Questo campionato di Serie A ormai agli sgoccioli ha riservato certamente tante sorprese, iniziando da un Napoli dominante e spettacolare, passando per la difficoltà delle altre big e per la sorpresa rappresentata dal Monza, fino ad arrivare alla lotta retrocessione (che potrebbe risolversi allo spareggio) e chi più ne ha, più ne metta.

Tra le poche certezze, dall’altro lato, dev’essere senz’altro annoverato Massimiliano Allegri, ma non riferendoci a lui in quanto allenatore, ma come cantastorie. Negli ultimi mesi, infatti, le dichiarazioni del tecnico livornese hanno trovato forma nel continuo ripetersi di favole, create e raccontate al fine di scaricarsi di dosso le colpe di una stagione evidentemente fallimentare.
Le due storielle che tifosi e giornalisti hanno ascoltato più spesso, quasi fino alla nausea, hanno come tema le vicende extracampo che hanno coinvolto la Juventus e la rosa bianconera.

Iniziando in ordine, è necessario fare delle dovute premesse: in questo articolo non si vuole parlare della correttezza delle sanzioni inflitte alla squadra di Torino, né tantomeno si vuole negare che il clima di incertezza abbia potuto influenzare anche i risultati sportivi. Quello che è preso in analisi in questa sede è la volontà, continua ed evidente, di Allegri di scaricare le colpe e la sua incapacità di assumersi le proprie responsabilità. Sembra che il tecnico abbia trovato nelle spiacevoli vicende giudiziarie l’alibi perfetto da difendere a tutti i costi e ribadire ad ogni possibile occasione.
Il problema sorge quando si nota che non solo che la Juve, dopo la prima penalizzazione, ha trovato continuità di risultati, sembrando quasi essersi stretta nelle difficoltà, ma soprattutto quando ci si chiede: senza la penalità, la stagione della Juve sarebbe stata sufficiente? La risposta, secondo chi scrive, è No.
La squadra di Allegri ha fallito su tutti i fronti, nei risultati e nel gioco, convincendo molto raramente i tifosi anche nelle vittorie.
La Champions si è conclusa ai gironi nonostante il passaggio alle fasi successive fosse più che abbordabile, la corsa in Europa League si è arrestata in semifinale, buon risultato se non fosse che, dopo l’eliminazione dalla massima competizione europea, la vittoria finale rappresentasse un obiettivo realisticamente raggiungibile. Passando infine al campionato, torna l’annosa questione delle penalizzazioni.
Quello che però salta all’occhio è che, anche senza la penalizzazione, il campionato della Juventus sarebbe risultato comunque deludente, se paragonato alle ambizioni date da una rosa di spessore, con delle lacune certo, ma attorno alla quale gravitavano tutt'altre aspettative.

Ecco, quindi, la seconda favola allegriana: la Juve non aveva l‘obiettivo dello scudetto. E’ possibile pensare che una squadra che nell’ultimo anno e mezzo ha fatto investimenti di un certo spessore economico e che ha comprato giocatori pronti per vincere (vedasi Di Maria, Pogba e Paredes) non puntasse a vincere il campionato? Difficile da credere. Ovviamente, gli infortuni non hanno aiutato, ma vedendo quello che altre squadre hanno fatto con meno talento a disposizione, è un alibi che regge fino ad un certo punto. Ancora una volta le parole del tecnico sembrano un tentativo di nascondersi dalle proprie colpe.

Un evento che rappresenta perfettamente quanto descritto è quello a cui si è assistito tra l’eliminazione per mano del Siviglia e la conferenza stampa pre-Empoli. Dopo la partita europea Szczesny aveva espresso le sue perplessità per la prestazione della squadra e affermato che alla Juve si gioca per vincere, valutando non positivamente l’annata bianconera. Una presa di posizione forte, ma probabilmente necessaria da parte di uno dei leader dello spogliatoio. Nella successiva conferenza stampa, non solo Allegri ha perso l’occasione per fare mea culpa, ma ha anche attaccato il polacco.

In conclusione, la Juventus non ha certamente avuto una stagione semplice a causa di tanti fattori. Dare la colpa ad una sola persona sarebbe impossibile oltre che ingiusto, ma è ancora meno corretto nei confronti di giocatori e tifosi che Massimiliano Allegri racconti favole, piuttosto che ammettere la triste realtà.