Non c’è dubbio che la stracittadina di Milano abbia poco a che vedere con qualsiasi altra partita.  
È un turbinio di emozioni e colori, è festa e battaglia, è amore. 

Che sia più facile trovare le giuste motivazioni per giocare questa sfida è certo. Lo hanno dimostrato i nerazzurri che, per la prima volta dopo un periodo di smarrimento, sono scesi in campo con il piglio giusto, mettendo da parte paure e problemi di spogliatoio.
L’Inter ha controllato per 70 minuti buoni, sostenuta da una difesa quasi impenetrabile che vacilla solo su palla inattiva e si è mossa con precisione e coesione, sia in attacco che in fase di non possesso, aggredendo l’avversario e sapendo soffrire quando necessario. Inoltre si è mostrata precisa e fredda negli ultimi 25 metri.

Questa partita ha palesato che il problema della squadra allenata da Luciano Spalletti non stia tanto nei piedi quanto nella testa. 
Come dimostrato negli anni, la vittoria del derby può rappresentare un crocevia fondamentale per il prosieguo della stagione, compattando gruppo e ambiente, tuttavia i tifosi e gli addetti ai lavori sono abituati ai repentini cali di rendimento da parte della compagine nerazzurra. 

D’altra parte è vero che mai come in questo frangente di stagione l’Inter non si possa permettere di incappare in uno dei suoi periodi di regressione. Continuare sulla falsa riga di questa partita potrebbe risultare determinante per la corsa Champions, influenzando, inevitabilmente, anche il prossimo mercato. 

CHE VECINO! - La sorpresa della serata è con ogni probabilità, Matias Vecino. L’uruguaiano sembra trovarsi a suo agio tra le linee milaniste, in un 4-4-1-1 disegnato da Spalletti più per necessità che per intuizione, come ammesso dallo stesso tecnico di Certaldo. 
Il centrocampista nerazzurro sblocca il match, si inserisce, danzando tra difesa e centrocampo del Milan, rientra, lotta su ogni pallone e mette ordine quando la partita lo richiede. Mostra furbizia e precisione che vanno ad aggiungersi alla famosa quanto ormai rara Garra, già osservata in alcune partite di spessore e decisive per la stagione della sua squadra. 

Spalletti si ritrova a fine derby con 3 punti fondamentali e con una nuova soluzione tattica, potendo disegnare un nuovo centrocampo nel quale l’uruguaiano si alterni con Nainggolan nel ruolo di incursore, garantendo imprevedibilità e copertura, assicurata dalla capacità che entrambi hanno di “strappare”, ossia coprire rapidamente il campo con e senza palla.  

ONORE AL MILAN - Ai rossoneri va riconosciuto il merito di non arrendersi fino all’ultimo minuto, quando l’arrembaggio milanista si infrange sulla coscia di un D’Ambrosio in grande spolvero. 
Alcuni errori difensivi, uniti a parecchie imprecisioni in fase offensiva e la furiosa lite tra Kessiè e Biglia rovinano la serata del Diavolo. 

Per intensità ed emozioni, quello di questa sera è stato uno dei derby più belli degli ultimi anni, sognando un ritorno ai vecchi fasti per le milanesi.