di Champions, terminato con un'eliminazione dovuta agli scontri diretti sfavorevoli con il Tottenham, si è ritrovata dinanzi alla solita crisi di gioco e risultati che caratterizza i primi mesi del nuovo anno. Il terzo posto, che sembrava certo, è nuovamente in discussione, con Milan e Roma che spingono alle spalle e il sogno di mettere in bacheca la Coppa Italia che si è infranto ai calci di rigore contro la Lazio di Simone Inzaghi. Oltre alle sconfitte in campo, società e calciatori hanno dovuto affrontare le delicate questioni Perisic e Icardi che hanno minato il già fragile equilibrio dello spogliatoio. 

L'unica competizione che può ancora regalare soddisfazioni, salvando la stagione di Napoli e Inter, è l'Europa League, troppo spesso snobbata dalle italiane. Entrambe le squadre hanno un organico che può permettere di sognare un grande risultato se non addirittura la vittoria finale.
Portare a casa questo trofeo porterebbe enormi benefici, non solo economici. La seconda competizione europea è una vetrina che permetterebbe di dare credibilità al progetto di entrambe le società e attirare grandi calciatori da tutto il mondo, risultando una svolta cruciale per la rincorsa ai bianconeri e ad un trofeo che manca da troppo.
Inoltre le vittorie sono sempre utili a consolidare il gruppo e a ricostruire legami che, in particolare nel caso dell'Inter, sembrano dissolti,  reppresentando un nuovo punto di inizio. 

Vincere per imparare a vincere, sperando così di interrompere la tirannia a strisce bianconere, per la prima volta dopo anni, non solo nei titoli dei giornali lasciati sul tavolino di un ombrellone in pieno agosto.